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Acciarri: "Alonso non deve tornare subito in macchina"

Il neurochirurgo del Bellaria di Bologna ci spiega perchè il recupero di Fernando è più lento del previsto

Acciarri:

Fernando Alonso non andrà in pista nell’ultima sessione di test collettivi in programma da domani sul circuito di Montmelò, il tracciato a pochi chilometri da dove è ancora ricoverato all’ospedale General de Catalunya, dopo l’incidente che gli è occorso domenica all’ora di pranzo con la McLaren MP4-30.

I tifosi dello spagnolo e gli appassionati di Formula 1 si domandano come mai il campione andaluso venga trattenuto in ospedale anche se i riscontri diagnostici sono negativi ed era stato ricoverato solo per motivi precauzionali. E, allora, cosa sta succedendo? Lo abbiamo chiesto al dottor Nicola Acciari, neurochirurgo dell'Ospedale Bellaria di Bologna, una delle realtà d’eccellenza della nostra sanità pubblica: il medico abruzzese, che è un grande appassionato di automobilismo, ci ha sempre saputo dare delle valutazioni obiettive tanto nell’incidente di Michael Schumacher che in quello di Jules Bianchi. Acciari ha restituito una vita normale a Marcel Tiemann, il pilota tedesco vittima dell'incidente con l'Audi R8 durante la gara imolese del GT Open 2010. 



Analizzando i dati disponibili quale valutazione è possibile fare sulle condizioni di Fernando Alonso?
“La spia della FIA che si illumina nell’abitacolo quando vengono superati i 15G di forza nell’urto dell’auto contro barriere o altro ci fa capire che l’impatto è stato violento, anche se visivamente non drammatico. Con l’angolazione con la quale la McLaren di Alonso ha impattato il muretto, si può ipotizzare che il pilota abbia subìto una brusca decelerazione antero-laterale a destra, con conseguente spostamento brusco del capo e del collo. Non sappiamo in quale direzione in quel momento Alonso guardasse, e quindi come mantenesse il capo; per cui non si può valutare se fosse pronto, muscolarmente, ad un urto. Ricordiamoci che il capo del pilota subisce una decelerazione ingigantita anche dal peso del casco stesso, e che la protezione del collare Hans forse in un movimento di tale tipo è meno efficace”.

E quali conseguenze può aver causato l’impatto della McLaren contro il muro all’uscita della curva 3?
“L’angolazione può aver causato a livello intracranico una concussione cerebrale, con stiramento del tronco encefalico e del midollo spinale, a livello cervicale. Lo stato commotivo di Fernando, seppur lieve, dopo l’incidente giustificherebbero questo. Gli esami radiologici (TC e RM cerebrali) sono risultati negativi perché di fatto vi è stato solo un danno funzionale cerebrale da “scuotimento-stiramento”. Ma è sufficiente a causare lo stato di stupore e rallentamento ideo-motorio temporaneo, associato da cefalea e nausea”.

Il pilota spagnolo a parenti e amici ha detto di aver sentito una scossa alla colonna vertebrale: è possibile?
“Sì, proprio in considerazione della dinamica di stiramento e angolazione (causate da forze inerziali) subite dal rachide cervicale. Del resto, le spalle del pilota sono saldamente fissate dalle cinture di sicurezza all’abitacolo e quindi la testa ed il collo, sebbene attualmente le F.1 siano corredate da protezioni laterali, possono aver subìto la forza inerziale di cui abbiamo sopra parlato, con conseguente stiramento-angolazione della colonna cervicale. L’effetto di tali forze è sicuramente smorzato in parte dal collare Hans, ed in parte dal paracolpi dell’abitacolo; ma l’angolo con cui è avvenuto il trauma non ha impedito ad Alonso di subire questo stiramento del collo, per il quale ha sentito una sensazione di scossa (Segno di Lhermitte ) lungo il rachide, riportando possibilmente anche stiramento e irritazione dei plessi nervosi cervicali e dei muscoli del collo e delle spalle. Il tutto si traduce in sensazione di dolore e fastidio, con possibile nausea, anche per stimolazione del nervo vago”.

Il ricovero sembrava più un atto dovuto che una necessità, mentre ora c’è chi non capisce come mai la degenza si stia prolungando…
“Se fossi il medico personale di Alonso, o comunque il medico della FIA, consiglierei caldamente ad Alonso di evitare i prossimi test, che tra domani ricominceranno, in quanto le sequele di questi incidenti spesso si protraggono e potrebbero condizionare la guida del pilota, mettendo a repentaglio la sua salute e quella degli altri piloti. E poi, per scrupolo, qualche altro controllo radiologico, a distanza di 10-15 giorni dal trauma, lo ripeterei. Del resto, ricordiamoci anche che tutte le persone fisiologicamente con il passare degli anni (sicuramente dopo i 30 ) tendono a soffrire di problemi artrosici cervicali, che a volte sono una predisposizione, in caso di traumi cervicali, a sintomi e segni neurologici successivi ad un urto. Ricordo ancora la radiografia cervicale di Nelson Piquet dopo l’incidente in prova nel Gp di San Marino del 1987 e non sembrava certo quella di un giovane...”.

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