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F1 | Ben Sulayem fa un passo indietro nel Circus

In un comunicato FIA il presidente ha annunciato che delegherà la gestione ordinaria delle attività riguardanti il campionato mondiale di Formula 1. Toccherà a Mikolas Tombazis (parte tecnica) e a Steve Nilesen (parte sportiva) tenere i rapporti con le squadre nel paddock dei GP. Il numero uno ha spiegato ceh il cambio di strategia è possibile ora che è stata ultimata la ristrutturazione della Federazione. Ma c'è chi assicura che sia una mossa politica solo per calmare le acque troppo agitate.

Mohammed bin Sulayem, President, FIA, parla a un membro del team Mercedes

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

ll presidente della FIA, Ben Sulayem, ha comunicato che delegherà la gestione ordinaria delle attività riguardanti il campionato mondiale di Formula 1. Dopo essere stato eletto alla presidenza della Federazione Internazionale nel dicembre del 2021, Ben Sulayem ha affrontato in prima persona delle problematiche della massima importanza, come la vicenda del Gran Premio di Abu Dhabi di due anni fa.

Nel corso del suo primo anno di mandato il presidente si è occupato direttamente anche della ristrutturazione dell’organigramma della FIA, introducendo la figura di un CEO (Natalie Robin), aumentando il raggio d’azione del direttore tecnico (Nikolas Tombazis) e definendo anche la figura di un direttore sportivo (Steve Nielsen) dedicato proprio alla gestione delle problematiche riguardanti la Formula 1.

Steve Nielsen, direttore sportivo Formula 1

Steve Nielsen, direttore sportivo Formula 1

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

In vista della stagione 2023 Ben Sulayem ha fatto un passo indietro. “È quanto era previsto nel programma presidenziale – ha chiarito un portavoce della FIA – sono state completate le riforme annunciate ed ora il presidente avrà più tempo per dedicarsi a tutto motorsport”.

Ovviamente Ben Sulayem sarà in prima linea quando sul tavolo ci saranno decisioni chiave o problematiche strategiche, ma nel quotidiano saranno Tombazis e Nielsen a gestire i rapporti con le squadre.

C’è chi ha collegato questa decisione di Ben Sulayem alle recenti polemiche sorte tra FIA e Liberty Media, a conferma dei rapporti non ottimali sull’asse principale della Formula 1. Sarebbe però un errore imputare questo scenario a questioni di personalità o fame di potere.

Nikolas Tombazis, responsabile tecnico FIA per l'area monoposto

Nikolas Tombazis, responsabile tecnico FIA per l'area monoposto

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Ben Sulayem, da una parte, e Stefano Domenicali, dall’altra, hanno ereditato una struttura che ha preso forma trent’anni fa, un lasso di tempo in cui i cambiamenti sono stati parecchi e sostanziali. La cessione dei diritti commerciali della Formula 1 concordata tra Max Mosley e Bernie Ecclestone fu una transazione decisa tra due amici di vecchia data, e nel momento in cui fu stipulato l’accordo soddisfaceva le esigenze di entrambi.

La Formula 1 però è cresciuta, ed anche molto. Dove prima c’era il solo Bernie Ecclestone con due assistenti fidati ed un legale, oggi c’è un’organizzazione molto più complessa, ed anche la FIA ha dovuto allargarsi per coprire compiti crescenti.

Quello della Federazione Internazionale è stato però un processo molto lento, che ha portato la FIA gestita da Jean Todt a delegare a terzi delle decisioni che sulla carta avrebbero dovuto essere solo sue. Hanno preso forma lo Strategy Group, la Formula 1 Commission, organismi in cui la FIA è presente ma al pari dei rappresentanti delle squadre e del detentore dei diritti commerciali.

L’ultimo passo falso della Federazione è stato consentire a Liberty Media di operare con un suo gruppo tecnico alla definizione di molte delle linee guida che hanno dato il via al nuovo ciclo tecnico della Formula 1.

Ora Ben Sulayem vorrebbe ridare alla FIA il ruolo che sarebbe suo, ma non è pensabile (almeno in tempi brevi) che tutti cedano quanto conquistato nel corso degli anni. Sono iniziati i primi ‘dispetti’, come lo scontro di dodici mesi fa sui weekend sprint qualifying, proseguendo fino all’ultima dichiarazione del presidente FIA sul rischio di una cessione della Formula 1 al fondo sovrano saudita.

Liberty sa di aver fatto molto per la grande crescita di interesse di cui sta beneficiando la F1, ed è comprensibile che voglia avere sempre più voce in capitolo anche quando sul tavolo ci sono decisioni che vanno anche un po' oltre quella che è l’area di competenza di chi detiene i diritti commerciali.

Un’area che negli anni ha visto i suoi confini diventare sempre più sfocati, creando i presupposti per ciò che stiamo vedendo oggi, con FIA e Liberty che si contendono decisioni in una sorta di terra di mezzo. Ogni passo di Ben Sulayem per recuperare un po' di quel terreno che ritiene di competenza della FIA viene visto dalla controparte come un atto prepotente che rischia di mettere a rischio un contesto che finanziariamente sta funzionando come non mai. E davanti a possibili ripercussioni economiche, le squadre sembrano sposare la linea Liberty, che di fatto per loro rappresenta un’importante (e in alcuni casi vitale) fonte di introiti.

Stefano Domenicali, CEO Formula 1

Stefano Domenicali, CEO Formula 1

Photo by: Erik Junius

Ben Sulayem e Stefano Domenicali non possono (e probabilmente non vogliono) affrontare le problematiche vis-a-vis, come Mosley ed Ecclestone hanno fatto per anni. Una volta bastava una telefonata o una cena tra i due, e il compromesso saltava fuori. Con le strutture attuali non è più possibile.

Il presidente FIA, dal carattere più esuberante, in più di un’occasione si è esposto sui suoi profili social con prese di posizioni discutibili, un errore che non commette Domenicali, figura più defilata che ribatte mettendo l’azienda davanti a tutto, senza mai esporsi. Frecciate, più che bordate, ma che non aiutano a rasserenare l’ambiente.

Il “passo indietro” di Ben Sulayem può essere interpretato come un gesto per uscire dalla bagarre ormai quotidiana, ma è difficile ipotizzare che il presidente abbia deciso di cedere nel testa a testa con Liberty. Forse ci saranno meno ‘tweet’ e meno dichiarazioni, ma la risposta definitiva arriverà solo in occasione delle prossime decisioni strategiche, scenario nel quale sono in molti a scommettere che Ben Sulayem sarà ancora in prima fila.

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