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Ferrari: procedure più semplici per crescere prima

Montezemolo e Mattiacci taglieranno i ruoli doppi, ma ci saranno più risorse per il Reparto Corse

C’è un cambiamento importante nella strategia della Ferrari: Marco Mattiacci è riuscito a far aprire la borsa a Luca di Montezemolo. Il presidente del Cavallino, infatti, si è reso perfettamente conto che è impossibile inseguire le imbattibili Mercedes se non si può disporre di risorse adeguate, finanziarie e umane. Mai come in questi giorni Montezemolo ha seguito le vicende della squadra di F.1 così da vicino per cercare di individuare quali possono essere gli aspetti sui quali lavorare per dare una svolta ad una stagione 2014 che è nata con il piede storto. QUAL E’ LA VERA F14 T? A Maranello si domandano in molti se la vera F14 T è la monoposto che ha permesso a Fernando Alonso di salire sul terzo gradino del podio in Cina o se, invece, fosse quella molto deludente vista in Bahrein. Ora che il clima nel Reparto Corse si sta rasserenando (le dimissioni di Stefano Domenicali sono servite a togliere un po’ di pressione dai tecnici che erano sulla graticola) emergono delle inquietanti indiscrezioni secondo le quali il fallimentare risultato nell’emirato arabo non aveva solo cause tecniche, ma anche umane. Nel senso che erano state fatte delle scelte (non tattiche, né strategiche) ma di messa a punto della monoposto che hanno “azzoppato” il potenziale della Rossa, mostrando il peggio della macchina. Sia ben chiaro, nessuno ha remato contro, semplicemente si sono fatte delle valutazioni profondamente sbagliate che stavano portando la squadra fuori… pista. IL VALORE AGGIUNTO DI ALONSO, LE INCERTEZZE DI KIMI L’inversione di tendenza di Shanghai non deve illudere: la pista si adattava di più alle caratteristiche della Rossa e Fernando Alonso ha sempre fatto gare straordinarie in Cina: se dovessimo giudicare il valore della F14 T dalle prestazioni di Kimi Raikkonen ci sarebbe, invece, da mettersi le mani nei capelli. Il finlandese è in difficoltà: come Sebastian Vettel non si sente la macchina cucita addosso e fatica a prendere un passo degno di un ex campione del mondo. La Ferrari ha puntato sul dream team, ma per ora splende una luce sola, quella dello spagnolo. Il nordico sembra lo stesso che aveva lasciato il Cavallino nel 2009, non quello che ha entusiasmato con la Lotus E21 l’anno scorso: bisognerà metterlo nella condizione di mostrare il suo talento che non si è svaporato in un inverno… INVERSIONE DI TENDENZA Prima del Gp di Spagna ci saranno tre settimane per dare una sterzata alla stagione: non bisogna perdere questo tempo prezioso in chiacchiere, ma è il momento di realizzare dei fatti. E Montezemolo è intervenuto in prima persona nella revisione dell’organizzazione del lavoro della squadra. Per avere una monoposto competitiva serve una fabbrica che sia in grado di produrre le novità tecniche più in fretta degli avversari. Altrimenti ogni sforzo si rivelerà inutile, inseguendo le W05 che sembrano avanti anni luce. SNELLIMENTO DELLE PROCEDURE NEL REPARTO CORSE Il presidente non è un tecnico, ma ha capito che serve un immediato snellimento nelle procedure interne, eliminando le fasi intermedie e le pratiche burocratiche al fine di garantire maggiore flessibilità e processi decisionali sempre più efficaci. Oltre che i nocivi ruoli doppi o le ridondanze di organico. Ci sarà una fase di… pulizia, per poi rinforzarsi per coprire i punti deboli. E poi meno e-mail ma più discussioni fra le persone, fra i responsabili dei reparti. Da Maranello ci fanno sapere che “…è in atto una semplificazione dell’organizzazione, con un taglio del numero dei consulenti per puntare a inserimenti mirati per rinforzare alcune aree fondamentali per aggiungere prestazione alla F14 T. Oltre a questo è stato anche richiesto un supporto maggiore ai fornitori nel tentativo di ridurre i tempi di reazione alle richieste che arrivano da Maranello, limitando l’attesa per ogni singolo componente, sia nel caso di un prototipo che in quello di un elemento di comprovata efficienza”. NON DEVE ESSERE UN ANNO DI TRANSIZIONE Buon segno! Quanto meno non si considera quella 2014 l’ennesima stagione di transizione: ci sono ancora quindici Gran Premi per dare un segno di risveglio di un gruppo di lavoro che non si deve spaccare in due tronconi (i telaisti e i motoristi), ma deve trovare la sintesi per la migliore integrazione fra la power – unit, il telaio e l’aerodinamica. In quattro Gp abbiamo visto poche novità (la più importante è stato il mozzo soffiante per indirizzare con fini aerodinamici l’aria calda dei freni), ma un pacchetto importante sta per arrivare in tempo per Barcellona: una parte si vedrà al Gp di Spagna e un’altra ai test che seguiranno la gara iberica. Se la Mercedes ha messo lo scambiatore di calore acqua-aria nel telaio della W05, la Ferrari lo ha sistemato nella V del motore termico (è questo il motivo per cui turbina e compressore sono installati congiuntamente in coda al motore, visto che l’idea dei tecnici di Brixworth era stata valutata anche a Maranello). E la frizione sul turbo, utile a creare una sorta di “effetto” traction control, la usano anche i ragazzi di Luca Marmorini. UN AIUTO DALLE BENZINE SHELL Non si parla più di 80 cavalli di differenza dalla PU106 A della Mercedes: si lavora molto duramente sulla densità delle benzine Shell per trovare quei 20 cavalli termici che ancora mancano, in attesa che le nuove strategie elettroniche permettano di sfruttare meglio e più a lungo l’energia dei due motori elettrici. La fase dello stupore e delle sorprese del nuovo regolamento sembra superata: ora c’è la consapevolezza di cosa si può e si deve fare. TANTE NOVITA’ IN SPAGNA L’inseguimento delle frecce d’argento non sarà cosa facile, ma è giusto almeno provarci sparando tutte le cartucce che il Reparto Corse ha in serbo: in Spagna finalmente vedremo il musetto estremo che è stato tenuto nascosto dal giorno della presentazione (anche se quello che vedremo è già un’evoluzione dell’originale). La F14 T potrebbe perdere l’aspetto dell’aspirapolvere per assumere forme più aggressive. Si aspettano novità nel fondo, nel diffusore e sulle ali. TOCCA A MATTIACCI TRACCIARE LA ROTTA Marco Mattiacci non si trova fra le mani una barca alla deriva: sale a bordo di una nave che beneficia del lavoro portato avanti da Stefano Domenicali, ma ora è lui l’ammiraglio che deve riprendere la giusta rotta fra i flutti. La monoposto 2015, per chi non lo sapesse, è già in gestazione da un paio di mesi e il progetto della nuova macchina risentirà delle esperienze che si trarranno nei prossimi mesi dalla F14 T…

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