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Ferrari: non solo F1 se ci sarà un budget cap restrittivo

Binotto, team principal del Cavallino, lancia un messaggio forte alla F1: “Il budget cap a 145 milioni di dollari è un taglio importante rispetto a quanto deciso lo scorso giugno che comporterebbe dei sacrifici in termini di risorse umane. Se dovessimo scendere ancora potremmo valutare altre opzioni per garantire il nostro DNA da corsa”.

Logo Ferrari sull'Halo

Foto di: Alessio Morgese / Luca Rossini

Come riportiamo ormai da diverse settimane, i team principal di Formula 1, insieme ai rappresentanti di FIA e Liberty Media, sono impegnati in un lungo confronto mirato a tamponare la crisi causata dalla pandemia Covid-19.

Nei provvedimenti d’emergenza, come lo slittamento di un anno dell’entrata in vigore del nuovo regolamento tecnico, o sulle problematiche legate a quello che sarà il calendario 2020, le forze in campo hanno confermano una grande compattezza, remando tutte nella stessa direzione ed arrivando velocemente a delle decisioni successivamente ufficializzate dal Consiglio Mondiale.

Ben diversa è la situazione quando sul tavolo di confronto di discute della spinosa questione del budget cap, introdotto originariamente lo scorso anno (per il 2021) con il limite di 175 milioni di dollari, e diventato oggetto di discussione alla luce delle nuove problematiche emerse con il Coronavirus.

In merito ai contrasti in corso tra le squadre erano emerse finora solo delle indiscrezioni, attendibili, sussurrate, ma mai confermate a microfoni accesi dalle parti in causa. Nella giornata di ieri è arrivata invece una prima posizione ufficiale, ed è stata una bordata vera e propria lanciata dalla Ferrari tramite Mattia Binotto.

Era prevedibile che la Scuderia non sarebbe stata favorevole ad una riduzione del budget cap a 145 milioni di dollari per il 2021, ed è ancora più scontato che sia arrivata allo scontro quando si è proposto di portare il limite di spesa a 130 milioni di dollari nel 2022.

Previsione confermata dalle parole pronunciate ieri da Binotto al Guardian in un’intervista nella quale il team principal del Cavallino ha fatto sapere che la Ferrari valuterà programmi alternativi alla Formula 1 qualora fossero adottate queste restrizioni.
“Il limite di 145 milioni di dollari è già un ridimensionamento importante rispetto a quanto deciso lo scorso giugno – ha commentato Binotto – che da parte nostra comporterebbe ulteriori sacrifici in termini di risorse umane".

"Se questo limite dovesse scendere ulteriormente, potrebbe costringerci a valutare altre opzioni per garantire il nostro DNA da corsa”.

Probabilmente non è un caso che Binotto abbia scelto di parlare ad un giornale britannico per lanciare il suo messaggio, mettendo in chiaro le intenzioni della Ferrari.
“Oggi in Formula 1 abbiamo squadre con caratteristiche molto diverse tra loro – ha proseguito Binotto – operiamo in nazioni differenti, con diverse normative in tema di gestione del lavoro, e non è semplice apportare modifiche regolamentari di questa portata".

"Siamo ben consapevoli che la Formula 1 e il mondo intero stanno attraversando in questo momento delle grandi difficoltà legate alla pandemia di Covid-19, ma questo non giustifica il voler reagire in tutta fretta con il rischio di prendere decisioni senza valutarne attentamente tutte le conseguenze”.

Dalle parole di Binotto si deduce che la Ferrari ha posto l’asticella in modo preciso, ovvero si può discutere una riduzione rispetto al limite di 175 milioni di dollari fissato lo scorso anno (a Maranello spingono ancora sul budget differenziato tra costruttori e team clienti), ma non un successivo passaggio a 130 milioni, che significherebbe un taglio del 25% rispetto alla cifra definita quando è stato ufficializzato il nuovo regolamento tecnico.

Se fosse adottato un provvedimento di questa portata, per la Ferrari (ma anche per altri top-team come Red Bull e Mercedes) diventerebbe impossibile mantenere tutto il personale in forza oggi al programma Formula 1 e sarebbero costretti a importanti tagli creando anche una questione che Binotto ha definito “etica” per un’azienda che è un riferimento globale nella tutela del proprio personale.

“La F1 deve essere l'apice dello sport automobilistico in termini di tecnologia e prestazioni – ha sottolineato il team principal del Cavallino - deve essere attraente per le Case automobilistiche e gli sponsor che vogliono legarsi a quella che deve continuare ad essere la categoria più prestigiosa nel motorsport. Se limitiamo eccessivamente i costi corriamo il rischio di abbassare considerevolmente il livello, avvicinandolo sempre di più alle categorie minori”.

Binotto ha lanciato messaggi di apertura sulla possibilità che venga sposata la linea dei ‘customer-team’, con la fornitura di vetture complete a squadre clienti:
“Se l'attuale emergenza mettesse davvero in dubbio la presenza in Formula 1 di alcune squadre, la Ferrari si confermerà disponibile a valutare questa possibilità. Non sarebbe un… sacrilegio, è un sistema che vediamo oggi in MotoGP ed è già successo in passato anche nella stessa Formula 1”.

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari
logo Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000
Ferrari SF1000 sospensione anteriore
Sebastian Vettel, Ferrari SF1000
Il motore della Ferrari SF1000, Sebastian Vettel
Ferrari SF1000, dettaglio dell'ala anteriore
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, fa un pit stop
I meccanici Ferrari fanno muro per nascondere la SF1000
I freni anteriori della Ferrari SF1000
Sebastien Vettel, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, fa un pit stop
Charles Leclerc, Ferrari in garage
Dettaglio del volante di Charles Leclerc, Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
Charles Leclerc, Ferrari SF1000
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