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Si vergogni chi vuole dare la colpa a Bianchi!

Bandiere gialle, muletto pericoloso, assetti non modificabili: la Formula 1 deve fare mea culpa

E adesso tutti a dire che le monoposto di Formula 1 dovranno essere più protette, più sicure. Il roll bar della Marussia di Jules Bianchi è stato letteralmente divelto. Perché? È andato a sbattare contro un trattore! Secondo voi una monoposto è stata disegnata, progettata e costruita per fare un crash test contro un muletto? Certamente no.

SI E’ DIMENTICATA MARIA DE VILLOTA?
Ora si cercano analogie e precedenti in un passato più o meno remoto, mentre il più calzante è quello di Maria de Villota, la spagnola che si era gravemente ferita il 3 luglio 2012 nell’impianto dell'Imperial War Museum, a Duxford, dove proprio la Marussia stava conducendo dei test aerodinamici sulla pista aeroportuale annessa. La spagnola era andata a sbattere violentemente contro la sponda del bilico del team di Bambury (che tragica coincidenza!) devastandosi il volto. Il problema non deriva dalla sicurezza passiva delle vetture da Gp, anche se ovviamente non bisogna assolutamente abbassare la guardia, portando avanti la ricerca che è in corso e che la FIA non ha mai messo in secondo piano.

NON E’ COLPA DI JULES: SI VERGOGNI CHI LO PENSA!
Nella tragedia di Jules è un altro l’aspetto da mettere in rilievo: è possibile che una monoposto possa andare a sbattere contro un mezzo di soccorso? Qualcuno ritiene che Bianchi non abbia rallentato abbastanza vedendo le doppie bandiere gialle esposte per guadagnare chissà che cosa con la derelitta Marussia. La tendenza è sempre quella di dare la colpa al pilota. Accadde lo stesso con Ayrton Senna, proprio venti anni fa. In quel maledetto Gran Premio di San Marino che è stato lo spartiacque di una Formula 1 che non esiste più. C’è chi sta facendo lo stesso con Bianchi, mentre Jules lotta fra la vita e la morte e non può difendersi. Troppo comodo!

LE BANDIERE GIALLE: PRESCRIZIONI DI SICUREZZA
Tutti i piloti che hanno una licenza di conduttore in tasca sanno che per qualsiasi incidente c’è un sistema di segnalazione del pericolo che è internazionale: bandiera gialla agitata nella postazione che precede il crash, doppia bandiera agitata nel punto di pericolo dove possono essere in azione commissari e soccorritori, e poi ancora una postazione di bandiera gialla agitata, prima di trovare nuovamente la bandiera verde che consente di riprendere la corsa. Dove ci sono le bandiere gialle esposte si deve rallentare (e nel caso la pista sia ostruita fermarsi) ed è vietata qualsiasi manovra di sorpasso. Basta prendere l’annuario FIA e leggersi cosa c’è scritto nelle prescrizioni di sicurezza. Ma oggi è consuentudine che quando accade qualcosa di serio si utilizza la safety car: perché non è stata usata?

CHI DECIDE QUAL E’ IL MEZZO DI SOCCORSO GIUSTO?
Ma dove sta scolpito nella pietra qual è il giusto mezzo di soccorso che deve entrare in pista per spostare una monoposto incidentata? Il trattore della curva 8 era del tutto inadeguato all’intervento. Quei mezzi così pesanti di solito si usano nelle vie di fuga in fondo alle quali le vetture non ci arrivano mai. Altrimenti si scelgono strumenti più agevoli o gru con il solo braccio elevatore che sporge in pista. Ogni postazione ha necessità e caratteristiche diverse. Non serve lo stesso tipo di mezzo per tutta la pista. E se si sa che c’è un “dinosauro d’acciaio” allora si deve proteggere la postazione facendo uscire la safety car, senza se e senza ma.

E ERICSSON IN TESTACODA IN SAFETY CAR?
Tutto il resto sono chiacchiere da bar. Come se proprio oggi non si fosse visto andare in testacoda Marcus Ericsson con la Caterham nei primi due giri del Gp del Giappone che si sono disputati sotto alla pioggia scrosciante e in regime di safety car: andava pianissimo e si è girato in aquaplaning perché il pattino di legno strisciava sull’acqua e le ruote non avevano più direzionalità. Così giustamente si è bloccata la corsa con la bandiera rossa!

IL FOLLE DIVIETO DI NON POTER CAMBIARE ASSETTO
L’altra fesseria di questa Formula 1 è il dover mantenere gli stessi assetti in qualifica come in gara. Che ci sia il solleone o il monsone. La regola era stata pensata per ridurre i costi, quando c’erano i motori realizzati apposta per la qualifica. Cambiare gli angoli caratteristici dell’assetto (ridurre il camber per avere più impronta delle gomme sull’asfalto, aumentare l’altezza da terra per evitare che il pattino del fondo possa generare l’aquaplaning, ammorbidire le barre) non costa niente, ma permetterebbe ai piloti di non fare delle figure da “pivelli” evitandogli rischi inutili, spesso a bassa velocità. Ci sono tanti interventi che si potrebbero fare a costo zero, con un minimo di logica e razionalità. Ma quanti sono i team principal che hanno la cultura per capire di cosa stiamo parlando? Basterebbero le dita di una mano, forse…

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