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La Formula 1 è arrivata a un punto di non ritorno?

Il crollo dell'audience tv e l'aumento dei costi mette in crisi i team minori: cosa ne pensate?

Force India, Sauber, Caterham e Marussia invocano il budget cap. Lo Strategy Group lo ha bocciato e la FIA non può fare nulla per cambiare la situazione se non c’è l’accordo delle squadre: i top team sono contrari e preferirebbero imporre il calo dei costi agendo con dei vincoli legati al regolamento sportivo e tecnico. La visione è diametralmente opposta, per cui sarà impossibile trovare una soluzione logica condivisa. CHI FARA’ RICORSO ALLA COMMISSIONE EUROPEA? Secondo il Telegraph un team sarebbe pronto a rivolgersi alla Commissione Europea per denunciare le spese non controllate, specie dopo l’adozione delle nuove Power Unit. Una follia che non porterà proprio a niente, se non a spendere fior di quattrini per sostenere una causa che ha pochi appigli per essere vincente, tanto più che i controlli sono di fatto impossibili. La FOTA, l’associazione delle squadre, è miseramente crollata proprio su questo, quando la Red Bull Racing se n’è fregata dell’RRA, il gentleman agreement che vincolava le spese, lasciando la porta aperta agli altri di comportarsi allo stesso modo. NON BASTANO 100 MILIONI DI EURO PER FARE LA F.1? La Formula 1 è l’espressione massima della ricerca tecnologica e non può essere, quindi, a basso costo, ma le squadre piccole non possono e non devono reggere il passo dei grandi Costruttori. La Minardi, tanto per fare un esempio non troppo lontano, spendeva un budget di 50 miliardi di lire (vale a dire 25 milioni di euro) per partecipare al mondiale quando la Ferrari ne spendeva seicento! La Toro Rosso oggi investe 120 milioni di euro per far correre le due STR9, vale a dire cinque volte tanto la disponibilità che poteva permettersi Gian Carlo Minardi, mentre i top team superano i 350 milioni di euro di budget. LA TORO ROSSO HA 400 PERSONE Le squadre si sono indebitate per diventare Costruttori a tutti gli effetti: la struttura di Faenza in epoca Minardi aveva circa 100 persone in organico, mentre la Toro Rosso oggi ne annovera quattro volte tanto. La tendenza è di inseguire i grandi, dotandosi di galleria del vento e reparti di simulazione. Un suicidio, mentre dovrebbero puntare sulla semplicità e sulle idee innovative. I TEAM NON VALGONO I DEBITI CHE HANNO CONTRATTO Il fatto è che le quattro squadre citate hanno consolidato un debito che nessuno è disposto a rilevare: i possibili acquirenti si avvicinano, guardano i libri contabili e scappano via. Come mai? Perché quelli che si lamentano, i vari Mallya, Fernandes, Sauber e compagnia vorrebbero rientrare dei soldi investiti, chiedendo una cifra che non può valere nessuna delle squadre nei guai. La differenza fra domanda e offerta è una forbice troppo aperta che non lascia alcun margine alle trattative. NON BASTANO 100 MILIONI DI EURO PER FARE LA F.1? La FIA aveva guadagnato tempo nel riaprire le iscrizioni al mondiale 2015: prima di far entrare una struttura nuova, c’era chi sperava che con la linfa nuova si potesse tentare il salvataggio di una delle squadre in cattive acque. I contatti ci sono stati, pare che Gene Haas, per esempio, sia stato alla Lotus, ma non si è trovato alcun punto di accordo, mentre Zoran Stefanovic si sarebbe fatto sotto alla Marussia. E Colin Kolles che ha l’appoggio della Dacia resterà fuori? E allora cosa potrebbe succedere? Aspettiamoci, dunque, che qualche struttura possa morire. Il rischio è il fallimento. Bernie Ecclestone, che ha sempre avuto in mano il “pallino” del Circus, in questa fase deve risolvere i suoi problemi personali e non sembra avere il controllo della situazione. CI SONO NUOVI MOTORISTI ALLA PORTA? Si dice che ci siano dei motoristi che sarebbero intenzionati a rientrare in Formula 1: si parla insistentemente di BMW e Toyota. Due Costruttori che, però, potrebbero essere attratti solo dal ruolo di motoristi, senza finire nella gestione delle squadre, evitando gli errori già commessi in passato. La McLaren (che non riesce a trovare un main sponsor al posto di Vodafone) si è aggrappata alla Honda: avrà le power unit gratis in esclusiva e un ingente supporto economico. Se dovessero affacciarsi sul serio dei nuovi motoristi, alcune squadre potrebbero sperare di diventare i partner di riferimento dei Costruttori. E gli altri? La F.1 deve auto-ridursi in funzione della sua sostenibilità effettiva. IL CROLLO DEGLI ASCOLTI TV Con il crollo degli ascolti televisivi della Formula 1 (i dati italiani che sono sempre stati un fiore all’occhiello per Mister E) si sta generando un pericoloso effetto a catena: se i Gp vengono guardati da un pubblico sempre meno nutrito, è normale che le televisioni, quando arriveranno a ridiscutere i contratti di esclusiva con la FOM, andranno al ribasso. Con meno soldi dalle tv ci saranno anche meno proventi da dividere fra le squadre. È un gatto che si morde la coda. È evidente che il problema non è il suono delle nuove power unit, (ridicolo il tentativo di risolverlo con la “vuvuzela” montata sulla Mercedes), ma come viene gestita oggi la Formula 1. IDEA TERZA MACCHINA Luca di Montezemolo sostiene da anni che la soluzione sarebbe quella di dare la terza macchina ai team clienti. I top team potrebbero drenare delle risorse fornendo monoposto complete alle squadre minori. È una via che si potrebbe perseguire, ma alcuni dei team in difficoltà, Williams compresa, non sono disposti a rinunciare al ruolo di Costruttore dopo aver fatto investimenti milionari per adeguare la propria struttura di Grove. ESISTE UNA SOLUZIONE? Come se ne esce? I team principal non hanno le idee chiare e sparano soluzioni farneticanti come se fossero al bar. Un tempo il ruolo era coperto dai titolari delle squadre che avevano interesse a mantenere i costi sotto controllo (lo stesso Enzo Ferrari non buttava via mai niente, sostenendo che nelle corse si poteva riciclare tutto), adesso ci sono manager super-pagati che non rischiano del proprio. Vuoi cosa ne pensate?

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