Caso Vettel: debole la difesa della Ferrari, ma le regole si possono cambiare per il futuro
I commissari sportivi del Canada doveva giudicare solo le nuove prove portate dalla Scuderia, ma i nuovi elementi si sono rivelati inconsistenti per cui il giudizio non è cambiato. Niente vieta che si modifichino le norme secondo il volere comune del paddock. Chi farà il primo passo?
Foto di: Andy Hone / Motorsport Images
Un fatto è certo: il collegio dei commissari sportivi del GP del Canada non doveva discutere se la F1 avrebbe dovuto lasciare i piloti più “liberi” di combattere. Il Caso Vettel, aldilà dell’effetto mediatico che si è creato con molta, moltissima disinformazione, non era affatto l’episodio che doveva cambiare il modo in cui la Formula 1 deve affrontare il suo futuro.
Semplicemente doveva analizzare le prove che la Ferrari ha trovato per vedere se erano emerse nuove evidenze che potessero portare a un cambiamento del giudizio: Sebastian Vettel ha perso il GP a Montreal per una penalizzazione di 5 secondi che gli è stata inflitta dopo la manovra al Giro 48 nella quale è rientrato in pista da un taglio di chicane, bloccando il sorpasso di Lewis Hamilton. Il team del Cavallino ha voluto dimostrare che il tedesco non ha commesso alcuna azione pericolosa, ma si sarebbe limitato a mantenere il controllo della Ferrari.
Secondo l’art.14 del Codice Sportivo Internazionale della FIA e l’art.2.2 del regolamento sportivo della F1, il team del Cavallino doveva portate nuovi elementi non a disposizione della Scuderia Ferrari prima del termine dell’evento (ore 18:44 del 9 giugno 2019, fine delle verifiche tecniche).
La Scuderia Ferrari ha presentato i seguenti elementi alla revisione del provvedimento:
I) analisi della telemetria della vettura di Vettel, inclusi dati relativi all’assetto
II) video analisi delle diverse inquadrature (frontale, dall’alto, onboard) preparata al termine della gara
III) video analisi di Karun Chandhok di Sky Sport Uk, fatta al termine della gara
IV) video del viso di Vettel, rilasciato da F1 Limited dopo la gara
V) immagini video di fine gara
VI) analisi del GPS delle traiettorie di Hamilton e Vettel, confrontate con quelle dei giri precedenti
VII) testimonianza di Sebastian Vettel
Gli elementi I), II), V), VI) e VII) erano a disposizione già prima del termine della gara
L’elemento III) era nuovo, ma non significativo o rilevante, in quanto opinione di un terzo
L’elemento IV) era nuovo ma non significativo o rilevante, perché la prova contenuta in questo video poteva essere riscontrata in altre immagini già a disposizione.
Emanuele Pirro, Gerd Ennser, Mathieu Remmerie e Mike Kaerne, i quattro commissari del GP del Canada non dovevano filosofeggiare sulla F1, ma decidere solo ed esclusivamente sui sette punti della difesa Ferrari. Punto e a capo. Difesa che non è parsa particolarmente efficace (ma come si fa a portare l’opinione di Karun Chandok?)…
Chi si aspettava una rivoluzione è rimasto deluso. Questa volta hanno parlato solo le carte e la squadra del Cavallino non ha portato i nuovi elementi. Il Caso Vettel si chiude ed è meglio per la F1 voltare pagina, guardando all’incombente gara francese.
Ma niente vieta che si cambino le regole dopo l’episodio canadese: non era richiesto ai commissari sportivi perché sarebbe stato come se il compito di modificare le leggi venisse affidato alla magistratura e non alla politica. Chi ha preso le parti di Sebastian (e sono stati molti piloti, team principal e addetti ai lavori) ora dovrebbe impegnarsi a rivedere (semplificare?) le norme per soddisfare le aspettative di un maggiore spettacolo. Ma scommettiamo che non succederà proprio niente?
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