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Accordo FIA-Ferrari: quando il silenzio non è assenso

Ci aspettavamo una reazione di Mercedes e Red Bull sul comunicato della FIA che ha annunciato l'accordo con la Ferrari e, invece, fino a ora c'è stato il silenzio dei canali ufficiali. La Federazione Internazionale ha voluto mettere la sordina alle polemiche pensando che solo chi è senza peccato possa scagliare la prima pietra?

Jean Todt, President, FIA, e Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG

Jean Todt, President, FIA, e Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG

Steve Etherington / Motorsport Images

Perché la Red Bull non ha aperto i megafoni mediatici di cui dispone dopo l’accordo FIA-Ferrari? A Milton Keynes per il momento hanno scelto il silenzio, dopo essere stati i detonatori delle violente polemiche sulla power unit Ferrari nella seconda parte della stagione 2019.

E l’atteggiamento della Mercedes è stato simile, anche se l’irritazione di Toto Wolff e del presidente Daimler, Ola Kallenius, è solo filtrata attraverso i fedelissimi.

Le vittorie di Charles Leclerc a Spa Francorchamps e Monza avevano indispettito gli avversari. Nel GP d’Italia Lewis Hamilton con la Mercedes W10 non era riuscito a insidiare la testa della gara al monegasco, sebbene fosse in scia della SF90 e avesse il DRS aperto.

È vero che l’ala mobile sui rettilinei dello Stradale è molto meno efficace rispetto ad altri circuiti (con l’aerodinamica a bassissimo carico il DRS può valere solo 6 km/h, mentre la scia può dare fino a 16 km/h di velocità massima), ma la supremazia della Rossa all’analisi dei dati GPS aveva scatenato molte polemiche.

Mattia Binotto aveva parlato di un motore evoluto molto spinto e di un assetto della Ferrari parecchio scarico, ma per gli avversari c’era qualcosa che non quadrava perché nei rettilinei accumulava un vantaggio esagerato.

E poi è iniziato un cannoneggiamento della Red Bull che è culminato con le dichiarazioni di Max Verstappen ad Austin dopo la prestazione incolore delle SF90: "La Ferrari? E' quello che succede quando smetti di barare, ovviamente. Non ne sono affatto sorpreso. Dopo quello che è venuto fuori, questo spiega tutto".

Parole taglienti che avrebbero dovuto portare a una sanzione della Ferrari se verificate o a un provvedimento nei confronti dell’olandese e, invece, non è successo niente. Proprio come adesso.

La FIA non ha trovato alcuna prova per inchiodare la Ferrari, anche se i commissari tecnici avevano ricevuto richieste di chiarimento regolamentare molto dettagliate sulle strategie adottate dai tecnici di Maranello nella gestione della power unit.

Al punto da far sorgere il dubbio che ci potesse essere stata una “fuga” di dati sensibili da Maranello che avrebbero potuto portare ad un’altra spy story dopo quella che aveva coinvolto la McLaren nel 2007.

Insomma la pietra tombale della FIA messa sul passato grazie a un discutibile accordo con la Ferrari (la Federazione Internazionale dovrebbe avere la massima trasparenza e, invece, agisce spesso nell’opacità) forse serve a spegnere anche i “lamenti” degli avversari del Cavallino.

Se la Scuderia si è spinta in zone border line nella gestione della power unit, c’è da chiedersi se c’è qualcuno che possa scagliare una pietra perché era senza peccato? Certo si è scelto un modo strano per mettere la “sordina”, nella speranza di far partire un mondiale che non sia avvelenato dalle polemiche ancora prima di cominciare.

Ma siamo sicuri che il risultato sia raggiunto o ci dobbiamo aspettare ancora delle sorprese...

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