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Caso Hamilton: quelle regole non scritte, che cambiano la prospettiva della realtà

Whiting non ha voluto nemmeno investigare il pericoloso impedimento di Lewis su Sirotkin. C'è un retroscena: il russo ha cominciato a spingere perché le sue gomme usate non erano state messe nelle termocoperte. Ma quale norma FIA gli impediva di tirare?

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+

Mark Sutton / Motorsport Images

Guardando le immagini televisive, di dubbi ce ne sono pochi: nella sessione Q2 disputata oggi a Interlagos, Lewis Hamilton ha creato una situazione di pericolo che avrebbe potuto avere gravi conseguenze se Sergey Sirotkin non fosse stato freddo nel cambiare drasticamente traiettoria arrivando a mettere le ruote sinistre sull’erba.

Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto piloti finire sotto investigazione per episodi potenzialmente molto meno pericolosi, scontando sanzioni più o meno pesanti sulla griglia di partenza.

Qualche attimo dopo lo sventato incidente tra la Williams e la Mercedes, diversi team (tra cui la Ferrari) ha chiesto alla direzione gara di analizzare l’episodio incriminato, ma è arrivato un secco “no”. C’è stata molta perplessità, vista la gravità della situazione, ma il quadro è diventato più chiaro al termine delle qualifiche.  

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Sia Hamilton che Sirotkin erano nel giro di lancio, con il pilota della Mercedes uscito dalla pit-lane parecchio prima rispetto alla Williams. Lewis ha progressivamente ridotto la velocità per evitare un eccessivo surriscaldamento degli pneumatici, e uscito dalla curva 11 procedeva molto lentamente prima di lanciarsi all’uscita della 12.

Sirotkin ha invece dovuto accelerare molto nel suo out-lap, perché nel box Williams l’ultimo set di supersoft (usato) montato al russo non era stato scaldato con le termocoperte, ed aveva necessità di spingere al massimo per portare gli pneumatici nella giusta finestra d’utilizzo.

“Avevo bisogno di spingere in quel giro – ha spiegato Sirotkin – le gomme erano freddissime, così ho forzato subito nella speranza di raggiungere la giusta temperatura”.

L’atipicità della condizione ha fatto si che le due monoposto si apprestassero a lanciarsi per il giro veloce con due approcci completamente differenti, come differente era la velocità tenuta in prossimità della curva 12, dove le due vetture hanno rischiato il contatto.

Hamilton (ed anche il box Mercedes) è stato sorpreso dalla velocità con cui Sirotkin ha approcciato il suo out-lap, perché normalmente i piloti prendono posizione prima di lanciarsi per il giro veloce, e non si sorpassano mai prima dell’ultima curva che immette sul rettilineo. Hamilton ha dato per scontato che Sirotkin si sarebbe accodato alle sue spalle prima di lanciarsi, ma in questo caso non è stato così.

Quel buonsenso che manca

Sulla carta (premessa necessaria) Hamilton non ha danneggiato Sirotkin in un giro veloce, quindi non c’era motivo per la sanzione.

E la situazione pericolosa? Allora sarebbe stato il russo a spingere in modo inusuale nel giro di lancio. Se si parla in “giuridichese” c’è una risposta per tutto, ma questo cozza con la realtà di quanto si è visto a Interlagos.

Riavvolgendo il nastro e tornando all’episodio incriminato, si è davanti ad una circostanza che avrebbe potuto innescare un incidente grave, e non può non colpire che la direzione gara abbia deciso di liquidare il fatto senza neanche analizzare l’accaduto.

È difficile accettare che possa esserci un pericolo di serie A ed uno di serie B, perché un brutto incidente in un out-lap può avere le stesse conseguenza di una botta nel giro lanciato.

A volte è necessario anche tornare con i piedi sulla terra, rispondendo a domande che possono sembrare banali a chi siede nella stanza dei bottini, ma che forse proprio banali non sono. 

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Sirotkin aveva il diritto di spingere nel suo giro di lancio? Non c’è alcun articolo del regolamento sportivo che lo vieta. È stato forzato a mettere due ruote sull’erba? Sembra proprio così.

Se il regolamento lasciasse campo aperto e i piloti fossero liberi di difendersi all’arma bianca (c’è anche chi lo vorrebbe) non saremmo qui a discutere di quanto è accaduto oggi, e non può non colpire la linea di lasciar andare un episodio simile quando si sono visti processi per motivazioni decisamente stravaganti conclusi con penalità, punti sulla patente, reprimende e via dicendo.

Oggi sarebbe bastata un’investigazione, un’analisi e le eventuali spiegazioni del caso, che sarebbero anche state interessanti da ascoltare. Invece il collegio dei commissari sportivi ha deciso di ascoltare Sirotkin per… aver rallentato troppo nel giro di rientro in pit-lane. Coraggio, su…

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