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Ecclestone vuole salvare le piccole squadre

Mister E ha proposto un accordo per garantire la presenza delle undici squadre fino al 2020

Non ha firmato alcun accordo, ma Bernie Ecclestone ha messo le basi del nuovo Patto della Concordia anche con i team minori. L’incontro a Londra di giovedì scorso è servito a fare un po’ di chiarezza, visto che il vecchio accordo è scaduto nel 2012 e le squadre di F.1 rischiano di iniziare la nuova stagione senza accordi commerciali validi in essere. Mister E ha dichiarato ad Autoweek: “Giovedì ho proposto alle squadra il nuovo Patto della Concordia – ha ammesso Bernie – abbiamo raggiunto una intesa con tutti, anche con la Marussia. Ho temuto che potessero lasciare e, invece, hanno assicurato la loro presenza”. Graeme Lowdon, rappresentante del team di Banbury, ha smentito un accordo ma “…siamo in trattativa con chi detiene diritti commerciali della F.1 e certamente contiamo di chiudere un accordo”. Insomma nell’incerto mondo del Circus si sta muovendo qualcosa di importante, dal momento che proprio la Marussia non aveva mai ricevuto alcuna proposta per il rinnovo del Patto della Concordia e, anzi, Ecclestone andava dicendo che il mondo dei Gp poteva anche andare avanti con meno team. La Marussia per proseguire l’attività ha dovuto cedere una parte del pacchetto azionario al padre del pilota Max Chilton che ha letteralmente comprato un sedile al figlio e liquidare il pilota Timo Glock che aveva un contratto oneroso, per assumere Luiz Razia che, invece, porta sponsor munifici. Le squadre nel 2011 si sono spartite il 47,5% dei profitti derivanti dalla F.1, con la sola Ferrari che per la sua storia e i meriti sportivi si è concessa un 2,5% aggiuntivo al di sopra di questa quota. I premi sono stati divisi fra le prime dieci squadre del mondiale Costruttori, mentre agli esclusi è andato solo un contributo di 10 milioni di dollari. Due anni fa i team hanno ricevuto un totale di 698,5 milioni dollari, ma questa cifra è destinata ad aumentare di oltre 150 milioni quest'anno, quando il nuovo Patto porterà nelle casse delle squadre il 63% dei profitti derivanti dalla F.1. Ecclestone sostiene di non aver fretta di siglare il nuovo Concorde Agremeent perché ha già in essere accordi commerciali giuridicamente vincolanti che impegnano le squadre a correre fino al 2020. Sono le scuderie che spingono per la firma perché l’accordo gli concede una influenza nella definizione delle regole tecniche della F.1. L’anno prossimo ci sarà il passaggio ai motori V6 turbo in luogo degli attuali V8 aspirati di 2,4 litri: ci sono squadre che spingono per proseguire con le unità attuali per il timore che ci possa essere un’ impennata nella gestione dei costi, in un momento di grave crisi economica. Martin Whitmarsh, team principal della McLaren, non ne fa un mistero, nella convinzione che più il passa il tempo senza una decisione e più sia possibile un ulteriore rinvio (i motori turbo dovevano già essere in uso nel 2013). La decisione alla fine verrà dettata dai top team (Ferrari, Red Bull Racing e McLaren) che, in base agli accordi separati raggiunti con Ecclestone, otterranno il 7,5% dei proventi in più (circa 100 milioni di dollari) e avranno il diritto di discutere i provvedimenti di Bernie...

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