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Ritardo Ferrari, spettacolo mancato e flowgate

Melbourne non ha entusiasmato: la gara di apertura della nuova era indica già valori e problemi

La Formula 1 ha deluso le aspettative, ma diamole tempo per mostrare il suo reale valore e archiviamo il Gp d’Australia come una prova generale di uno spettacolo che deve ancora trovare il suo canovaccio. Pochi sorpassi, niente emozione, qualche pericolo e una certezza: il dominio della Mercedes. LA MERCEDES HA UN VANTAGGIO ENORME Nico Rosberg ha dato un saggio delle potenzialità della W05, una monoposto che è parsa imprendibile dal via: un guaio tecnico ha tolto di scena Lewis Hamilton ancora prima che la gara entrasse nel vivo, ma la sensazione è che il tedesco abbia “giocato” con gli avversari e che il suo ritmo avrebbe potuto essere ancora più consistente se solo ci fosse stato qualcuno a minacciarlo. In questo momento, infatti, la Mercedes è davvero imprendibile. Dispone della power unit più potente (nella somma fra i cavalli del V6 Turbo e quelli del motore ibrido) e dei consumi più parchi: la Renault, con la Red Bull RB10 di Daniel Ricciardo, per cercare di tenere un certo passo è andata ben al di là dei 100 kg/h concessi dai regolamenti della FIA, mentre lo 059/3 della Ferrari è stato la grande delusione australiana. Terzo di tre unità. Un vero fallimento per Luca Marmorini, responsabile del reparto motori del Cavallino rampante. MOTORISTI FERRARI AL LAVORO Nei test del Bahrein la F14 T non aveva cercato le prestazioni perché non sapeva dove trovarle: la scorsa settimana avevamo indicato in un secondo il gap fra la Rossa e la freccia d’argento e, a dispetto di chi aveva visioni miracolistiche, non ci eravamo sbagliati, anche se l’analisi dei giri veloci potrebbe essere fuorviante, perché mostra Fernando Alonso a soli due decimi da Nico Rosberg, autore di un 1’32”478, una prestazione a tre secondi dalla migliore del 2013 che era di Kimi Raikkonen con la Lotus E21. Ma la situazione la sapevano benissimo anche a Maranello: i motoristi, infatti, non sono andati in Australia, ma sono rimasti a casa per cercare di risolvere i problemi che sono ben chiari ai loro occhi. Bisognerà vedere se sarà sufficiente il tempo per mettere mano all’elettronica per cambiare la situazione a Sepang. LA SPINTA DI ALLISON Il direttore tecnico del Cavallino, James Allison, spinge i suoi uomini: “L’affidabilità mostrata dalla F14 T è motivo di soddisfazione, ma è chiaro che abbiamo il nostro bel da fare per migliorare la vettura se vogliamo competere ad armi pari con il team Mercedes. Vari aspetti della F14 T stanno funzionando molto bene: le partenze e la percorrenza in curva, soprattutto su quelle ad alta velocità, sono particolari punti di forza mentre abbiamo bisogno di lavorare ulteriormente sulla stabilità in frenata e la velocità sui rettilinei”. FERRARI PRONTA A COMBATTERE E ci teniamo a dirlo, non è quello visto in Australia il vero potenziale della Ferrari: la F14 T ha giocato in difesa, consapevole di tribolare fra mille difficoltà di connettori e centraline. Nell’intricato groviglio di cavi e di chip elettronici si è persa un bel po’ di potenza, ma il “risveglio” della Red Bull RB10 di Daniel Ricciardo indica che è possibile fare dei salti di qualità importanti se si sa dove mettere le mani. “La nostra competitività non è stata accettabile a Melbourne – ha aggiunto Allison – Ma abbiamo intenzione di combattere con ogni miglioramento che riusciremo ad introdurre per scalare i vertici della griglia. Tutte le recenti stagioni in Formula 1 sono state caratterizzate da una lotta feroce agli sviluppi, da marzo fino a novembre. Con tutte le novità regolamentari del 2014, le opportunità per migliorare queste monoposto sono considerevoli e possiamo aspettarci una gara agli sviluppi tra le varie squadre ancora più intensa del normale”. ECCLESTONE BOCCIA IL SUONO Fernando Alonso e Kimi Raikkonen predicano di portare pazienza, Stefano Domenicali si aspetta una reazione da top team per arginare le indiscutibili carenze (una volta tanto non sembrano di natura aerodinamica), ma è palese che il differenziale dalla Mercedes è importante. Se a Maranello si preoccupano delle prestazioni della F14 T, Bernie Ecclestone si agita per la protesta che sta agitando gli organizzatori dei Gp: a ruota degli australiani, che minacciano di intentare una causa a Bernie per il crollo dello show a seguito di un suono dei motori che non è da Formula 1, si starebbero mettendo in… scia altri responsabili di circuiti, che vorrebbero pagare meno il fee dovuto a Mister E. ROMBO DI… TUONO Ecclestone ha già lanciato un messaggio chiaro: se arriveranno meno soldi, le squadre riceveranno in proporzione dei proventi minori, ma soprattutto c’è il rischio che si crei un effetto domino che potrebbe condizionare le prevendite dei prossimi Gp (anche se per il ritorno dell’Austria nel calendario 2014 c’è già il sold out!). Il suono delle power unit sta diventando un problema che potrebbe avere riflessi importanti sull’economia del Circus, tanto che Mister E ha già messo in allarme anche Luca di Montezemolo che ha avuto reiterate proteste dai tifosi del Cavallino. GLI SPETTATORI PROTESTNO Aspettiamoci, quindi, degli interventi che possano ridare “corpo” al rombo che ora è considerato un rumore sottotono e non un suono. In realtà non sarebbe così male, ma la sensazione è che per la prima gara si sia rinunciato a qualche giro nel regime di rotazione per garantirsi affidabilità e rispetto dei consumi. La nuova Formula 1 di Jean Todt, quindi, è scattata… zoppicando e Bernie, che è sempre stato contrario all’adozione dei V6 Turbo ibridi, ha iniziato a suonare la grancassa, perché come temeva, crede che si possa intaccare il suo business. IL FLOWGATE E’ UNA GRAVE MINACCIA Ma quello che rischia di minare la credibilità dei Gp è il dubbio che ha lasciato intendere la Red Bull Racing sull’efficacia dei flussometri nel misurare il consumo di carburante. Intanto Daniel Ricciardo è stato squalificato per il mancato rispetto del limite di 100 kg/h imposto dalla Federazione: difficilmente la squadra di Milton Keynes riuscirà a riconquistare i punti del secondo posto dell’australiano, perché gli uomini di Christian Horner hanno disatteso le segnalazioni di Charlie Whiting che ha avvisato il muretto dei “bibitari” per l’eccedenza di consumo. Nei giorni precedenti al Gp sono state diverse le squadre che hanno avuto difformità di misurazione nei consumi, mentre in gara a risultare fuori dalle norme sarebbe stata solo la Red Bull Racing. Ne siamo proprio sicuri? A Milton Keynes sono pronti a dare battaglia e ne vedremo delle belle, perché il sistema di controllo è fornito dalla Federazione Internazionale. Il fatto che siano stati modificati prima della corsa i parametri di verifica rafforzano i dubbi di chi ritiene poco stabili i dati raccolti. E ne vedremo ancora delle belle, perché quando si trova una falla, tutti si scatenano per sfruttarne al massimo i vantaggi: tutti i petrolieri, infatti, starebbero studiando benzine che siano in grado di mettere in crisi il flow meter della Gill Sensor…

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