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Solo i campioni vanno oltre i limiti delle monoposto

A Budapest abbiamo rivisto i Cavalieri del rischio: Alonso, Ricciardo e Hamilton hanno dato un grande spettacolo

Chi l’ha detto che all’Hungaroring non si passa? Il Gp magiaro 2014 passerà alla storia come una delle gare più belle e combattute degli ultimi anni con tutti gli ingredienti che hanno fatto la fortuna della F.1: non sono mancati i sorpassi e gli incidenti ad animare una corsa che ha tenuto tutti con il fiato sospeso per quasi due ore. E proprio in Ungheria abbiamo avuto una ulteriore conferma al nostro pensiero: non è necessario cambiare le regole tecniche per avere lo spettacolo, ma basta limitare l’invadenza delle simulazioni e degli ingegneri nella conduzione della corsa.

AZZERATE LE SIMULAZIOMI AL COMPUTER
E’ bastato un provvidenziale acquazzone prima che le monoposto si schierassero in griglia per azzerare gli studi che i tecnici dei race control delle singole squadre avevano elaborato con i super calcolatori che ormai da anni sono installati nelle rispettive factory. Quando Charlie Whiting spinge il pulsante che spegne i cinque semafori sul rettilineo di partenza, ci sono ingegneri che già sanno per filo e per segno quale sarà l’andamento della gara del proprio pilota, definendo le strategie dei pit stop in funzione della durata delle singole mescole di gomme e del consumo di carburante.

SI PARTE CON MENO BENZINA DI QUELLA CHE SERVE
Ora il problema non è sapere se bastano 100 litri di benzina per coprire un Gp (la difficoltà potrebbero emergere a Austin e Abu Dhabi), ma azzardare con quanto carburante in meno si può partire al via, ben sapendo che ogni 10 kg di peso in meno su una F.1 in media valgono circa 3 decimi di secondo al giro (il valore in Ungheria era di 0”34). Per completare i 306,630 km della distanza di 70 giri erano necessari 93 kg di carburante, ma sono diverse le monoposto che sono scattate con meno di 90 kg, salvo poi dover rallentare come ha fatto Fernando Alonso in Germania con una guida lift-off (vale a dire con il pedale del gas parzialmente in rilascio) già 300 metri prima della staccata, mentre era in bagarre con le Red Bull Racing.

SONO TORNATI I CAVALIERI DEL RISCHIO
In Ungheria, invece, è saltata per la pioggia quella che era la “costruzione” della corsa fatta a tavolino e a emergere sono stati i piloti. E abbiamo rivisto i Cavalieri del rischio che si sono sfidati in duelli emozionanti, ruota a ruota. Risfoderando un coraggio d’altri tempi per improbabili (e, invece, possibili) sorpassi anche su un tracciato come quello magiaro che spesso ha scritto la classifica finale della gara con la lista dei tempi della qualifica, dedotti i ritirati. Ayrton Senna l’aveva detto che non esistono punti di un circuito dove non si possa superare e domenica ne abbiamo avuto una valida prova.

ALONSO GRAZIATO DAI COMMISSARI SPORTIVI
I campioni davanti a dare spettacolo, gli altri a far numero o… danni. Budapest ci regala una nitida fotografie dell’attuale F.1: giovedì ci sarà il meeting di Bernie Ecclestone (con Flavio Briatore) con le squadre per definire gli eventuali cambiamenti del Circus per favorire lo show, visto il preoccupante calo di spettatori che si è visto anche all’Hungaroring. Speriamo che non facciano danni con soluzioni plastiche, finte, perché la Formula 1 ha bisogno di genuinità. E ben venga l’allentamento delle sanzioni da parte del collegio dei commissari sportivi della FIA, altrimenti lo stratosferico Fernando Alonso si sarebbe beccato una penalizzazione per l’unico taglio di chicane che gli è capitato in 70 giri. Nessuno ha chiesto che lo spagnolo cedesse la posizione, nessuno ha fatto reclamo (bravi quelli della Mercedes).

FERNANDO FANTASTICO, OLTRE I LIMITI DELLA F14 T
Dalla trasferta che precede le vacanze si sono stagliati tre piloti su tutti: Fernando Alonso, Daniel Ricciardo e Lewis Hamilton. Il ferrarista con una macchina che è un “carciofo” ha fatto i miracoli conquistando un secondo posto che vale quanto una vittoria. Lo spagnolo è stato in testa fino a tre giri dalla fine, quando ha dovuto soccombere a Daniel Ricciardo, il nuovo che avanza, ma fino a quel momento è stato magistrale nel tenere dietro tutti con una Rossa che si era fatta larga, tanto larga occupando tutta la pista.

LO SPAGNOLO HA FATTO 31 GIRI CON LE SOFT!
Fernando, sopraffino in gara, ha saputo far durare le Pirelli soft per 31 giri, andando ad un passo che ha stupito gli stessi ferraristi, per quanto proprio le simulazioni del venerdì indicassero che la F14 T non era poi tanto male su una pista di trazione. E in alcuni frangenti della corsa la Ferrari si è rivelata un fulmine, segno che ci sono potenzialità che non si possono sviluppare per un progetto anti-convenzionale (per esempio il serbatoio dell’olio è collocato nel cambio) che ha reso la monoposto troppo instabile e mutevole nell’arco della stessa gara. E non parliamo della discutibile sospensione anteriore pull-rod, “pallino” di Nicholas Tombazis. Il campione spagnolo guida sopra i problemi e si meriterebbe una macchina per lottare alla pari con i due della Mercedes. Marco Mattiacci, team principal del Cavallino, è uomo schietto: sa che ci sono da recuperare 1”2 dalle frecce d’argento e che sarà un processo lento.

MATTIACCI NON S’ILLUDE. ORA PAT FRY E’ A RISCHIO
Il manager romano non vuole che la squadra s’illuda per un secondo posto e domenica ha promesso che nella riunione del lunedì avrebbe ripreso il filo dal disastro di sabato e non dal secondo posto di domenica. Era dato per scontato il taglio di Pat Fry: l’ex dt inglese, infatti, si è fidato più delle indicazioni di Neil Martin, responsabile del Race Control, che delle insistenti richieste di Kimi Raikkonen. Finora non c’è stato alcun provvedimento, ma c’è chi giura che il britannico abbia riallacciato i contatti con la McLaren. Vedremo…

RICCIARDO, UN TALENTO CHE ENTRA FRA I GRANDI
E vogliamo parlare di Daniel Ricciardo? L’australiano è il castigatore delle Mercedes, l’unico che è riuscito a metterle in ginocchio due volte con la Red Bull Racing. Se il successo in Canada è stato piuttosto casuale, determinato più dai guai delle W05 Hybrid che dal potenziale della RB10, quello in Ungheria è stato cristallino. Daniel ha infilato Lewis Hamilton con un fantastico sorpasso all’esterno, prima di infilzare Alonso che stava facendo un gran tappo (aveva alzato di quattro secondi il passo di gara) e di prendere il largo per un successo che lo promuove fra i grandi.

DANIEL STA DISINTEGRANDO LE CERTEZZE DI VETTEL
Smile, come lo chiamano gli inglesi per il sorriso radioso che lo accompagna sempre, sta sgretolando le certezze di Sebastian Vettel: il tedesco rischia di vedere dimenticati i quattro titoli mondiali del suo pedigree. Senza scarichi soffianti non sembra il migliore interprete della nuova era della F.1: evitare di sbattere all’ultima curva per capacità e fortuna (Perez, invece, si è schiantato nelle protezioni) è stato un segno della sua abilità nel controllo della vettura, ma Vettel sembra aver perso il tocco magico, mentre a Daniel riesce tutto o quasi. La Red Bull RB10 sta crescendo e ha buone speranze di fare il tris anche a Singapore. Daniel è a 71 punti da Nico Rosberg, ma non ha spento le speranze di riaprire un mondiale che sarebbe già finito senza i problemi di affidabilità delle Mercedes.

HAMILTON SUL PODIO DALLA PIT LANE DOPO IL ROGO IN Q1
Lewis Hamilton è stato l’eroe dell’Hungaroring: ha reagito al meglio al rogo della sua W05 Hybrid causata da una perdite di benzina all’inizio delle qualifiche. Gli hanno dovuto rifare la macchina visto che sono stati sostituiti telaio, motore e trasmissione (il telaio l’ha cambiato anche Kevin Magnussen dopo il botto in Q3 con la McLaren). I ragazzi di Brackley hanno svolto un lavoro eccellente, visto che Lewis si è prodotto in una rimonta entusiasmante, ma sarebbe giusto cambiare il regolamento e permettere a chi rivoluziona la macchina e deve partire dalla pitlane di effettuare almeno un giro di ricognizione per verificare che tutto sia in ordine. E, in questo caso, dovrebbe valere il motivo di sicurezza: come si può mandare al via di una gara una macchina che non ha fatto un metro?

MERCEDES: UN ORDINE DI SQUADRA SBAGLIATO ANCHE PER LAUDA
Hamilton agguanta un terzo posto che riduce a 11 le lunghezze dal rivale Rosberg, ma il clima alla Mercedes si è fatto irrespirabile perché è sempre più chiaro che nel team gradirebbero di più un campione tutto tedesco. Non lo dicono, ma è nei fatti degli ultimi Gp. L’ordine di scuderia impartito a Lewis è stato un errore strategico grave: è vero che Nico stava rimontando al passo garibaldino con le gomme Soft fresche, ma l’inglese non è il gregario che si deve fare da parte perché arriva da dietro il capitano, visto che sembra essere l’unico divale per il titolo. Bene ha fatto l’inglese a non ascoltare la radio e a fare la sua corsa, ma l’episodio fa piombare altri dubbi e fantasmi nella fragile mente dell’inglese. Per fortuna ci ha pensato Niki Lauda a stemperare le polemiche dando ragione a Lewis e ora anche Toto Wolff vuole lasciare libertà d’azione ai suoi due piloti, ma è indubbio che la Mercedes sotto pressione sbaglia. Eccome. La gestione dei pit stop di Nico non è stata affatto perfetta: sbagliati i tempi e sbagliati i modi. Rosberg ha quasi segato una mano al meccanico che gli stava togliendo lo scotch dalla presa d’aria dei freni anteriore sinistra, per il surriscaldamento in atto all’impianto dotato di dischi Carbon Industrie.

IL COLOSSO TEDESCO DIVENTA AGGREDIBILE?
Il Colosso tedesco, insomma, diventa meno invincibile quando viene messo sotto pressione: l’affidabilità della W05 Hybrid comincia a lasciare a desiderare. Non c’è Gp dove non emergano problemi grandi e piccoli e quello dei freni sta diventando una sorta di tormentone. L’incendio delle qualifiche mostra una vulnerabilità anche in quella parte, la power unit, che finora ha fatto la differenza.

LE VACANZE PLACHERANNO LE POLEMICHE A BRACKLEY
A Brackley contano sulle vacanze per placare gli animi, ma con i due piloti liberi di fare la loro corsa (la Mercedes ha 174 punti di vantaggio nel Costruttori) non è difficile prevedere che prima o poi ci possa essere un contatto fra i due e allora la partita si potrebbe riaprire per davvero se la Red Bull saprà dare continuità ai risultati, contando sul punteggio doppio dell’ultima gara ad Abu Dhabi. Gli scenari in F.1 cambiano più in fretta di quanto si possa pensare…

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