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Allison-Fry: l'unione fa la forza della Ferrari?

James è arrivato a Maranello quando Pat ha completato l'opera di ristrutturazione della squadra

Il montaggio della nuova Ferrari procede secondo i piani, ma la segretezza con cui la Rossa viene tenuta nascosta agli stessi uomini del Cavallino che non hanno direttamente a che fare con la monoposto, lascia presagire che ci sia qualcosa di innovativo sulla vettura che ospiterà il motore V6 turbo 059/3 dotato dei sistemi ibridi. ALLISON HA PORTATO ARIA FRESCA Non c’è dubbio che James Allison, giunto alla Ferrari all’inizio di settembre 2013, abbia portato una ventata di aria fresca in materia di idee, ma il nuovo direttore tecnico del Reparto Corse si è inserito in un sistema di lavoro già consolidato che sta tentando il più grosso salto di qualità degli ultimi anni, quando il progetto della 665 era già stato lanciato dall’equipe diretta da Pat Fry. MASSIMA INTEGRAZIONE FRA TELAIO E MOTORE James Allison, in occasione dell’anteprima del motore mostrato in un video 3D a Fiorano in dicembre, ha magnificato il vantaggio che la squadra del Cavallino può godere nella perfetta integrazione fra il telaio e la power – unit. La Gestione Sportiva, infatti, è l’unica struttura nell’intero Circus della Formula 1 dove si realizza una macchina completa: la stessa Mercedes assembla le scocche a Brackley, mentre i motori sono realizzati a Brixworth. RADIATORI PIU’ PICCOLI E SCAMBIATORE ACQUA/ARIA La nuova Ferrari, quindi, almeno all’inizio della nuova era turbo, dovrebbe poter contare su un piccolo vantaggio: la macchina e il motore sono stati sviluppati in parallelo con un continuo scambio di informazioni fra i reparti che ha portato a scelte sì di compromesso, ma mai al ribasso. L’impostazione di base è stata quella della ricerca della massima efficienza della monoposto. Tanto che si può affermare che l’aerodinamica non avrà un ruolo ridimensionato rispetto agli ultimi anni, ma conterà ancora tanto quanto l’affidabilità della meccanica. I motoristi diretti da Luca Marmorini e coordinati da Mattia Binotto, per esempio, hanno accettato di usare uno scambiatore del turbo acqua/aria nella consapevolezza che ci sarà un maggiore peso nell’impianto di raffreddamento, ma gli aerodinamici potranno contare su una massa radiante più piccola a favore di pance più rastremate e una minore resistenza all’avanzamento, utile alla riduzione dei consumi visto che il serbatoio potrà imbarcare solo 100 kg di benzina. LA GALLERIA ORA E’ ALL’AVANGUARDIA L’ex direttore tecnico della Lotus è approdato a Maranello proprio nel momento più favorevole, in cui la Scuderia Ferrari ha ultimato un’importante fase di ristrutturazione: anche se la Gestione Sportiva è un cantiere aperto perché è in costruzione la nuova sede che raccoglierà le officine e gli uffici tecnici e amministrativi che rappresenteranno l’eccellenza in termini di stile, funzionalità ed efficienza, James può usufruire di una struttura in grado di esprimere la massima potenza di fuoco: la 665, infatti, sta nascendo nella galleria del vento di Maranello: nell’involucro originale disegnato dall’architetto Piano, è stata realizzato un wind tunnel all’avanguardia per la F.1 moderna (ora può ospitare modelli al 60%), per cui gli aerodinamici del Cavallino non si devono più dividere in trasferte a Colonia alla Toyota o a Hinwil alla Sauber, come è successo nel 2013. La speranza è che i pacchetti di sviluppo della monoposto potranno far evolvere la Rossa nel corso della stagione, senza vedere bocciati troppi particolari come è accaduto, purtroppo, l’anno scorso in una scarsa correlazione fra i dati di galleria e la pista. DE BEER EVOLVE L’AERODINAMICA James Allison, cavallo di ritorno a Maranello, è un fine aerodinamico di formazione e si è portato dietro Dirk De Beer, uno dei collaboratori più fidati dell’inglese, che sta lavorando sodo allo sviluppo della macchina: quella che vedremo alla presentazione fra il 23 e il 25 gennaio e che poi farà il suo debutto nei test di Jerez il 28 gennaio, sarà sostanzialmente diversa da quella che inizierà la stagione in Australia a Melbourne. PAT FRY FRA SIMULAZIONE E SIMULATORE Ma è interessante notare come l’innesto di Allison nel tessuto del Cavallino non abbia portato alla giubilazione di Pat Fry, come era facile ipotizzare. L’ex McLaren, infatti, resta una figura di primo piano nella pianta organica del Reparto Corse, anche se i suoi ruoli sono stati più contornati nelle responsabilità: oltre a gestire gli ingegneri in pista, Pat sta coordinando tutta l’area della simulazione, partendo dal Garage Remoto dove si studiano le strategie di gara per arrivare al simulatore. Il “ragno” della Ferrari, grazie agli ultimi importanti investimenti, è diventato una risorsa molto importante in preparazione della stagione 2014: e non è un caso il fatto che Fernando Alonso e Kimi Raikkonen, che non amano questi strumenti, abbiano accettato di buon grado di guidare nel virtuale. L’approccio ai test di Jerez è fondamentale: i due piloti devono acquisire entro la fine del mese tutte le strategie che permetteranno alla 665 di essere sfruttata al meglio in pista. Certi movimenti sui pulsanti e sui manettini del volante che sarà totalmente nuovo, devono essere perfettamente memorizzati, tali da diventare quasi dei riflessi automatici. UN SALTO DI QUALITA’ NELLA FACTORY La Ferrari, infatti, non si può permettere che i piloti debbano imparare le procedure mentre si inizierà a sgrezzare la macchina in Andalusia: i test dovranno servire allo sviluppo della Rossa e il lavoro preparatorio al simulatore, quindi, sarà fondamentale a definire delle procedure standard. Non sappiamo se la squadra del Cavallino saprà esprimere da subito la migliore monoposto dell’era turbo, però abbiamo la consapevolezza che nella factory di Maranello ora ci siano tutti gli strumenti utili per sfidare Red Bull Racing e Mercedes con una capacità tecnologica da top team che si vuole giocare la partita mondiale fino alla fine…

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