Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera
Ultime notizie

Quanti veti incrociati che fanno male alla Formula 1!

Il divieto di provare i motori V6 Turbo o di testare le gomme 2014 e i giovani piloti è assurdo

La Formula 1 è ancora uno sport o è solo uno spettacolo? Se fosse uno sport tutti i partecipanti dovrebbero partire con uguali possibilità di vincere. Almeno sulla carta. Non bisogna essere dei nostalgici e non serve inseguire il tempo andato perché lo sport ha modificato il suo DNA cercando nelle sponsorizzazioni e nelle televisioni l’ancora di salvezza. È chiaro a tutti che il Sassuolo, squadra neo-promossa nel campionato di calcio di Serie A, non potrà puntare allo scudetto contro Juventus, Napoli e Roma, società molto più strutturate e ricche. La potenza economica condiziona le prestazioni, il mercato e la capacità di attrarre degli investimenti. Nessuno si stupisce. È così che va il mondo. Il fatto è che la Formula 1 non è più sapientemente “governata” da Bernie Ecclestone. Mister E ha perso il controllo del pallino. Sarà per i suoi guai giudiziari, sarà per l’età che avanza, sta di fatto che il sistema rischia di implodere perché non c’è un vero progetto condiviso per il futuro. Ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Basta fotografare la situazione attuale per rendersene conto: i veti incrociati di un Costruttore con l’altro, della FIA con la FOM e viceversa, rendono la F.1 un gigante con i piedi di argilla. NIENTE TEST PER I MOTORI V6 TURBO Ci limitiamo a fare tre esempi per spiegare la situazione. L’anno prossimo debutteranno i motori V6 Turbo dotati dei sistemi ibridi per il recupero di energia cinetica e termica. La volontà è di ridurre drasticamente i consumi (almeno del 30 per cento) e le emissioni. L’obiettivo è encomiabile perché avrà importanti ricadute sul prodotto di serie: le corse torneranno a contribuire alla ricerca. I soldi investiti non saranno “buttati” solo nello studio di soluzioni aerospaziali finalizzate all’aerodinamica, ma contribuiranno all’evoluzione di sistemi che ci permetteranno di avere una mobilità più sostenibile. Al punto che sono diverse le Case che stanno “occhieggiando” alla Formula 1, interessate al ruolo di motorista. La Honda è la prima che si aggiungerà a Ferrari, Renault e Mercedes nel 2015. Il ritorno dei motori turbo, quindi, potrà dare un impulso al futuro dei Gp, ma rischia di essere una mannaia per il presente. POWER-UNIT CON CINQUE ELEMENTI La fornitura dei V6 da 1,6 litri costerà molto di più rispetto ai più tradizionali motori V8 atmosferici: sui propulsori grava un costo di ricerca e sviluppo per l’introduzione di diversi progetti innovativi. Il Costruttore avrà la responsabilità del motore termico, ma saranno altri fornitori a dare turbocompressore, KERS, ERS e batteria. La power-unit, infatti, sarà composta da cinque elementi che non hanno mai girato insieme. È tutto nuovo, inedito. E allora cosa fa la F.1? Vieta i test. Come i team simulano l’evoluzione delle monoposto al CFD e in galleria del vento, allo stesso modo le Case devono arrangiarsi ai banchi prova. I COSTRUTTORI SI INGEGNANO Le monoposto dotate dei motori downsizing le vedremo il 31 gennaio nei test di Jerez: nel frattempo i Costruttori si “ingegnano” a trovare delle soluzioni per sperimentare in pista le nuove soluzioni. La Ferrari ha modificato la F150 per montare un V6 Turbo (non di F.1) con molti annessi e connessi che andranno sulla monoposto 2014. E la Renault? Ha preso una monoposto World Series ci ha trapiantato la power-unit che gira in segreto a Magny-Cours. La Mercedes avrebbe prenotato l’impianto spagnolo di Idiada per procedere anche lei alle sue valutazioni in pista: con quale mezzo? Per ora non si sa, visto che a fare notizia era stata l’esplosione che aveva provocato un incendio a Brixworth, la sede inglese dove si costruiscono i motori ad alte prestazioni della Stella a tre punte. Insomma, ciascuno si arrangia come può, in un gioco delle parti che alla fine rischia di costare più di una monoposto “ibrida”. QUANT’E’ DIFFICILE ESSERE FORNITORI DI GOMME! Il secondo aspetto della perversione della F.1 si evidenzia nel rapporto con il gommista. La Pirelli in questo terzo anno nel Circus non è stata esente da colpe: non sta a noi giudicare se gli pneumatici si delaminavano perché le monoposto avevano prestazioni di gran lunga superiori a quelle simulate, oppure se le squadre hanno fatto le furbe esasperando pressioni, camber senza rispettare i vincoli di sicurezza del Costruttore (venivano anche montate le coperture senza tenere conto del senso di rotazione). La Casa milanese chiede da mesi di effettuare dei test per valutare in pista le gomme 2014 visto che la pioggia ha fatto abortire il collaudo nelle libere del venerdì a Interlagos. IN BAHREIN CON TRE VETTURE Dopo una trattativa sfibrante si è raggiunto un accordo per effettuare tre giorni in Bahrein dal 17 al 19 dicembre con tre vetture: Red Bull Racing, Mercedes e Ferrari. Le prime tre del mondiale Costruttori. Alla Pirelli sarebbe bastata una macchina (la Ferrari), ma a Milton Keynes hanno fatto tutto il possibile per bloccare la sessione straordinaria, perché proprio in Brasile erano stati gli unici a far chiudere un giro a Sebastian Vettel con le slick del 2014. Il sistema di simulazione Red Bull sta già rielaborando i (pochi) dati raccolti per cui Christian Horner voleva giocarsi quel vantaggio competitivo. VA TROVATA UNA SOLUZIONE Per mettere tutti alla pari sarebbe stato necessario portare le undici squadre, ma il costo per la Pirelli sarebbe stato mostruoso oltre che molto complicato gestire la rotazione dei treni sperimentali, senza mettere in conto che ci sono team che hanno dato il rompete le righe al personale di pista e altri che non hanno più il becco di un quattrino. PUNITI I GIOVANI PILOTI In ultimo nella lista è giusto metterci i giovani piloti: chi entra nel Circus non ha diritto di fare “allenamento”. E così a Davide Valsecchi, quando si è liberato il posto di Kimi Raikkonen ad Austin e Interlagos, si è preferito l’esperto Heikki Kovalainen. L’operazione portata avanti da Eric Boullier è stata deficitaria da tutti i punti di vista. E che dire della Sauber che voleva valutare Sergey Sirotkin? Il russo ha potuto fare solo un’esibizione a Sochi, ma non poteva disporre di una C32 per coprire la distanza indispensabile per ottenere la Superlicenza di F.1. I veti incrociati fra i team principal blindano la Formula 1: si comportano proprio come i nostri politici, evocando scenari fantastici che poi non si realizzano mai per le beghe di bottega. Sono lontani dalla realtà proprio come i nostri amministratori e il rischio della disaffezione può essere grande, specie con regole rivoluzionarie difficili da far comprendere. TEAM PRINCIPAL AVULSI DALLA REALTA’ Il bello è che sono gli stessi esponenti delle squadre ad ammettere che nei primi Gp del 2014 non ci si dovrà stupire se finiranno solo quattro o cinque vetture. La colpa ovviamente sarà delle power-unit poco affidabili, non della cecità di chi gestisce il Circus. E Bernie Ecclestone che ha sempre criticato l’adozione dei V6 Turbo si fregherà le mani. Che soddisfazione…

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Renault prova il V6 turbo sulla World Series?
Articolo successivo Bernie punge Alonso: "Si è un po' arreso nel 2013"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera