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Binotto ammette: "La Ferrari guarda all'Indycar"

Il team principal Ferrari in una intervista concessa a Sky Italia ha sottolineato la volontà del marchio di Maranello di avviare programmi alternativi alla F1, come Indycar e WEC, per impiegare il personale in esubero per il budget cap.

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Mark Sutton / Motorsport Images

L’argomento del giorno in orbita Ferrari è indubbiamente il fresco ingaggio di Carlos Sainz, ma l’opportunità di intervistare Mattia Binotto ha fatto emergere una notizia forse ancora più a sorpresa dell’annuncio (previsto) del pilota spagnolo.

Durante un collegamento con SkySport Italia, il team principal della Ferrari ha confermato che a Maranello sono allo studio programmi alternativi da affiancare alla Formula 1, e che tra le serie in fase di valutazione ci sono Indycar e WEC.

L’obiettivo è quello di trovare nuovi campionati che possano sposarsi con le esigenze della Ferrari, ad iniziare dall’opportunità di occupare la parte di personale della Gestione Sportiva destinato a diventare in esubero a causa del budget cap imposto in Formula 1.

“La Ferrari sente molto la responsabilità sociale verso i propri dipendenti – ha spiegato Binotto - e vogliamo essere certi che per ognuno di loro ci sarà spazio anche in futuro. Per questo motivo abbiamo iniziato a valutare dei programmi alternativi e confermo che stiamo guardando l’Indycar, che al momento è una categoria molto diversa dalla nostra (F1) ma con un cambio di regolamento in programma nel 2022. Osserviamo anche il mondo Endurance ed altre serie: cercheremo di fare la scelta migliore”.

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“In questi ultime settimane si è discusso molto sul ridimensionamento del budget a disposizione delle squadre di Formula 1 – ha concluso Binotto - e si è arrivati ormai ad una conclusione. La cifra di 175 milioni (di dollari), che erano stati definita e votata (nel 2019), sarà abbassata fino a 145. In Ferrari ci stavamo strutturando basandoci sul budget approvato lo scorso anno, e l’ulteriore riduzione rappresenta una sfida importante che porterà inevitabilmente a rivedere organico, struttura ed organizzazione”.

Ovviamente a stupire maggiormente gli appassionati è stato il nome “Indycar”, pronunciato da Binotto in modo chiaro e motivato. Al momento la serie statunitense è un monomarca, che ha come base tecnica una monoposto realizzata dalla Dallara, ma il nuovo ciclo che prenderà il via tra due anni potrebbe riproporre un telaio libero, creando un possibile habitat per le esigenze della Ferrari.

Sarebbe un colpo non da poco per il prestigio della serie statunitense e pochi conoscono l’impatto del Cavallino come Roger Penske, patron della serie Indycar nonché da molti anni è uno dei maggiori rivenditori della Ferrari negli Stati Uniti.

Trentacinque anni dopo il progetto “637”, ovvero la monoposto che Enzo Ferrari fece realizzare nel 1987 per la serie allora denominata Cart, la Scuderia agli Stati Uniti ci guarda con occhio più tecnico che politico.

La 637, vettura che non uscì mai dall’azienda, nacque a causa dei dissidi tra Enzo Ferrari e la FIA, ma questa volta ci sarà bisogno di correre davvero, ovunque la Scuderia deciderà di farlo.

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