Crisi Mercedes: Wolff, il principe del... foro, dà la colpa alle gomme anteriori
Secondo il direttore di Mercedes Motorsport Hamilton e Bottas hanno sofferto il graining sull'anteriore sinistra, per cui i fori chiusi nei cerchi non c'entrerebbero niente. Peccato che le frecce d'argento abbiano sofferto anche nel retrotreno con gli pneumatici posteriori...
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Nel giorno del quinto titolo Mondiale di Lewis Hamilton, il box Mercedes dopo la bandiera a scacchi del Gran Premio del Messico ha dato il via ai festeggiamenti, come è giusto che fosse. Ma al di là dell’impresa storica conquistata matematicamente da Hamilton sul circuito Hermanos Rodriguez, il bilancio della trasferta messicana per la Mercedes (in termini di performance) è stato il peggiore del Mondiale 2018.
Il guizzo al via di Hamilton ha fatto pensare ad una gara in cui il team leader del Mondiale sarebbe tornato protagonista, dopo l’insolito ruolo da comprimario interpretato sette giorni prima ad Austin.
Invece rispetto al Gran Premio degli Stati Uniti è andata ancora peggio, ed infatti a fine gara Lewis ha rischiato di subire il doppiaggio da parte dello scatenato Verstappen, mentre Bottas il giro se l’è preso tutto. Davvero impensabile visto che parliamo della Mercedes.
L’evidente problema durante i 71 giri di gara è stata la gestione degli pneumatici, esattamente come sette giorni prima ad Austin. Bottas ed Hamilton hanno faticato già nel primo stint, non tanto per il distacco da Verstappen (al momento del pit Hamilton era secondo a 5 secondi dal leader della gara) quanto per la velocità con cui le due W09 hanno mangiato il set di ultrasoft montato al via. Lewis ha imboccato la pit-lane al termine del decimo giro, il primo in assoluto a farlo includendo anche le vetture scattate al via con le hypersoft.
Con le supersoft il ritmo è peggiorato ulteriormente, e Hamilton si è lamentato a lungo via radio:
“Ragazzi, giro in 1’21”, cosa succede?”.
Verstappen volava in 1’19”, Vettel e Ricciardo in 1’20”. Dopo un identico bloccaggio alla frenata di curva 1 che ha visto Hamilton e Bottas cedere la posizione rispettivamente a Vettel e Raikkonen, le due Mercedes sono tornate ai box per la seconda sosta, tornando alle ultrasoft. Ma anche l’ultimo stint di gara, coperto da Hamilton con un altro set di ultrasoft, non ha cambiato i riscontri precedenti.
Buchi nei cerchi? Il mistero si infittisce
“Abbiamo sofferto un forte graining alla gomma anteriore sinistra”, ha dichiarato dopo la corsa Toto Wolff, ma è una mezza verità. Il team principal della Mercedes ha spostato l’attenzione sull’asse anteriore, ma i problemi si sono manifestati anche sugli pneumatici posteriori.
In otto giorni la Mercedes ha messo in archivio due Gran Premi che l’hanno vista in grande difficoltà nel far funzionare le gomme, ed ovviamente non è sfuggito che si tratta delle due gare in cui la squadra ha preso il via con gli ormai celebri foro dei cerchioni ben chiusi.
È una coincidenza? “Non centrano nulla i buchi”, ha dichiarato Wolff. Ma il discorso è apertissimo, e tutt’altro che chiuso.
Interessante però l’analisi di un ingegnere che lavora a qualche box di distanza, il quale ha fatto notare che il problema, volendo, potrebbe anche essere anche più complesso per gli ingegneri della Mercedes:
“Ad Austin le loro gomme si sono surriscaldate, come evidenziato dal blister presente su entrambe le monoposto. Se i buchi nei cerchi servono a raffreddare la temperatura degli pneumatici posteriori, c’è una logica tra i problemi sofferti da Hamilton e Bottas e la decisione di chiudere i buchi. Ma qui in Messico il problema non è stato lo stesso, perché abbiamo sofferto di graining, ed è un problema legato alle temperature basse”.
E quindi? “È difficile collegare i buchi dei cerchi al problema di graining, anzi, credo che abbiano fatto bene a chiuderli, e tra l’altro nelle prove libere, quando avevano i fori aperti, non mi sembra cha abbiano raccolto dei riscontri positivi. In questo caso potrebbero aver sbagliato il setup, visto che i long-run di venerdì sono stati molto ridotti, e considerando che questa pista (a causa dell’altitudine) è decisamente atipica”.
Hamilton e Bottas si sono lamentati molto dopo le prove di venerdì, ed i riscontri sulle simulazioni di gara erano stati allarmanti. I tecnici della Mercedes hanno lavorato molto nella notte tra venerdì e sabato, ed in effetti nel giro veloce i problemi di trazione sono migliorati parecchio, come ha confermato Hamilton dopo le qualifiche. Ma sabato non c’è stato tempo per verifiche del passo gara, e la poco gradita sorpresa è arrivata ventiquattr’ore dopo.
A fare chiarezza su una situazione che nel box Mercedes è vissuta in modo allarmante (i festeggiamenti di Hamilton hanno solo posticipato un debrief che si preannuncia meno rilassato del solito) sarà il prossimo appuntamento in Brasile.
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