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Intervista

Brown: "F1 popolare negli USA anche senza un pilota statunitense"

Zak Brown ha ammesso come non sia fondamentale avere un pilota o un team americano in Formula 1 per incrementare la già elevatissima popolarità della categoria negli USA.

Zak Brown, CEO, McLaren Racing, nella conferenza stampa dei team principal

Foto di: LAT Images

La F1 sta vivendo un boom di popolarità negli Stati Uniti. Il prossimo anno, infatti, saranno ben le gare presenti nel calendario che si disputeranno negli USA con la new entry Las Vegas che si aggiungerà ad Austin e Miami.

Tuttavia sono passati oltre 15 anni dall'ultima volta che un pilota americano ha corso a tempo pieno in F1. Di recente la Red Bull ha provato ad interrompere questo “digiuno” cercando di assicurare al pilota della IndyCar Colton Herta un sedile in AlfaTauri per il prossimo anno.

La volontà della scuderia con sede a Milton Keyne, però, si è scontrata con il parere negativo della FIA che non ha voluto concedere una deroga al pilota statunitense per ottenere la superlicenza.

L'amministratore delegato della McLaren Racing, Zak Brown, ha dichiarato che l'aggiunta di un pilota americano e di una scuderia con sede negli Stati Uniti sarebbe un'ottima cosa per la F1, ma ha anche sottolineato come questi fattori non siano essenziali per la popolarità della serie negli Stati Uniti.

"Penso che sarebbe fantastico se entrambi gli scenari si realizzassero. Sarebbe un miglioramento ulteriore per la Formula 1 negli Stati Uniti", ha dichiarato Brown a Laguna Seca all'inizio di questo mese. “Oggi, però, non abbiamo né un team né un pilota americano e guardate quanto è popolare la Formula 1 qui”.

"Certo, mi piacerebbe che entrambe le cose si realizzassero, ma non credo che debbano accadere per forza perché la Formula 1 oggi va forte in America anche senza un team ed un pilota statunitense".

Colton Herta, McLaren MCL35M

Colton Herta, McLaren MCL35M

Photo by: McLaren

La decisione di negare ad Herta la superlicenza nonostante i suoi trascorsi in IndyCar ha portato a critiche nei confronti del sistema della FIA da parte di molti sportivi americani.

Alexander Rossi, che ha fatto cinque apparizioni in F1 con la Manor nel 2015, ha dichiarato che: “L’avidità delle decisioni passate sull'ammissibilità alla superlicenza è costata a Herta la possibilità di approdare in F1”.

Lo stesso Brown ha sottolineato la necessità di una riforma, osservando come sia per il campione del mondo 2021, Max Verstappen, che per il vincitore del titolo 2007, Kimi Raikkonen, se ai loro tempi fosse stato in vigore il sistema attuale si sarebbero entrambi visti negare il passaggio in F1.

Herta non è il solo nome statunitense che sta cercando di approdare in Formula 1. Il suo team in IndyCar, Andretti, sta lavorando per assicurarsi uno slot sulla griglia di partenza in futuro, ma ha incontrato l'opposizione di molti dei team esistenti.

La McLaren è sempre stata favorevole all’arrivo del team Andretti, ma Brown ha evidenziato come molti degli altri team siano "molto poco lungimiranti e pensino solo a ciò che è nel loro interesse a breve termine".

Brown ha poi aggiunto: "Noi pensiamo in modo un po' diverso. Penso che una persona come Andretti possa contribuire a far crescere questo sport. Quello che potremmo perdere a breve termine dividendo i premi in denaro ci tornerà indietro con più ascolti televisivi, più sponsorizzazioni dal Nord America, ecc.”.

"Sono pochi i team che cercano di proteggere le proprie entrate e non vedono il quadro generale".

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