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Lo show della Mercedes e la figuraccia Ferrari

Hamilton e Rosberg rilanciano la nuova F.1 tanto criticata, mentre la Rossa segna il passo

Il Bahrain ha rimesso ogni cosa al suo posto, come se nel buio del deserto di Manama tutti i tasselli del puzzle hanno trovato il loro posto nel disegno generale. La F.1 ha ritrovato un briciolo di credibilità con un Gp in notturna che ha offerto spettacolo, sorpassi e divertimento. Lewis Hamilton e Nico Rosberg, con i dovuti distinguo, sembravano Ayrton Senna e Alain Prost con la McLaren MP4-4 nel 1988 che vinsero tutti i Gp meno uno (grazie a Jo Schlesser che mise ko il brasiliano in fuga): prepariamoci a un dominio dei piloti Mercedes. Sulla pista di Sakhir abbiamo scoperto qual è il vero potenziale delle frecce d’argento che finora si sono nascoste. Hanno rifilato due secondi al giro al resto della compagnia mentre erano impegnati in una feroce (ma leale) battaglia per la vittoria. LA MERCEDES REGALA SPETTACOLO Tre pole, tre vittorie, tre giri veloci, due doppiette: i numeri della squadra di Brackley sono impressionanti. Gli unici che possono buttare via un rosario di successi sono i piloti. Ecco perché Toto Wolff ha scritto un capitolato su come si devono comportare i due pupilli: la Mercedes non deve imporre ordini di squadra via radio, perché li ha già definiti a tavolino. E nelle “finestre” di gara libera (al via, prima del primo pit-stop e alla ripartenza dalla safety car) i due protagonisti se le sono date di santa ragione senza togliere un grammo di vernice dalle carrozzerie. La guerra fratricida si è spenta all’improvviso: con Lewis capace di stare davanti al compagno-rivale nonostante avesse le gomme Medium, mentre Nico aveva le Soft. NICO POLITICALLY CORRECT? I gommisti della Pirelli ci dicono che a fine gara il divario fra le due mescole non era più di due secondi come abbiamo visto in qualifica, ma il tedesco aveva tutto il potenziale per tentare un attacco al leader della gara: Hamilton senza scia e DRS ha raggiunto una velocità massima di 313,4 km/h, mentre Rosberg sfruttando tutto l’ambaradan è arrivato a 333,8 km/h! Con 20,4 km/h di differenza è auspicabile che il sorpasso lo si tenti fino all’ultimo giro, anche se il biondino ha detto di aver patito un calo delle gomme posteriori nei giri decisivi. La sensazione è che Nico abbia deciso di “accontentarsi” del secondo posto, consapevole che resta in testa alla classifica del mondiale con 11 punti di vantaggio sull’inglese. E bello è stato l’abbraccio fra i due in parco chiuso e prima del podio. Ma l’idillio non durerà. È la storia delle corse che insegna che non potrà durare, se non ci sarà uno che s’inchinerà a quell’altro. E allora bisognerà essere pronti a sfruttare la situazione, per raccogliere almeno le… briciole. MONTEZEMOLO HA VISTO I LIMITI DELLA ROSSA Nel 1988 era stato Gerhard Berger a regalare un sorriso alla Ferrari: l’austriaco aveva rotto a Monza l’egemonia della squadra di Ron Dennis, siglando il primo successo del dopo Enzo Ferrari. La Rossa di oggi non è nemmeno nella condizione di sfruttare un’eventuale harakiri Mercedes. Le F14 T si sono perse nella notte di Sakhir, tanto da far scappare via in anticipo dal paddock Luca di Montezemolo, livido per la figuraccia di Fernando Alonso e Kimi Raikkonen. Il presidente è giustamente furioso, perché la situazione è molto peggiore di quella che i tecnici gli avevano raccontato, mentre gli avevano promesso una Ferrari da mondiale con il cambio delle regole. NIENTE CAMBIO DELLE REGOLE Che non si dica che bisogna pensare già al 2015, buttando a mare un’altra stagione. La Ferrari ha uomini, capacità e risorse per reagire. A costo di rifare la macchina se fosse necessario. Il tentativo di cambiare le regole del gioco in corsa è saltato quando le ombre si sono allungate nell’Emirato. Montezemolo ha confidato nel potere di Bernie Ecclestone per dare una spallata al limite dei consumi o quanto meno alla durata dei Gp, con la complicità dei “bibitari” che hanno intonato il ritornello che non si può battere la Mercedes se si hanno 80 cavalli in meno con la power unit Renault. BERNIE PENSA ALLA GP1? L’idea di Bernie di dare vita ad un nuovo campionato in luogo della Formula 1 è tornata in auge per qualche ora: si è riparlato di Gp1, un marchio che Mister E aveva depositato anni fa. Il progetto vorrebbe che si costituisse una Lega dei Costruttori che abbia anche una partecipazione azionaria nel gioco: Ecclestone cerca di riprendere il controllo del Circus dalla CVC allettando i tre grandi: Red Bull, Ferrari e Mercedes. I tedeschi si sarebbero chiamati fuori, spalleggiando la FIA. TODT APRE SOLO SUL RUMORE Jean Todt è stato corrosivo contro i cambiamenti in corsa dei regolamenti ma è disposto a fare delle concessioni solo sul rumore, il tema in agenda meno importante. Un contentino. Il paddock è un ribollire d’idee senza una strategia condivisa. Ognuno tira l’acqua al suo mulino, infischiandosene del bene comune. Qualcosa deve succedere se i team piccoli che rischiano di chiudere i battenti senza soldi e senza sponsor hanno invano chiesto il budget cap alla FIA che è stato bocciato in modo unanime dalle sei squadre che sono rappresentate nello Sporting Working Group della Federazione Internazionale. Si prepara il terreno al rientro di altri Costruttori che sono alla finestra? LA F14 T E’ UNA DELUSIONE La Ferrari, dunque, si deve leccare le ferite: ci sono poche scusanti perché, pur disponendo di due piloti campioni del mondo, la squadra del Cavallino è quinta nel mondiale Costruttori, insidiata dalla Williams che è a sole tre lunghezze! La F14 T non va e la power unit 059/3 è la peggiore del Circus. Questo è un assioma visto che Kimi Raikkonen nel giro veloce in gara ha preso un distacco di 2”4 dalla migliore Mercedes, Fernando Alonso addirittura 2”7. Un’enormità: ma deve far riflettere il fatto che anche le derelitte Lotus E22 hanno fatto meglio di Alonso. Il che è tutto dire! Eppure lo spagnolo con 314 km/h è stato più veloce di 1 km/h alla speed trap rispetto al vincitore Lewis Hamilton. E il finlandese, per quanto in scia e con il DRS, è arrivato a 327,8 km/h, vale a dire a “soli” 6 km/h da Nico Rosberg, lasciando fuori campo Felipe Massa accreditato di 335,7 km/h con una Williams con pochissimo carico. KIMI PIU’ VELOCE DELLE RED BULL! La Rossa, quindi, ha fatto meglio delle due Red Bull RB10: Daniel Ricciardo è arrivato a 324,4 km/h, mentre Sebastian Vettel si è fermato a 321,4 km/h (valori raggiunti in scia e con l’ala mobile aperta). Eppure la F14 T è stata “sverniciata” ogni volta che i piloti di Milton Keynes arrivavano alle ruote della Ferrari. La diversa velocità di percorrenza in curva era imbarazzante nel confronto, per non dire della mancanza di trazione in uscita dalle pieghe. DISASTRO MOTORE, MA NON SOLO I “gufi” adesso scherniscono la Ferrari parlando di un gap di 90 cavalli sulla power unit di Brixworth: bisogna essere seri e non sparare nel mucchio, per quanto le carenze siano macroscopiche nello 059/3. Le F14 T pagano una cascata di ingranaggi con i rapporti più corti di quelli degli altri top team: una soluzione che ben si adatta ai circuiti guidati, ma che si paga pesantemente sui dritti del Bahrein. La Rossa dovrebbe arrivare prima alla velocità massima, ma mancando di trazione non riesce a sfruttare questa opportunità. Come mai? La Mercedes sfrutta la potenza elettrica per “riempire” i ritardi del turbo in accelerazione: le W05 sembrano andare su binari, mentre le altre monoposto si intraversano o subiscono i nocivi pattinamenti delle gomme posteriori. E le Rosse più delle altre. Per evitare questi effetti nefasti si sono caricate le ali, mentre gli avversari (Red Bull in particolare) le scaricavano. L’insieme di tutto questo fa la grande differenza. LE PRIME NOVITA’ NEI TEST Aspettiamo con curiosità il pacchetto di novità che si vedrà in Bahrein nei test di martedì e mercoledì: Fernando Alonso con i giornalisti spagnoli si era lamentato che la F14 T era la stessa dall’inizio del campionato. Scopriremo cosa la squadra del Cavallino ha partorito per tentare la rincorsa. Subito, perché non c’è più tempo da perdere…

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