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Intervista

Allison: "La W12 subito veloce, ideale per il budget cap"

Il direttore tecnico della Mercedes spiega come siano cambiate le priorità di sviluppo di una monoposto nell'era del Covid: "Con il limite di spesa dobbiamo fare durare di più le singole componenti. Puntiamo a schierare una W12 subito competitiva, così avrà bisogno di meno sviluppi nel corso della stagione per vincere i mondiali. E' cambiato l'approccio con cui abbiamo lavorato sulla monoposto 2021".

James Allison, Technical Director, Mercedes AMG, nella conferenza stampa dei Team Principal

Foto di: FIA Pool

Il direttore tecnico della Mercedes, James Allison, ha fatto il punto sul lavoro che procede nella sede di Brackley a due settimane dalla presentazione della W12, programmata il prossimo 2 marzo.

Non ci sono i ritmi serrati che tradizionalmente precedono il varo di una monoposto completamente inedita, ma il mix di ansia e curiosità è quello di sempre.

È un periodo di grandi cambiamenti in Formula 1, e Allison svela alcune delle sfide che attendono le squadre sul fronte del budget cap, rivelando aspetti sorprendenti.

In questo quadro è già ben presenta anche l’impegno del progetto 2022, già partito da alcune settimane, una sfida nella sfida che vedrà gli staff tecnici impegnati senza sosta per tutta la stagione. La partita è importante, perché chi il prossimo anno riuscirà a scattare meglio degli avversari, potrà contare su un vantaggio enorme.

James, come procede il lavoro in sede?
“Stiamo vivendo un anno diverso dal solito. Tutto sembra andare molto bene, ma c’è una voce che continua a ronzarci in testa che dice ‘abbiamo dimenticato qualcosa?’. Questo perché negli anni precedenti in questa fase dell’anno avevamo una montagna di pezzi nuovi che confluivano nella sede di Brackley per dar forma alla nuova monoposto, e tutto avveniva in extremis, con tempi strettissimi".

"Oggi è diverso, perché gran parte delle componenti della W12 le abbiamo già usate lo scorso anno, quindi invece della solita attività frenetica siamo impegnati in un lavoro di gestione per verificare solo le parti nuove".

"E questo cambio di ritmo ci fa paradossalmente preoccupare, quasi che ci sia il rischio di perdersi qualcosa per strada. Così ripassiamo le procedure due o tre volte per essere certi che tutto sia a posto”.

Anche l’atmosfera è differente? Come descrivi l’umore tra le mura di Brackley?
“Anche su questo fronte è un anno insolito a causa del Covid che impone tanti cambiamenti, ma ci sono alcuni aspetti che semplicemente non cambiano. Ci stiamo avvicinando al via di una nuova stagione, con il solito mix di entusiasmo ed ansia che precede i primi verdetti della pista".

"Solo in quel momento si inizia a capire se il lavoro svolto è in grado di garantirci una vettura competitiva. Alla fine questa struttura esiste per uno scopo ben preciso: produrre un’auto da corsa in grado di poter ambire ai massimi obiettivi, e che possa riuscire ad aggiudicarsi vittorie e titoli Mondiali".

"In questa fase dell'anno speri di aver fatto tutto ciò che serve, c’è sempre la paura che la pista possa emettere dei verdetti deludenti, diciamo la paura di non aver fatto abbastanza, un feeling strano perché si mescola all’eccitazione del momento formando un cocktail di sensazioni che fa parte della Formula 1, ed è un qualcosa con cui impari a convivere nel corso delle stagioni”.

Quali sono state le principali sfide che avete dovuto affrontare dopo il termine della stagione 2020?
“Ogni reparto dell'azienda in questo periodo dell'anno è molto, molto impegnato, quindi è difficile individuare una singola sfida o anche un piccolo numero di attività che possiamo identificare come particolarmente impegnative".

"Ma se proprio devo scegliere un reparto… è quello aerodinamico, perché i regolamenti definitivi sono arrivati ​​relativamente tardi e di fatto sono quelli che hanno avuto un impatto importante sulla nuova monoposto".

"Gran parte della nostra attenzione nelle ultime settimane e negli ultimi mesi è stata focalizzata sul cercare di capire quale sia l'effetto delle modifiche introdotte nel regolamento tecnico sui principali campi di flusso attorno alla vettura, e sul come cercare di ritrovare le prestazioni perse".

"C’è stato un periodo molto intenso trascorso nella galleria del vento e nella nostra struttura aerodinamica computazionale per cercare di capire come ritornare alle prestazioni che avevamo in precedenza. Una volta completato il lavoro nel reparto aerodinamico, bisogna tradurlo in componenti che vengono costruiti a grandezza naturale per essere poi montati sulla monoposto”.

Tutta la Formula 1 negli ultimi dodici mesi ha dovuto modificare la propria routine lavorativa a causa del Covid. Quale impatto ha avuto sulla progettazione e la produzione della W12?
“Non è facile muoversi in un periodo di pandemia, ma dobbiamo riconoscere che siamo stati particolarmente fortunati, ad iniziare dallo scorso anno, quando la Formula 1 ha preso delle decisioni che si sono dimostrate molto efficienti".

"Tra queste c’è quella che ci ha consentito di poter realizzare la monoposto 2021 senza dover ripartire da un foglio bianco, trovandoci già in casa componenti fondamentali come telaio e cambio, tanto per citarne due, e questo ci ha facilitato molto".

"Un altro aspetto che ci ha aiutato è l’avere a disposizione delle strutture con grandi spazi, questo ci ha permesso di allargarci garantendo il distanziamento sociale di cui avevamo bisogno. Non è certo la stessa cosa rispetto al passato, ma abbiamo potuto comunque tenere i gruppi di lavoro nelle stesse aree”.

Una delle grandi novità nel 2021 è l’introduzione del budget cap. Quanto lavoro ha richiesto l’adattamento alle nuove normative finanziarie?
“Il 2021 è un anno con grandi cambiamenti e tra questi spicca la normativa che impone un tetto di spesa i team. Le grandi squadre si sono dovute adattare ai budget che spendevano solitamente i team di metà classifica, e nel nostro caso ha significato una nuova gestione del programma Formula 1".

"Ciò significa, ad esempio, capire come possiamo far durare più a lungo le componenti della nostra monoposto, come costruirle in modo più economico e come assicurarci di mantenere lo stesso tipo di prestazioni che abbiamo avuto in precedenza, nonostante il nostro budget complessivo sia sceso".

"È una sfida enorme e lo studio e la realizzazione della monoposto ne è solo una parte. Inizieremo la stagione con diversi punti interrogativi in più del solito, perché non possiamo prevedere se avremo o meno degli incidenti o quanto si confermeranno affidabili molte componenti".

"Con questi regolamenti diventa un grande vantaggio poter disporre di una monoposto molto competitiva sin dall’inizio della stagione, perché diventerà più economica se non necessiterà di grandi sviluppi o correzioni importanti. Ma, come detto, partiamo tutti alla pari e avremo tutti le stesse armi a disposizione”.

Nel frattempo sono già partiti i progetti per la vettura 2022. Come sta procedendo?
“La stagione non è ancora iniziata, nessuna macchina è scesa in pista, eppure stiamo già iniziando a pensare molto seriamente al 2022. Il prossimo anno ci sarà una rivoluzione totale nei regolamenti tecnici su cui si baserà la nuova monoposto, tutto ciò che abbiamo visto in pista negli ultimi anni sarà definitivamente accantonato per essere sostituito da un’auto che ha un obiettivo tecnico completamente diverso: cercare di avvicinare la gente alle corse, soprattutto grazie alla capacità di una monoposto che si trova in testa di non danneggiare le performance di chi è alle sue spalle".

"Questo cambiamento è così grande da richiedere l’impegno di praticamente tutte le risorse tecniche a disposizione nel 2021, il tutto sempre con i limiti del budget cap e delle eventuali problematiche da affrontare sulla monoposto che esordirà tra poche settimane. È una vera e propria sfida, difficile ma anche entusiasmante”.

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