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Vettel - Alonso: due fuoriclasse per un trono

In Germania il tedesco ha avuto la definitiva consacrazione davanti al suo pubblico

E adesso chi ha qualcosa da dire su Sebastian Vettel si faccia avanti: il tedesco per la prima volta ha vinto il Gp di Germania e ha potuto festeggiare la 30esima vittoria davanti al suo pubblico. Ha appena compiuto i 26 anni e già si arrampica fra i fuoriclasse della storia della Formula 1 avendo scavalcato nelle statistiche nomi mitici come Jackie Stewart, Jim Clark, Niki Lauda e Juan Manuel Fangio. Ora ha nel mirino Nigel Mansell fermo a 31, ma forse quello che più si augura di prendere e superare è: Fernando Alonso. L’avversario con la A maiuscola. Che ultimamente si è trasformato anche nel suo “gufo” personale. Fra i piloti in attività resta il ferrarista il punto di riferimento con 32 successi. Lo spagnolo li ha ottenuti in dodici anni, mentre Sebastian gli è arrivato già vicino all’ottava stagione nel Circus: diciamo 210 Gp disputati contro 110. E, soprattutto, ci sono tre titoli mondiali già conquistati, contro i due dell’asturiano. VETTEL E LA FACCIA DA BAMBINO Chi non avesse visto la gara del Nurburgring, può sempre ripassarsi i numeri per riconoscere la giusta consistenza al tedesco, ma chi la corsa ai margini dell’inferno verde l’ha vista non può che riconoscere la grandezza di Sebastian. Con quella sua eterna faccia del bambino mai cresciuto, non è mai diventato l’idolo delle folle tedesche come era Michael Schumacher. Anzi, spesso riesce ad essere epidermicamente antipatico, pur avendo fatto poco per esserlo. È un “peperino” cresciuto nella bambagia, un predestinato che ha mantenuto le promesse. Un “bastardo” che non ha rispettato gli ordini di scuderia l’unica volta che gli è stato chiesto di stare al suo posto, perché è così che fanno i vincenti con un’autostima tracimante. Perché alla fine nel palmares si ricorderà solo il successo e non la “maialata” perpretata ai danni del compagno di squadra. RED BULL RB9 ALLA QUARTA VITTORIA Sebastian Vettel al Ring ha allungato le mani sul quarto titolo mondiale di fila con la Red Bull Racing: i 34 punti che lo separano da Fernando Alonso sono un bottino che vale oro. La RB9 ha iniziato la stagione balbettando, ma in nove gare ha già centrato quattro affermazioni, il doppio di Ferrari e Mercedes, mentre la Lotus si è fermata alla vittoria di Melbourne, nel Gp di apertura. Il tedeschino domenica ha dato prova di essere un fuoriclasse: sotto pressione non sbaglia più, ma sa gestire con lucidità le difficoltà (in un paio di giri il KERS non ha ricaricato l’energia della frenata). DISPOSTO AD ACCETTARE KIMI Sotto la scorza del ragazzo c’è un pilota maturo (anche se alla radio urla ancora come un adolescente) che è disposto ad accettare la sfida di avere in squadra un altro campione del mondo. Non chiude la porta a Kimi Raikkonen, ma vuole essere informato dei fatti, ben sapendo di avere alle spalle tutto il team di Milton Keynes che lo protegge. E un “padrino” come Helmut Marko che gli spiana la strada ogni volta che le cose diventano difficili. Un mastino che gode della piena fiducia di Dietrich Mateschitz, il “padrone”. LA VOGLIA DI CAVALLINO E non sta più in piedi nemmeno l’obiezione che è sempre sulla macchina migliore: è certamente vero, ma non è una colpa. Prima o poi andrà a Maranello proprio per dimostrare di essere in grado di proseguire la collana di successi anche al di fuori dei “bibitari” e magari saprà scegliere il momento del passaggio quando il Cavallino sarà in grado di dettare legge nella nuova era turbo, senza pagare l’attesa che ha reso lunga l’aspettativa anche di Schumi (cinque anni prima di iniziare il ciclo forse irripetibile) e dilaniante quella di Alonso (siamo già al quarto anno anche per l’asturiano). DALL’UNGHERIA VANTAGGIO DI GOMME Verrebbe da dire che non c’è partita, soprattutto tenendo conto che dal Gp d’Ungheria torneranno le gomme con la struttura 2012, andando incontro alle esigenze di Adrian Newey che per le sue monoposto predilige assetti molto rigidi. Eppure non bisogna dare niente per scontato, perché l’anno scorso di questi tempi era proprio Fernando Alonso il pilota con 34 punti in più del tedesco. E sappiamo tutti come poi è finita. LA FERRARI SI E’ SMARRITA La Ferrari ha perso la smalto di inizio campionato. Non può essere l’aumento della temperatura della domenica ad aver messo fuori gioco la F138. Se così fosse ci sarebbe da preoccuparsi più di aver sbagliato le scelte strategiche. I tattici di Maranello questa volta non l’hanno azzeccata: hanno preso il rischio di qualificarsi con le gomme medie anziché le morbide e si sono ritrovati davanti non solo la Red Bull dell’incubo tedesco, ma anche le due Lotus risorte per il caldo. La F138 con il primo treno di gomme ha fatto uno stint più corto del preventivato, mostrando limiti prestazionali evidenti. E solo la provvidenziale safety car ha riportato Alonso a tiro dei primi tre, altrimenti ballavano venti secondi che avrebbero dato un’altra lettura alla corsa. Le novità tecniche portate agli ultimi Gp non hanno convinto, come se fra la galleria del vento e la pista ci fosse di nuovo una discrasia di dati. Nel Reparto Corse assicurano che non è così. E i riflettori si sono spostati nell’area della simulazione, dove Pedro de La Rosa è il volto nuovo voluto da Alonso, che ha portato delle novità su un sistema che non era il più evoluto, ma certo funzionava… GLI INCIDENTI DI MASSA SONO UN CASO Deve far riflettere anche la sequenza di incidenti di Felipe Massa: se sono errori ripetuti del brasiliano non si capisce perché bisogna rinnovargli la fiducia (Domenicali), mentre gli si attribuiscono indirettamente delle responsabilità (Fry). La sensazione, però, è che si sia stiano estremizzando delle soluzioni a scapito dell’affidabilità. Per rimettersi in corsa in questo mondiale non basta arrivare sempre al traguardo, ma bisogna vincere delle gare per rubare punti a Vettel. Il fumo delle ruote posteriori di Felipe e il cambio bloccato in quinta indicano che qualcosa potrebbe essersi rotto al Ring. Qual è il vantaggio di cuocere a fuoco lento il pilota, se il guaio sta altrove? La sirena di James Allison è tornata a turbare i sonni di Maranello… LA RISURREZIONE DAI TEST La Ferrari ha la grande occasione per rimettersi in carreggiata sfruttando al meglio i tre giorni di test a Silverstone dal 17 al 19 luglio: l’anno scorso nell’unica sessione svolta al Mugello erano state messe le basi di una rimonta estiva entusiasmante. Fernando Alonso giura che si sia trovato il motivo che penalizza la Rossa: e allora faccia il collaudatore per un giorno della Pirelli per trovare quel filo che sembra essere stato perso…

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