Clamoroso Van Rossem: l'ex titolare del team Onyx chiede l'eutanasia!
Jean-Pierre Van Rossem, ex milionario e bancarottiere belga, nel 1989 è stato titolare del team Onyx che con Johansson ha conquistato il terzo posto al GP di Portogallo. Il 72enne ha chiesto che gli venga praticata l'eutanasia.
Chi seguiva le vicende della Formula 1 alla fine degli anni ’80 lo ricorderà senza alcun dubbio. Capelli bianchi portati molto lunghi, sovrappeso, e con un piglio di chi nella vita ha navigato anche in acque difficili, con un’alternanza di grandi successi e tonfi imprevisti.
Parliamo del belga Jean-Pierre Van Rossem, entusiasta proprietario del team Onyx che portò nel 1989 all’esordio in Formula 1. Ha colpito la notizia, resa pubblica in Belgio negli ultimi giorni, relativa alla richiesta di eutanasia presentata dal settantaduenne ex mago della finanza.
In una recente intervista pubblicata su Youtube, l'ex milionario ha dichiarato senza mezzi termini che è giunto il momento di porre fine alla sua esistenza.
“Ho avuto una vita molto tumultuosa, ma ora è abbastanza – ha spiegato - sono in declino e voglio decidere per conto mio il momento di dire basta. E spero che sia prima della fine dell’anno. Ho avuto belle donne, automobili e tante proprietà. A un certo punto il mio patrimonio era stimato in 891 milioni di dollari, e ho perso tutto”.
Ad un adolescenza da hippie aveva fatto seguito una laurea in economia e l’invenzione (parole sue) di un sistema computerizzato chiamato Moneytron, che secondo Van Rossem era in grado di elaborare in anticipo i movimenti del mercato azionario.
Anni dopo l’autorità giudiziaria accertò che in realtà il segreto di Van Rossem era nient’altro che un grande sistema “ponzi”, e il finanziere fu condannato ed incarcerato.
Prima dell’epilogo dell’era Moneytron, Van Rossem si era concesso diversi lussi, tra cui quello di essere l’azionista di maggioranza di un team di Formula 1, che nel 1989 riuscì anche a piazzare sul podio dell’Estoril, Stefan Johansson. La terza piazza dello svedese contribuì a raggiungere il decimo posto finale nella classifica costruttori, su ventuno team presenti al via.
Ma durante la pausa invernale, Van Rossem contribuì a creare una situazione di tensione con Bernie Ecclestone e l’allora presidente della FIA Jean-Marie Balestre. Il vulcanico finanziere minacciò di abbandonare la squadra qualora non fosse riuscito a disporre di una fornitura di motori Honda o Porsche per la successiva edizione del Mondiale.
Nessuno fece un passo indietro, e Van Rossem cedette la sua quota del team al gruppo giapponese Middlebridge che gestì la squadra senza grande fortuna portandola alla chiusura nel giro di pochi mesi, compreso un ulteriore passaggio di proprietà all’imprenditore svizzero Peter Monteverdi.
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