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Arrivabene: "Piloti maggiordomi? Ho chiesto scusa a Bottas con un messaggio!"

Il team principal della Ferrari ha rilasciato una intervista esclusiva al direttore di Autosprint, Andrea Cordovani. Il manager bresciano traccia un punto della situazione molto interessante sul mondiale e sulla conduzione di una squadra come quella del Cavallino.

Sebastian Vettel, Ferrari e Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal and Antonio Giovinazzi, Ferrari on the grid
Kimi Raikkonen, Ferrari, Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari
La Ferrari SF71H di Kimi Raikkonen
Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari, Dr Helmut Marko, Consulente Red Bull Motorsport, Christian Horner, Team Principal Red Bull Racing e Gino Rosato, Ferrari
Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari e Louis Camilleri, Presidente di Philip Morris
Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari
Logo Ferrari sull'Halo
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal, Sergio Marchionne, CEO FIAT
Gocce di pioggia sul logo Ferrai
Louis Camilleri, Ferrari CEO
Sergio Marchionne, CEO FIAT e Louis Camilleri, Presidente di Philip Morris
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Maurizio Arrivabene con diritto di parola. Il team principal della Ferrari ha scelto Autosprint per un’intervista esclusiva molto interessante del direttore, Andrea Cordovani.

Il manager bresciano è stato un fiume in piena che ha messo in chiaro diversi punti di questa concitata fase della stagione per il team del Cavallino che dispone della monoposto migliore, ma si trova a inseguire Lewis Hamilton e la Mercedes nelle classifiche dei due mondiali. Ecco i punti salienti di una chiacchierata che ha richiesto dieci pagine di racconto sul settimanale della Conti Editore…

Piloti maggiordomi

“Prendiamo la famosa frase che ho detto a caldo al GP d’Italia sui piloti maggiordomi: ero convinto che avrebbe generato polemiche. Non è stata una frase felice, anche se consapevole. Tra l’altro ci siamo scambiati messaggi con Valtteri Bottas: mi sono sentito in dovere di farlo perché lo rispetto, mi sono voluto scusare con lui. Evidentemente nel momento in cui mi è uscita dalla bocca, l’ultima persona alla quale ho pensato è stato Valtteri, che è un ragazzo molto in gamba e che stimo. Lui ha capito benissimo la situazione in cui è stata detta la frase”.

Partenza Monza

“In partenza non si danno ordini di squadra: l’unico ordine che si dà è di non fare stupidaggini alla prima curva e sottolineo alla prima curva. Si è parlato della staccata al limite di Kimi: beh, cosa doveva fare? Al suo posto l’avrebbe fatta Hamilton e l’avrebbe fatta Vettel”.

Roggia

“Li è successo il patatrac. Ma quello non c’entra con gli ordini di squadra. Detto questo, ordine di squadra lo dai durante la gara. Quindi, magari, non escludo che più avanti ci sarebbe stato un ordine di squadra, ma qualcosa di cui i piloti erano consapevoli”.

Hamilton

“Ha vinto con merito Hamilton, insieme alla Mercedes: non c’è altro da aggiungere”.

Vettel

“Il mio compito è scendere nell’arena e mettermi in prima fila, nel senso che alla fine il responsabile di tutto questo sono io. Che sbagli il pilota o che sbagli la squadra, c’è un responsabile e sono io. È mio dovere e sarebbe folle non farlo, non puntare il dito sul pilota anche considerato il fatto che mancano ancora tanti GP alla fine. Poi è ovvio, ma si agisce parlando di queste cose in casa e non esternandole”.

Squadra

“Ci vedevano come l’Armata Brancaleone. Le eccellente in Italia ci sono. I talenti in Ferrari esistevano. C’è gente che ha un grande esperienza e c’è molto più giovane: si trattava di dar luce e responsabilità a queste persone. L’Armata Brancaleone che all’inizio veniva derisa, pian piano è cresciuta assumendosi delle responsabilità. Oggi abbiamo processi operativi molto efficienti, ma soprattutto è bello vedere ragazzi che vogliono vincere”.

Mercedes

“Non mi piace parlare dei concorrenti. Dobbiamo essere coscienti che stiamo inseguendo. È vero, dopo la sosta estiva, abbiamo vinto in Belgio, ma non è che siamo andati al comando della classifica. Quindi c’è ancora della strada da fare. Quello che invidio alla Mercedes, a volte, è una dose di freddezza che loro hanno e che noi ancora non abbiamo. E questo è attribuibile al fatto che siamo una squadra ancora giovane”.

Singapore

“Non si gira pagina, altrimenti la lezione di Monza non si è imparata, dobbiamo tenere presente cosa è successo. Negli anni passati eravamo nettamente superiori ad altri, su una pista con caratteristiche simili a Monaco ad alto carico. E proprio a Monte Carlo le Red Bull hanno dimostrato di andare molto bene, quindi oltre alla solita Mercedes a Singapore ci sarà un altro competitor”.

Marchionne

“Preferirei per disciplina aziendale, non fare commenti sui miei superiori diretti. E’ stato detto e scritto molto: non ho mai letto una riga che evidenziasse il fatto che io sono qua perché mi ha assunto lui. Al di là di quelle che possono essere le sensazioni, è ovvio che Marchionne è stata una persona dalla quale ho imparato tantissimo. Abbiamo sempre lavorato insieme: io conoscevo la persona che ho vissuto e le cose che ho letto sul nostro rapporto a volte mi fanno sorridere. Perché la verità è quella che vivi ogni giorno”.

Camilleri

“Conosco Camilleri da più di 25 anni e non spetta certo a me descrivere le sue doti manageriali di altissimo livello. Conoscendolo bene mi piace sottolineare di lui l’aspetto umano, uno che mette sempre le persone al centro delle aziende, creando grandi squadre. E non è che lui e Marchionne fossero estranei. Si conoscevano da almeno 10 anni, hanno fatto parte entrambi dei due consigli di amministrazione. Con personalità e stili diversi parliamo di due persone di alto livello”.

Campionato

“Siamo consapevoli che stiamo inseguendo, ma siamo altrettanto focalizzati sul fatto che vogliamo vincere”.

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