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Bonnington: "Con Lewis ci capiamo al volo"

L'ingegnere di pista di Hamilton che in precedenza si era fatto le ossa con Button (quando il team di schiamava Brawn GP) e Schumacher, all'inizio credeva di avere a che fare con una rockstar, ma non ha impiegato molto a capire quanto il pilota inglese avesse le stiimmate del campione che andavano oltre il talento: "Siamo cresciuti insieme in otto anni e abbiamo cementato un'unione fantastica. Sappiate che non abbiamo ancora finito...".

Peter Bonnington, Ingegnere di gara, Mercedes AMG, e Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1, 1°posto, festeggiano sul podio

Peter Bonnington, Ingegnere di gara, Mercedes AMG, e Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1, 1°posto, festeggiano sul podio

Mark Sutton / Motorsport Images

Nelle otto stagioni che Lewis Hamilton ha trascorso in Mercedes ha voluto e trovato dei punti fermi, persone che sono rimaste al suo fianco dalla prima gara in tuta grigia disputata nel 2013 fino alla conquista del settimo titolo Mondiale. Una di queste figure è il fido ingegnere di pista Peter Bonnington, che gli appassionati di Formula 1 conoscono come la voce che colloquia con Hamilton durante prove e gara, ogni volta che Lewis comunica via-radio.

L’ingegnere di pista è una professione che si è evoluta insieme ad una tecnologia che in Formula 1 si muove ad una velocità incredibile e, da essere una figura tecnica al cento per cento, oggi il ‘race engineer’ è anche una persona a cui il pilota delega la visione della corsa al di fuori della monoposto.

Due occhi in più e nel caso di Hamilton quegli occhi sono quelli di Bonnington. Dal momento in cui si spegne il semaforo compito di ‘Bono’ (come lo ha sempre chiamato Lewis) è anche quello di psicologo, capace di calmare o motivare il suo pilota a seconda delle necessità.

Anche in questa stagione ‘Bono’ ha fatto la differenza in diversi momenti e, tra tutti, spicca il giro finale del Gran Premio di Gran Bretagna, quando ha guidato Hamilton (rimasto con tre pneumatici dopo lo scoppio dell’anteriore sinistro) verso la bandiera a scacchi. Un count-down scandito con una calma incredibile, che ha portato Lewis al successo.

Bonnington non parla mai con i media, ma dopo il Gran Premio di Turchia ha risposto ad alcune domande, in un giorno anche per lui molto speciale.

Hamilton ha raggiunto Michael Schumacher sulla vetta della Formula 1, e proprio con Schumacher Bonnington esordì nelle vesti di ingegnere di pista (era il Gran Premio del Belgio del 2011) dopo anni trascorsi nelle vesti di data-engineer per lo stesso Michael e in precedenza di Jenson Button ai tempi della Brawn GP.

“Ricordo molto bene la prima volta in cui Lewis entrò nella sede del team Mercedes – ha rivelato Bonnington a Sky Uk – la mia prima impressione è che fosse arrivata una rockstar! Avevo appena terminato il mio lavoro con Michael e quando vidi entrare Lewis dentro di me pensai…’Wow, questo è Lewis, sarà lui a raccogliere il testimone’. Stavo passando dall’interagire con una leggenda ad un ragazzo che poco dopo essere arrivato mi ha chiesto di iniziare… a lavorare”.

Bonnington ha poi spiegato l’evoluzione di Hamilton nel corso di questi anni:
“Il talento si è visto subito, ovviamente, ma non era lucido come oggi. Se analizziamo ciò che ha fatto nel Gran Premio di Turchia emerge un pilota che ha una forza incredibile che va ben oltre il talento. Per quanto fossi ottimista, non credevo che fosse possibile vincere quella corsa, ci siamo trovati in una situazione critica ma lui ha sempre avuto tutto sotto controllo. Ha una visione del contesto incredibile”.

“In una gara come quella di domenica scorsa – ha proseguito ‘Bono’ – c’è un’alternanza di emozioni, dall’euforia alla paura di non farcela, e la tensione è molto alta. Quello che provo a fare con Lewis è di mantenere un livello costante, senza sbalzi, provando a smorzare i dubbi. Negli anni il rapporto tra me e Lewis è cambiamo moltissimo, è nata una fiducia reciproca che ci permette di capirci al volo".

"Siamo cresciuti entrambi dal 2013 ad oggi, quando ho iniziato a lavorare con Lewis anche io avevo meno esperienza, ma le basi me le ero fortunatamente costruite lavorando con Michael. Grazie a quell’esperienza non ho avuto dubbi nell’andare avanti con Lewis, non ho avuto soggezione”.

“Anno dopo anno – ha concluso Bonnington – abbiamo continuato a motivarci a vicenda, riuscendo a migliorare il nostro rapporto e a porci sempre nuove sfide, che ci hanno consentito di non smettere mai di apprendere ed andare avanti. Non ci siamo mai fermati, è fantastico lavorare con persone così motivate e motivanti. Andremo avanti? Certo, non abbiamo ancora finito…”.

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