Dilemma Ferrari: la Rossa di Seb soffre con le gomme e quella di Kimi meno
Lo scatto in testa di Sebastian al via del GP degli Usa ha illuso che la SF70H potesse contrastare il passo a Hamilton, ma la Mercedes dell'inglese si è rivelata imprendibile, mentre la Rossa del tedesco ha accusato problemi di blister.
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08, Sebastian Vettel, Ferrari SF70H, in lotta alla partenza della gara
Andrew Hone / Motorsport Images
Austin ha portato alla Ferrari un grande sospiro di sollievo. Dopo tre gare di sofferenza è tornato il podio (doppio) al termine di una corsa che ha allontanato i fantasmi dei problemi di affidabilità.
Con il Presidente Marchionne ai box non sarebbe stato semplice spiegare un terzo weekend di sofferenza tecnica, ma su questo fronte tutto è andato bene.
L’exploit iniziale di Vettel ha anche alzato l’asticella delle speranze ferrariste, ma ad Austin Hamilton e la Mercedes semplicemente ne avevano di più.
La leadership della Ferrari numero 5 è durata solo sei giri, poi Hamilton si è fatto sempre più grande negli specchietti di Vettel e lo ha passato senza grandi difficoltà alla curva 11. C’è un perché. Con le mescole ultrasoft montate al via, il tedesco ha presto lamentato problemi di blistering, capendo molto presto che contro Hamilton non ci sarebbe stato molto da fare.
Quello che probabilmente Seb non si aspettava era una gara più sofferta del previsto, nella quale è riuscito ad esprimersi al meglio solo nel terzo stint, una volta montati gli pneumatici supersoft.
“Non mi aspettavo di dove lottare tanto con gli pneumatici – ha confermato Vettel - soprattutto nel primo stint. Di solito accade nelle fasi finali della corsa, ma per noi la gara a quel punto era già persa. Ma prima di arrivare qui ad Austin sapevamo che questo tracciato si sarebbe sposato bene con le caratteristiche della Mercedes. Siamo arrivati qui dopo due gare deludenti, e considerando tutto credo che dobbiamo essere soddisfatti”.
Nella fase centrale della corsa (dal giro 17 al 38) Vettel ha montato un set di gomme soft, anticipando di due giri Kimi Raikkonen.
Ma una volta in pista il ritmo di Seb non è stato all’altezza di quello del finlandese, con una differenza anche corposa. Vettel ha lamentato un progressivo sottosterzo, a cui Raikkonen è sembrato immune.
Stile di guida? Non solo, perché le due Ferrari in pista ad Austin erano configurate con elementi differenti (ad iniziare dal fondo) e differenti sono stati i riscontri, sia con la mescola più tenera e quella più dura.
Un po’ a sorpresa ha lavorato meglio la configurazione di Raikkonen, che si è confermato per diverse tornate il pilota più veloce in pista.
“Sul fronte pneumatici tutto è andato bene – ha confermato Kimi - per me non sono stati un problema. La monoposto è stata competitiva per tutta la corsa”.
A condizionare la gara di Raikkonen è stato anche il secondo pit-stop del rimontante Verstappen, che al giro 37 ha montato un set di supersoft. Dopo una sola tornata l’olandese era già virtualmente davanti a Kimi (qualora avesse optato a sua volta per le due soste) quindi dal muretto-box del Cavallino è arrivato l’ordine di fermare Vettel, lasciando in pista Iceman sulla strategia ad una sosta.
Una scelta, quest’ultima, che ha comportato qualche rischio, visto che Kimi è arrivato sul traguardo sulle tele, ma ha comunque centrato l’obiettivo podio.
“La squadra ha lavorato bene – ha commentato dopo la corsa Maurizio Arrivabene - sia qui ad Austin che a Maranello, reagendo alle difficoltà incontrate al venerdì durante le prove libere. La cosa più importante è che non abbiamo mai mollato, e il doppio piazzamento sul podio, anche se non è il risultato ideale, è stato ottenuto lottando fino alla fine, grazie anche ad una vettura che ha dimostrato di nuovo di essere competitiva. Così come abbiamo fatto oggi, lotteremo fino all’ultima curva dell’ultima gara”.
Arrivabene e il Presidente Marchionne si arrenderanno solo di fronte alla matematica, ma realisticamente l’obiettivo della Ferrari nelle ultime tre gare della stagione è quello di tornare quel successo di tappa che manca dallo scorso mese di luglio, ovvero dal Gran Premio d’Ungheria.
Sulla carta i prossimi tracciati saranno meno facili per la Mercedes, e per la Scuderia la buona notizia che è arrivata da Austin riguarda soprattutto la tenuta della power unit, che ha funzionato senza inconvenienti allontanando i fantasmi di un problema strutturale legato agli ultimi sviluppi.
La seconda posizione nel Mondiale Costruttori è ormai cosa fatta (alla Ferrari mancano solo sedici punti sulla Red Bull), mentre Vettel ha portato a ventuno lunghezze il suo vantaggio su Bottas. Forse non erano questi gli obiettivi estivi, ma meglio non dare nulla per scontato in un Mondiale che in un poco più di un mese ha fatto vacillare molte certezze.
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