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F1 2021: sono buoni gli orari, ma non il calendario?

Al momento in calendario ci sono ancora 23 gare, con tanto di orari pubblicati oggi, ma appare difficile un ritorno alla normalità: il COVID impone di navigare a vista e rende tutto più complicato anche per la programmazione logistica delle squadre.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16, Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11 EQ Performance, Alex Albon, Red Bull Racing RB16, Lance Stroll, Racing Point RP20, Carlos Sainz Jr., McLaren MCL35, Sergio Perez, Racing Point RP20, Pierre Gasly, AlphaTauri AT01, alla partenza

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16, Valtteri Bottas, Mercedes F1 W11 EQ Performance, Alex Albon, Red Bull Racing RB16, Lance Stroll, Racing Point RP20, Carlos Sainz Jr., McLaren MCL35, Sergio Perez, Racing Point RP20, Pierre Gasly, AlphaTauri AT01, alla partenza

Steven Tee / Motorsport Images

La Formula 1 ha comunicato oggi gli orari di partenza delle gare 2021 per tutte le 23 gara in programma. Il calendario resta però un grande punto interrogativo, ed al momento solo Bahrain, Imola e Barcellona sono di fatto confermate. In attesa ci sono il Gran Premio di Portogallo (programmato il 2 maggio) e la tappa di Monte Carlo, che proprio in questi giorni l’Automobil Club di Monaco dovrebbe aver confermato.

Le restanti gare rispecchiano i contratti stipulati tra la Formula 1 e i vari circuiti, accordi che Liberty Media è pronta a rispettare se non arriverà lo stop da parte dei paesi ospitanti, in linea con quanto accaduto nel 2020.

Tra le squadre, e soprattutto in qualche team minore, c’è un po' di preoccupazione legata al regolare svolgimento della stagione e all’impatto che ne deriva nel rapporto costi/ricavi, una voce molto delicata in questo periodo.

Al termine dello scorso anno i ricavi di Liberty Media sono stati circa il 50% di quelli ordinari, a causa della mancanza presenza del pubblico in pista, dell’impossibilità di poter avere il service ‘paddock club’ (il servizio per ospiti Vip che opera in ogni gara del Mondiale) e dei mancati introiti legati al merchandising, anche in questo caso dovuto all’assenza degli spettatori in tutte le gare disputate.

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Disputare 23 gare garantirebbe, anche in assenza di pubblico, un ritorno ai pagamenti pieni previsti dai contratti televisivi, un ‘attivo’ per le squadre anche considerando le spese si trasferta. Per una squadra i costi logistici sono calcolati in circa un milione a gara (in caso di Gran Premio europeo) e 1.5 milioni per le gare extra europee. Se gli introiti superano questa cifra, ovviamente il gioco vale la candela.

Ad essere particolarmente temuto è un percorso stagionale come quello del 2020. Disputare molte gare in Europa può sembrare un vantaggio in termini di costi, ma lo è solo se le tappe sono cadenzate con un massimo due Gran Premi consecutivi. I temuti triple-header (ovvero 3 GP in sequenza) sono un incubo per i logistici, oltre che per il personale che di fatto è costretto ad una trasferta complessiva di un mese.

Lo scorso anno i team sono stati costretti a realizzare un set in più di ‘equipments’ (ovvero rivestimento dei box e tutta l’attrezzatura di lavoro) per poter affrontare le tre gare consecutive, limitando i trasporti tra una pista e l’altra solo al materiale indispensabile. In pratica mentre si disputava un Gran Premio, una squadra extra di personale era già al lavoro sul circuito della settimana successiva per allestire i box.

Tre gare in sequenza richiedono poi l’utilizzo molto costoso di voli charter, mentre con una cadenza di gare meno stressante si possono considerare anche voli di linea. Al momento il charter è una scelta obbligatoria anche per le tappe extra europee, per andare incontro alle richieste dei paesi ospitanti sul fronte dei controlli sanitari, come richiesto, ad esempio, da Bahrain ed Abu Dhabi nel 2020.

La situazione ideale per le squadre è poter pianificare tutte le trasferte in programma con largo anticipo, ma la situazione Covid non lo permette. Liberty Media e FIA sono così costrette a navigare a vista, con più piani sul tavolo a seconda degli scenari che si delineeranno per farsi trovare pronti davanti a qualsiasi decisione sarà presa dai vari governi nazionali.

“Da una parte la speranza è davvero quella di disputare tutte le gare – ha confermato un addetto ai lavori – perché vorrebbe dire tornare ad una sorta di normalità. Ma visti anche i recenti problemi emersi tra i tennisti recatisi a Melbourne per l’Australian Open, dubito che oggi si possa pensare di uscire dall’Europa, se non in pochi casi come il Bahrain, dove è il governo stesso ad essere il promotore del Gran Premio. Credo che per avere un’idea più precisa del calendario bisognerà attendere ancora qualche mese”.

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