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Arrivabene: "Da risolvere il problema delle hard!"

Il team principal Ferrari sa che la SF15-T andrà in crisi anche a Spa e Suzuka come a Silverstone e chiede soluzioni

Maurizio Arrivabene ha un pregio. Non gira intorno ai problemi. Non li nasconde, ma li mette in evidenza. Perché vengano affrontati e risolti. Il team principal della Ferrari, che ha promesso ai tifosi tre vittorie nella stagione 2015 con il presidente Sergio Marchionne, si è reso conto che il successo malese forse è arrivato troppo presto, creando un’aspettative sulla Ferrari superiore al reale potenziale della SF15-T.

In nove Gp la Rossa ha centrato una vittoria in sette podi, eppure i recenti passi falsi di Canada e Austria e la gara raddrizzata solo dalla pioggia a Silverstone grazie a Sebastian Vettel, fanno storcere il naso non solo ai critici. La Rossa su certe piste con i curvoni veloci non funziona: la ricerca di maggiore carico aerodinamico si trasforma solo in resistenza all’avanzamento per cui non crescono le prestazioni e le Ferrari, oltre a restare dietro alle Mercedes, ora inseguono anche le Williams. Un pessimo segnale, visto che siamo arrivati solo al giro di boa della stagione. Il manager bresciano non è disposto a mollare la presa, pensando già al 2016 perché sarebbe l’ammissione di un progetto abortito, ma soprattutto perché sui tracciati dove la Ferrari non va in crisi può ancora pungolare le frecce d’argento per carpire (forse) quei due successi tanto attesi. Maurizio non lo dice, ma la Ferrari paga anche una scelta molto conservativa delle mescole adottate dalla Pirelli quest'anno che penalizza in modo particolare la monoposto del Cavallino rampante...

“Ci sono almeno tre cose che non hanno funzionato a Silverstone. Primo: la pista. E non parlo di Silverstone, ma più in generale delle piste veloci, visto che anche a Barcellona abbiamo avuto gli stessi problemi e, probabilmente, li avremo uguali anche in Belgio e in Giappone. Questo ve lo dico subito, ma non è mettere le mani avanti, quanto fare un’analisi seria. Secondo: non riusciamo a sfruttare al meglio le gomme hard. Con un certo tipo di mescole si stanno perdendo troppi chilometri di velocità senza guadagnare niente nelle curve veloci. Questi sono problemi che non ti puoi dimenticare perché sali sul podio e porti a casa un terzo posto. Bisogna essere onesti e guardare le cose per come sono. Tanto più che non sono cose nuove, visto che le avevo già sentite anche negli anni passati, quando avevo un’altra veste”.

Il problema, quindi, non è solo aerodinamico?
“Non solo, perché l’aerodinamica funziona anche in funzione dei limiti del telaio e del motore che è il terzo punto. Partiamo dal fatto che l’ingombro del propulsore non lo puoi cambiare e, quindi, si è un pochino penalizzati da un posteriore più ingombrante. Dobbiamo intervenire su tutti gli aspetti per migliorare. La Williams nelle ultime gare ha fatto un grosso salto di qualità nelle piste veloci. Mi diceva Niki Lauda che sono rimasti sorpresi pure loro alla Mercedes. Io non voglio che la Williams diventi un problema, vorrei che il nostro obiettivo sia andare a prendere la Mercedes”.

Avete insistito sulla falsariga di un progetto che aveva fallito l’anno scorso, bisogna già pensare all’anno prossimo?
“Questo progetto non va rifatto, ma va completato. C’è ancora qualcosa che si può fare e abbandonarlo significherebbe non dare abbastanza dati ai ragazzi che già stanno lavorando sulla macchina del prossimo anno. I progetti sono complementari. Io sono arrivato da sette mesi a fare questo lavoro: il progetto della monoposto 2016 è partito più o meno in questo periodo, ma non bisogna andare troppo avanti nel disegno perché è troppo presto. Riguardo all’utilizzo delle hard il problema torna fuori ogni anno: ne ho sentito parlare ripetutamente negli anni io, come ne avete sentito parlare voi. Siccome non faccio il libraio, vorrei solo un foglio con scritte le possibili soluzioni del problema. Dobbiamo risolvere questo guaio, perché di molto del lavoro fatto sono contentissimo. Sul motore, per esempio, sono molto sicuro di quello che arriverà e non sono affatto preoccupato, perché i propulsori siamo sempre stati capaci di farli”.

L’uso delle hard sarà uno dei temi di sviluppo dei prossimi Gp della stagione?
“Ovviamente non in Ungheria, ma dovremo farlo nelle piste con le curve veloci in appoggio. Dobbiamo capire il problema e trovare le soluzioni definitive. Non è importante se fra un Gran Premio, due o tre. Il guaio va capito: vedremo a Spa e Suzuka, che sono piste con caratteristiche simili a quelle di Silverstone, se arriveremo a capo della questione. E l’importante è riuscirci…”.

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