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La Ferrari volta pagina e dà una... sterzata

La deludente stagione 2013 è già archiviata: Stefano Domenicali è già proiettato nel 2014

Fernando Alonso è tornato sul podio con la Ferrari nell’ultimo Gp della stagione. Lo spagnolo ha riportato la Rossa dove avrebbe dovuto essere: dietro alle due Red Bull Racing. Le RB9 hanno avuto una superiorità indiscutibile e imbarazzante: Sebastian Vettel, dalla pausa estiva in avanti, ha infilato nove vittorie di fila, sommandone tredici nell’intera stagione. Agguantando un altro record di Michael Schumacher che sembrava inossidabile. Il quattro volte campione del mondo avrebbe vinto il mondiale Costruttori da solo: ha totalizzato 397 punti contro i 360 messi insieme dai due piloti della Mercedes. E il conteggio delle vittorie stagionali è utile a darci la misura dei valori in campo. Dietro al tedesco che giganteggia con i 13 successi, spunta la W04 con tre affermazioni (due Rosberg e una Hamilton), con la Ferrari terza grazie alle due vittorie di inizio stagione dello spagnolo, mentre la Lotus è quarta vantando la supremazia di Kimi Raikkonen nel solo Gp di apertura a Melbourne. Questa graduatoria, quindi, “fotografa” la classifica dei Costruttori. UN BILANCIO NEGATIVO PER IL CAVALLINO Se si vuole stilare un primo bilancio della stagione 2013 della squadra del Cavallino il quadro è negativo. Fernando Alonso era partito per lottare per il mondiale, confidando nel potenziale della F138 che, invece, ha deluso le aspettative, specie nel lavoro di sviluppo. La macchina messa in pista a inizio anno aveva mostrato delle potenzialità che poi si sono perse per strada. La Rossa si è plafonata, mentre gli avversari crescevano. I pacchetti aerodinamici portati nel corso del campionato spesso sono stati bocciati nelle prove libere del venerdì, dimostrando i chiari limiti della squadra di Maranello che è stata costretta a sviluppare le nuove soluzioni nella galleria del vento di Colonia, mentre quella propria è stata sottoposta a un’importante ristrutturazione che l’ha resa nuovamente attiva solo da metà ottobre. COLPA DELLE GOMME MA NON SOLO E così il mondiale piloti è diventato un miraggio. Ma anche il “premio di consolazione” del secondo posto è svanito, seppure per poco. La F138 è parsa un gambero… rosso, perché dietro alle RB9 sono comparse le Mercedes, ma anche le Lotus e talvolta le Sauber. La Ferrari è stata pesantemente penalizzata dal cambiamento di gomme a partire dal Gp di Gran Bretagna. Il ritorno alle costruzione del 2012 è stato deleterio, perché il sistema si soffiaggio degli scarichi, che aveva funzionato alla meno peggio fino a Silverstone, è tornato ad essere un disastro proprio come accadeva l’anno scorso. Onestamente gli uomini del Cavallino non gettano la croce addosso alla Pirelli (cha ha subito delle scelte politiche FIA), ma riconoscono i limiti oggettivi della macchina. ALONSO TORNA SUL PODIO Tutta questa premessa è servita per porre una riflessione: a Interlagos la Ferrari è tornata sul terzo gradino del podio dopo cinque Gp di sofferenza con poche novità tecniche, tali da giustificare il “salto” prestazionale (Alonso è a 60 millesimi di secondo dal giro più veloce in gara conquistato da Mark Webber). Finalmente si sono visti in corsa i deviatori di flusso a ponte che erano stati messi in soffitta sia a Abu Dhabi, sia a Austin (mentre i turning vanes era sempre gli stessi, a dispetto di chi vedeva novità a tutti i costi). Fernando Alonso ha concluso il Gp del Brasile a 18,9 secondi da Vettel: se il tedesco non avesse perso 13 secondi al secondo pit stop (la squadra non era preparata al rientro di Sebastian, tant’è che mancava la gomma anteriore destra), l’asturiano avrebbe collezionato il solito mezzo minuto di distacco dalla RB9 di punta. SIMULAZIONE: RISORSA O PROBLEMA? La novità è che gli altri sono finiti dietro alla Rossa. Come mai? Verrebbe da dire perché non c’erano dati utili per le simulazioni. Venerdì e sabato è piovuto copiosamente, per cui i piloti si sono schierati per la corsa avendo scoperto il comportamento delle loro monoposto con le gomme slick nei giri di formazione della griglia (fino alla chiusura della pit lane i concorrenti potevano completare più tornate passando dalla corsia dei box). Senza dati utili, le squadre hanno dovuto affidarsi all’esperienza: il muretto del Cavallino non ha commesso errori, “teleguidando” Fernando Alonso sul podio: lo spagnolo è stato micidiale quando aveva la libertà di andare all’attacco, ma ha saputo gestire sapientemente anche i momenti in cui doveva “rispettare” le gomme per evitare il rischio di un degrado anticipato e improvviso. LA LOTUS E’ SCOPPIATA E la “zoppicante” F138 si è difesa bene (Felipe Massa, autore di una partenza splendida, poteva concludere alle spalle del capitano se non avesse pagato un discusso drive through) lasciandosi alle spalle Mercedes, McLaren e Sauber. La Lotus, invece, è letteralmente scoppiata all’ultima gara: Romain Grosjean ha visto andare in fumo il motore Renault dopo pochi giri, mentre Heikki Kovalainen è stato un “fantasma” sulla E21. FRY ALLA FINE DEL SUO CICLO Non è che l’eccesso di dati, calcoli, simulazioni incasini il lavoro della squadra di Maranello? In questo ambito la Scuderia Ferrari sembra pagare ancora uno scotto sulla migliore concorrenza. La volta che si sono dovuti mettere da parte i computer, la F138 ha ritrovato uno straccio di competitività nella quale non credeva più nessuno. Insomma, la rivoluzione voluta da Pat Fry nelle metodologie di lavoro non ha dato i risultati sperati. Le chiavi dell’ufficio tecnico sono state date a James Allison, l’ex dt Lotus arrivato in settembre, quelle della galleria del vento al suo delfino, Dirk de Beer. Aspettiamoci, quindi, del personale in uscita dal Reparto Corse. Sebbene a Maranello smentiscano, si moltiplicano le voci di un interessamento della Toro Rosso a Pat Fry che sta arrivando alla fine del suo contratto. Gerhard Berger avrebbe consigliato l’inglese a Dietrich Mateschitz, dopo che a Faenza ci sono dubbi sulla funzione di James Key, mentre è una bufala il ritorno di Ross Brawn a Maranello. L’ingegnere di Manchester, ormai un esubero della Mercedes, non farà il suo rientro in Italia: un ruolo tecnico non lo interessa, ma la posizione di Stefano Domenicali non è in discussione, per cui non c’è spazio per Ross che guarda alla McLaren-Honda come a un’alternativa interessante in chiave 2015. OBIETTIVO 2014 Il sipario è sceso sulla stagione 2013 e lo sguardo è già al 2014: Fabio Montecchi è l’ingegnere che cura il progetto sotto l’occhio di Nicholas Tombazis contando sul contributo di idee di Rory Byrne. James Allison può contare su un gruppo forte, considerato che l’integrazione con i motoristi di Luca Marmorini è eccellente: si dice che anche in questo ambito ci saranno dei movimenti con Mattia Binotto che sarà nominato vice del tecnico toscano a cui potrebbe essere affidato il reparto elettronico, fondamentale nello sviluppo dei sistemi ibridi (ERS e KERS). La Ferrari è in piena trasformazione: sta cambiando pelle per prepararsi alla rivoluzione della monoposto con il turbo. Luca di Montezemolo schiererà due campioni del mondo per andare all'attacco del titolo: Kimi Raikkonen affiancherà Fernando Alonso. Il Presidente non si vuole privare di niente per riprendersi quel titolo che manca dal 2007. E il 2014 sarà l’ultima chiamata per molti...

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