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Bottas ha pagato otto decimi al giro per il detrito nel fondo!

Andrew Showlin, capo degli ingegneri Mercedes, ha calcolato che il danno alla W11 di Bottas, colpita al giro 2 da un pezzo della paratia laterale dell'ala di Vettel, valesse otto decimi di secondo al giro. Il finlandese, quindi, ha tenuto un passo degno di Hamilton per arrivare secondo dopo il ritiro di Verstappen. Peccato che Valtteri non sia capace di rendere mediaticamente "eroiche" cercte prestazioni, mentre Lewis è un maestro anche in questo campo.

Detrito dell'auto di Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11

Foto di: Mercedes AMG

Il cruccio di Valtteri Bottas è quello di essersi trovato davanti un campionissimo come Lewis Hamilton. L’esa-campione non è solo un fuoriclasse dal talento naturale superiore al volante, ma è anche un abile comunicatore che sa rendere le sue imprese leggendarie, mentre il “boscaiolo” subisce il comportamento della propria monoposto e non riesce a trasformarsi in vittima sacrificale quando le cose non vanno come avrebbe voluto.

Valtteri Bottas, Mercedes-AMG F1

Valtteri Bottas, Mercedes-AMG F1

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

L’esempio lampante lo abbiamo vissuto a Imola tanto al sabato che alla domenica. Dopo la pole position di Valtteri era evidente il muso lungo di Hamilton per aver fallito la partenza al palo su una pista alla quale teneva tantissimo. Lewis non ha riconosciuto la superiorità del compagno di squadra, spiegando il secondo posto a 97 millesimi con “…ho fatto un giro da schifo”, sminuendo, quindi, la prestazione del finlandese che, invece, è stata degna di ben altro rilievo.

Ma la cosa è stata ancora più evidente in gara: Bottas era in testa alla gara quando al giro 2 alla Tosa un detrito della Ferrari di Sebastian Vettel trafigge il suo fondo: si tratta di un pezzo consistente della paratia laterale dell’ala anteriore che si è rotta nel contatto del tedesco con la Haas di Kevin Magnussen.

La deriva conficcata nella parte bassa della W11 non è stata vista dai tecnici Mercedes, anche se i sensori evidenziavano una perdita di efficienza aerodinamica di circa 50 punti, un qualcosa che per Andrew Shovlin, capo degli ingegneri di pista di Brackley, valevano sette o otto decimi di secondo al giro. Più che meno.

Bottas si è trovato a disputare una gara con una freccia nera pesantemente menomata a livello prestazionale e si spiega, quindi, come mai Max Verstappen sia poi riuscito a infilarlo per conquistare il secondo posto dietro a Hamilton al giro 43 dopo un lungo alla Rivazza, ma spiega anche come mai proprio Lewis sia lasciato andare via radio dopo il pit stop di Valtteri al giro 19: “Non mi fermate, io vado avanti. Bono (il suo ingegnere di pista ndr) andiamoci a prendere questa vittoria!”.

La Red Bull anticipando la sosta e costringendo la Mercedes a coprirsi dall’undercut di Max, ha chiamato ai box Bottas, aprendo le porte al successo di Hamilton che si è trovato nella condizione di costruire un successo senza un sorpasso in pista. Tutto vero, ma il britannico era stato avvisato via radio che il compagno era alle prese con una macchina danneggiata.

Lewis è stato abile a imporre con le medie un passo da “qualifica” aprendo un gap su Bottas tale da restare davanti anche dopo il cambio gomme al giro 30, ma la prestazione del finlandese è stata consistente per i limiti oggettivi della sua monoposto.

Volete un paio di esempi: Valtteri ha chiuso il GP dell’Emilia Romagna con un distacco dal vincitore di 5”783, che si è accumulato dalla ripartenza dalla safety car al giro 58: in 8 tornate ha pagato mediamente 7 decimi al giro, vale a dire il gap stimato dai tecnici Mercedes.

Il dato più eloquente è dato dal giro più veloce: Hamilton l’1’15”484 con le soft l’ha firmato nella tornata della bandiera a scacchi, proprio come Bottas che è arrivato a 1’15”902, vale a dire un tempo che è risultato 418 millesimi più lento del suo “capitano”.

Verrebbe da dire che il leader del mondiale ha inferto una sonora lezione al suo “scudiero”, ma se ricordiamo che il nordico aveva un fardello tecnico di 0”7 sulla schiena, si comprenderà che la sua prestazione vada riletta sulla base dei numeri.

Il taciturno Bottas, insomma, ha proprio l’indole del “medioman” che non sa suscitare grandi emozioni anche quando avrebbe delle gesta da raccontare che darebbero alla sua indole da perdente una chiave meno negativa. Sfigato certamente sì, ma non lento…

Valtteri Bottas, Mercedes-AMG F1 e il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 festeggiano al Parc Ferme

Valtteri Bottas, Mercedes-AMG F1 e il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 festeggiano al Parc Ferme

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

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