Due battiti d'ala di mosca separano Bottas da Hamilton!
Il distacco fra i due piloti della Mercedes nelle qualifiche del GP di Gran Bretagna è stato di 6 millesimi: il cronometraggio dovrà dotarsi di quattro cifre decimali?
Il poleman Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, festeggiano nel parco chiuso
Glenn Dunbar / Motorsport Images
Sei millesimi di secondo, l’equivalente di due battiti d’ala di una mosca: questo è il distacco che ha separato Lewis Hamilton dal poleman Valtteri Bottas alla conclusione delle qualifiche del GP di Gran Bretagna a Silverstone.
E Charles Leclerc si è classificato terzo, dietro alle due Mercedes, per appena 79 millesimi.
Stiamo parlando di grandezze fisiche non misurabili a occhio nudo che danno una chiara dimensione della moderna F1 che vive dell’impalpabile. È proprio il caso di dirlo.
Volete un altro esempio? Non esiste più una modifica tecnica che da sola può valere un paio di decimi di secondo, ma sulle monoposto le evoluzioni sono caratterizzate da pacchetti aerodinamici che si compongono di moltissimi elementi, ciascuno dei quali può valere qualche centesimo, ma sommati tutti insieme possono determinare un incremento delle prestazioni di quei due decimi che citavamo prima.
Insomma, questa Formula 1 si evolve su dimensioni che potremmo definire quasi immateriali. Ma non è con le cose che non si vedono che si alimenta la passione dei giovani appassionati. Siamo arrivati all’introduzione delle nanotecnologie e dunque parliamo di una scienza che si occupa del controllo della materia su scala dimensionale nell'ordine del nanometro, ovvero un miliardesimo di metro (in genere tra 1 e 100 nanometri). Il nulla che diventa grande protagonista.
Negli Anni ’60 il sistema di cronometraggio dei Gran Premi si limitava a tener conto dei decimi di secondo, tanto era grande il distacco fra una monoposto e l’altra. Stiamo scoprendo che bisognerà presto arrivare ai quattro decimali per misurare dei distacchi sempre più contenuti.
Stanno cambiando le unità di misura con le quali bisognerà leggere le differenze. La F1, quindi, è destinata a diventare sempre più schiava dei computer, dei numeri, delle simulazioni. Ma siamo sicuri che sia la strada giusta? O entrando nel mondo dei nanosecondi avremo anche nano ascolti?
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