Bandiere rosse: la F1 lavora sui tarli del sistema d'attivazione
Michael Masi, direttore di gara della F1, spiega cos'è andato storto nelle Qualifiche del GP di Monza e come funziona il sistema d'attivazione delle bandiere rosse.
Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10
Jerry Andre / Motorsport Images
La Formula 1 sta lavorando per cercare di evitare che possa ripetersi ciò che è accaduto nel corso delle Qualifiche del Gran Premio d'Italia, in cui a Valtteri Bottas si era visto negare il tempo a causa di un fraintendimento dei cronometristi, i quali pensavano che il finnico della Mercedes non avesse ancora tagliato il traguardo una volta esposta la bandiera rossa causata dall'uscita di pista di Kimi Raikkonen.
In quell'occasione il tempo di Bottas è stato rettificato, con il pilota della Mercedes che è tornato in possesso del tempo fatto nel giro svolto prima dell'esposizione della bandiera rossa.
La FIA utilizza due pulsanti d'attivazione delle bandiere rosse. Uno è attivato da Michael Masi, direttore di gara della F1, mentre il secondo è per Colin Haywood, manager dei sistemi di controllo di gara e vice dello stesso Masi.
Questo può aver contribuito a creare la differenza di segnale nella comunicazione dell'esposizione delle bandiere rosse.
"E' un problema simile a quello che abbiamo avuto a Baku all'inizio di questa stagione", ha spiegato Masi. "E' qualcosa che abbiamo studiato e non è una cosa così semplice come invece qualcuno pensa. Avere due sistemi completamente isolati che interagiscono con gli altri".
"Nella sua forma più semplice il pannello da cui diamo il via della corsa è connesso con i monitor dei tempi, dunque è un sistema bloccato. Quando spingo il pulsante d'interruzione per indicare quando si fermano i cronometri".
"L'altra estremità dei pannelli luminosi è per le bandiere rosse, Virtual Safety Car e Safety Car. E' competenza di Colin e fa parte del suo ruolo, in modo tale che il sistema abbia due input umani separati per poter essere attivati".
"Abbiamo cercato il modo per far comunicare questi sistemi. E la soluzione non è semplice come vorremmo. Non è qualcosa che è stata ignorata, come invece alcune persone pensano".
Masi ha affermato che il delta di risposta tra i due sistemi nel caso di Bottas è stato di 6 decimi di secondo: "Credo che guardiamo a quanto successo in quel contesto, stiamo parlando di una differenza tra due umani che stanno spingendo due pulsanti differenti su due pannelli differenti".
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