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Caro Alonso la Ferrari ha sbagliato la strategia

A Maranello ora c'è la macchina, ma forse manca ancora qualcosa nel reparto simulazione

Sergio Marchionne, ospite della Ferrari a Montreal, ha sintetizzato: “La macchina non è ancora a posto, serve ancora qualche colpo di cacciavite! La strategia? Forse l'avrei fatta anch'io così per cercare di vincere. Ora è importante lasciare i ragazzi tranquilli a lavorare sulla vettura”. L'unione fa la forza. Il numero uno della Fiat se n'è andato via dal circuito con un umore più nero delle sue parole. Forse ci aveva creduto che Fernando Alonso potesse regalare alla F2012 la seconda vittoria, dopo quella della Malesia, per grazie ricevuta. EMERGE IL POTENZIALE DEL PROGETTO La Rossa si è presentata in Canada in bella forma: bisogna riconoscere che il lavoro svolto dal gruppo tecnico diretto da Pat Fry sta dando i suoi risultati. Una monoposto che in Australia era stata giudicata come una macchina sbagliata, è stata rivista e corretta con interventi continui, mai rivoluzionari, ma sempre mirati ad ottimizzare un pacchetto che, finalmente, sta rivelando quello che era il potenziale di progetto. LA POLE NON SARA' UN TABU' La F2012 ora sembra più pronta anche in qualifica e, forse, potrà non essere un tabù parlare di nuovo di lotta per la pole position, dopo mesi giocati in difesa. In prestazione assoluta la Ferrari sembra arrivata vicina a McLaren Mp4-27 e Red Bull RB8. Buon segno, tanto più che dispone di un pilota, Fernando Alonso, che è un... cannibale di punti. ALONSO PENSIERO Lo spagnolo si è profuso nella difesa di ufficio davanti alle telecamere delle televisioni e ai taccuini dei giornalisti. “Non voglio sentire parlare di strategia sbagliata – ha detto Fernando – la differenza l'ha fatta il consumo delle gomme”. Questa volta Alonso è stato... complice della scelta del muretto: ha condiviso la strategia elaborata dai tattici del Cavallino, perché ci credeva. IL DIFENSORE DI UFFICIO Se Marchionne parla di qualche tocco di cacciavite, Alonso ci ha tenuto a sottolineare che “...la Ferrari ha fatto il più grande balzo in avanti da quando sono a Maranello. Da una gara all'altra siamo passati da faticare ad entrare in Q3 a lottare per la pole e già nelle libere eravamo sempre nei primi cinque, anziché remare dodicesimi. E a dieci giri dalla fine ero ancora in testa alla corsa!”. CHI NON RISICA, NON ROSICA L'analisi del campione del mondo spagnolo è lucidissima. Questa volta non è mancata la macchina, ma la squadra. “Abbiamo provato a vincere” ha chiosato Stefano Domenicali. Insomma, si è preso un rischio ed è andata male. Chi non risica, non rosica. Ci sta in Formula 1, anche perché l'errore di valutazione può essere rimediato nei prossimi tredici Gp. LO STRUMENTO E' COMPETITIVO Il problema a nostro avviso è un altro: la Ferrari sta raddrizzando una stagione difficile, offrendo ad Alonso lo strumento per lottare per il titolo fino alla fine della stagione. Certo, Fry e soci non devono perdere il passo nello sviluppo della F2012, ma ora i tecnici stanno puntando sui filoni giusti, tant'è che su una pista di trazione la Rossa ha fatto la sua bella figura. La monoposto, dunque, è competitiva. PROBLEMA WHEEL SPIN Il problema del consumo di gomme ce l'hanno tutte le squadre, non solo la Ferrari. In un precedente articolo avevamo scritto che la Red Bull Racing nei parametri che controlla il telemetria c'è il wheel spin delle ruote posteriori. Il pattinamento in accelerazione è l'elemento che scatena l'improvviso degrado delle gomme Pirelli: la perdita di carico nel retrotreno, per il minore effetto degli scarichi soffianti, si fa sentire. STRATEGIE SUL CONSUMO La McLaren aveva dato delle disposizioni ad Hamilton affinché l'inglese alternasse un giro velocissimo ad uno di mantenimento delle coperture, mentre la Red Bull Racing ha letto in tempo il crollo prestazionale che stava subendo Sebastian Vettel. Insomma, ciascun top team ha sviluppato delle strategie per interpretare il funzionamento degli pneumatici. La sensazione è che la Ferrari manchi, invece, in questo aspetto tecnico-tattico. HAMASHIMA SERVE? L'apporto di Hirode Hamashima, l'ex capo della Bridgestone Motorsport assunto a inizio anno a Maranello, non è ancora determinante nella costruzione di un modello matematico della gomma e l'area di simulazione del Cavallino è sempre quella che deve fare un ulteriore salto di qualità per essere al pari della migliore concorrenza. È qui, forse, che si gioca la partita più difficile. EVOLUZIONE IN FABBRICA Non è facile portare avanti lo sviluppo di una monoposto in parallelo con la rivoluzione dei sistemi e dell'organizzazione del lavoro nell'ufficio tecnico e in fabbrica. Nicholas Tombazis, capo progettista della F2012, ha rivelato una grande capacità di reazione sulla monoposto, ma nella F.1 moderna a volte non basta disporre di una macchina competitiva per vincere...

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