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Brake duct: perché diventano elementi aerodinamici nel 2020?

Cambia la definizione regolamentare delle prese d'aria dei freni: l'anno prossimo le macchine clienti non potranno acquistare questi particolari, ma dovranno realizzarle in proprio come tutte le altri parti della veste aerodinamica.

Ferrari SF90, dettaglio del cestello del freno anteriore

Foto di: Giorgio Piola

Nikolas Tombazis sembra sempre un tipo molto riflessivo che con la forza del ragionamento ottiene i graduali cambiamenti regolamentari che vanno in direzione della logica.

Con la semplificazione delle norme aerodinamiche andate in scena quest’anno, le brake duct hanno perso un po’ della capacità di generare carico, ma, nonostante i vincoli, i tecnici delle squadre sono riusciti a farle diventare strumenti utili alla generazione dei vortici e a laminare i flussi con indiscutibili funzioni che non sono solo legate al raffreddamento dei freni, ma all’aerodinamica.

Per i commissari tecnici della FIA, quindi, le brake duct sono diventate a tutti gli effetti degli elementi aerodinamici della monoposto e dal 2020 tanto le prese anteriori che quelle posteriori non saranno acquistabili da un’altra squadra, ma ciascun team dovrà prodursele in proprio come il resto della veste aerodinamica.

Le vetture clienti, quindi, nel 2020 saranno disponibili con un pacchetto meno copioso di quanto fosse nel recente passato, mentre rimane la libertà di acquisire oltre a motore e cambio anche i bracci delle sospensioni e l’impianto frenante.

Le brake duct, quindi, tornano a essere un patrimonio del Costruttore: sono parti che contribuiscono alle prestazioni della vettura e, quindi, richiederanno uno specifico lavoro di ricerca e sviluppo che impegnerà squadre come la Has e la Toro Rosso, tanto per fare alcuni esempi, che potevano fare riferimento a Ferrari e Red Bull, ma non solo…

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