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Arrivabene: "Spazio ai talenti nascosti che ci sono in Ferrari!"

Mattia Binotto deve riorganizzare lo staff di Maranello: "Non ci sarà più la macchina del signor X, ma sarà il frutto di un gruppo che condividerà un progetto. Ma aspettiamoci qualche rinforzo mirato nei ruoli strategici per colmare le lacune.

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari guarda Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H in pitlane

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari guarda Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H in pitlane

XPB Images

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari nella conferenza stampa FIA
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H e il compagno di squadra Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H nel parco c
(Da sinistra a destra): Guenther Steiner, Haas F1 Team Principal con Mattia Binotto, Ferrari Race Responsabile motori
Jock Clear, Direttore dell'ingegneria Ferrari con Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal in gri
Scuderia Ferrari motorhome
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H leads Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W07 Hybrid
Ferrari SF16-H, dettaglio del T-Tray
Mick Schumacher, Prema Powerteam nel box Ferrari

Maurizio Arrivabene ha detto che non si arrende. Il capitano non vuole abbandonare la nave che affonda, ma anzi si stringe intorno al suo equipaggio. La Ferrari nel GP di Germania rivela in modo macroscopico tutte le carenze della SF16-H, che viene scavalcata dalle due Red Bull Racing in pista e nel mondiale Costruttori. Vettel e Raikkonen restano giù dal podio per la terza gara di fila, segno che c’è bisogno di drenare una deriva che ha portato a un’involuzione.

Per due settimane il Reparto Corse andrà in ferie per la sosta che il mondiale di F.1 si concede dopo quattro GP disputati in cinque settimane, ma il team principal bresciano non ha alcuna intenzione di concedersi un periodo di riposo. Questo è il momento di disegnare quella che dovrà essere la nuova Ferrari, priva di James Allison a capo della conduzione tecnica.

La squadra del Cavallino rinuncia a un direttore tecnico per dare fiducia a Mattia Binotto, motorista che è stato nominato CTO (Chief technical officer) la scorsa settimana. Insomma è l’uomo che deve cambiare la struttura tecnica costruendo un nuovo sistema di lavoro orizzontale che dia fiducia anche a chi si è sempre dovuto limitare ad essere un esecutore di mansioni. Sarà la strada giusta da percorrere?

Maurizio inizia la sua analisi dalla Rossa. La grande delusione. Nella riflessione del dopo Hockenheim non si concede scuse. Insomma, ci mette la faccia. Non è un ingegnere ma deve interessarsi anche di questioni puramente tecniche…

“La downforce (intendendo l’aderenza nrd) si divide in due filoni principali: c’è quella meccanica e quella aerodinamica. Ebbene abbiamo dei problemi in tutti e due i campi che si riverberano anche sulle gomme moltiplicando spesso le nostre difficoltà”.

Fermate lo sviluppo della SF16-H oppure lavorerete da qui a fine anno per ottenere dei risultati sulle piste più favorevoli?
“Assolutamente sì, non mi arrendo! Dobbiamo continuare a spingere: è quello che dobbiamo fare”.

Sarà un lavoro di sperimentazione finalizzato anche al 2017?
“Beh sì, ci sarà senz’altro utile per il futuro, anche se restiamo focalizzati sul 2016. È ovvio che se vari adesso un programma di sviluppo lo fai perché possa servire anche per il 2017”.

La sosta estiva servirà a riorganizzare la squadra in maniera diverse a quella che avete avuto fino a oggi con Allison?
“La riorganizzazione della squadra è stata fatta prima dei cambiamenti. Non è che si prende una decisione e poi si trasforma il team”.

Ci dobbiamo aspettare altri cambiamenti?
“Non ho detto questo, ma non voglio rispondere a questa domanda…”.

In questa fase della stagione ha pesato di più la Red Bull che è andata avanti o la Rossa che si è piantata?
“La Red Bull è andata sicuramente avanti e noi in qualche modo ci siamo fermati”.

Binotto si occupa solo della monoposto 2017 o metterà mano anche allo sviluppo della SF16-H?
“Si lavorerà in gruppo per cercare di far crescere la macchina attuale. Tutti i tecnici parleranno fra di loro, ma la differenza molto importante è che non ci sarà più la macchina del signor X, ma ci sarà una monoposto che sarà il frutto della cooperazione di tutti i gruppi di lavoro coinvolti nel progetto”

Avendo parlato di carenze della macchina a livello di aderenza, ritieni sia necessario andare a prendere degli specialisti che siano in grado di far crescere la Ferrari nei settori nei quali si sente debole, perché se si prendessero dei tecnici top li vedreste solo dopo un anno di gardening e allora parleremmo solo della vettura 2018, mentre non ci sembra che abbiate tutta questa voglia di aspettare…
“Ripeto quello che ho già detto: stiamo dando un’impostazione diversa alla struttura tecnica, ma lo puoi fare solo quando conosci tutti i tecnici che hai in casa, per vedere se ci sono delle capacità inespresse. E a mio dire i talenti ci sono. Mi viene da dire, allora: perché se ci sono queste capacità non vengono fuori? Nel momento in cui ci sono ingegneri capaci che sono relegati a fare solo dei lavori di mera esecuzione è chiaro che si perdono delle opportunità importanti. Tocca a noi dare degli indirizzi sul progetto e gli obiettivi da raggiungere: se i concetti saranno chiari non ci sarà bisogno di andare a cercare all’esterno, perché in questo momento non cerchiamo il mega-talento. Quando c’è una figura come un mega-talento è normale che tutta la squadra segua quello che lui dice, in assenza di questa figura, invece, si può pensare di affidare il ruolo del coordinatore a Mattia Binotto che deve far lavorare la nuova struttura orizzontale su questi obiettivi”.

Aspettiamoci degli innesti mirati, dopo che la “cooperativa” Ferrari avrà una sua identità. C’è l’esigenza di riprendere in fretta il bandolo della matassa, perché gli aggiornamenti aerodinamici che sono stati portati sulla Rossa non stanno funzionando da Barcellona. Un tempo infinito per la rapidità con cui si evolve la Formula 1. Perché chi si ferma è perduto...

 

 

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