Adrian Newey è a Bologna: il responsabile tecnico della Red Bull Racing ieri sera è stato la grande star dei
Caschi d’Oro di Autosprint, ospite del direttore Alberto Sabbatini con il quale ha diviso l’abitacolo della Maserati GranTurismo MC nel Trofeo World Series. Ai microfoni di
Sky Adrian Newey è tornato sulle polemiche che hanno acceso i giorni successivi al terzo mondiale di Sebastian Vettel conquistato nel contestato Gp del Brasile a Interlagos.
La Ferrari ha fatto bene a mandare una lettera per chiedere dei chiarimenti alla FIA?
“Certamente, se la Ferrari credeva ci fossero delle prove che Vettel avesse sorpassato con le bandiere gialle, ha fatto bene a sollevare la questione, come del resto avrebbe fatto chiunque altro al posto della squadra del Cavallino. Forse è stato un peccato che sia stato fatto così pubblicamente”.
Ha mai avuto dei dubbi sulla legittimità del titolo di Sebastian?
”Era molto chiaro che i commissari di percorso stessero sventolando le bandiere verdi, Sebastian era assolutamente certo di non fatto sorpassi con bandiere gialle, ben sapendo che una cosa del genere gli sarebbe costata il campionato e, quindi, è stato molto attento per tutta la gara. È parso che anche il sorpasso a Vergne fosse regolare e lui ha visto che Sebastian lo passava con bandiere verdi. Noi avevamo la sensazione che tutto fosse a posto, ma certo si rimane sulle spine fino a che non ci sono tutte le prove. Fortunatamente avevamo il video del camera-car di Sebastian dove si vedeva chiaramente la bandiera verde che sventolava”.
Ha ricevuto delle offerte dalla Ferrari?
Non sarebbe molto professionale da parte mia parlare di offerte ricevute in passato o adesso. La Ferrari è la squadra nazionale in Italia, è un grande team e anche io gareggio con una Ferrari quando competo per semplice passione. Corro spesso in Italia ed è sempre un piacere. È un paese meraviglioso ma detto ciò sono alla Red Bull praticamente dall'inizio della loro avventura in F.1. Mi sono sentito molto coinvolto con Christian Horner nella costruzione del team e, quindi, mi sento come se avessi una grande responsabilità nei confronti della squadra. Mi dispiace, ma sono felice dove sono…”.
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