Arrivabene: "Non sono allarmato, alla faccia dei gufi!"
Il team principal della Ferrari è sereno e non si agita di fronte alle voci che alimentano una SF16-H in crisi con i motori. Intanto è soddisfatto del lavoro svolto in mattinata da Vettel che ha girato solo con gomme medie.
Foto di: XPB Images
Dopo aver completato sessantatré giri, Sebastian Vettel è tornato in pista nel pomeriggio per proseguire il suo programma di lavoro. Nel mezzo una pausa pranzo all’insegna del sorriso.
“Abbiamo avuto alcuni giorni in cui avremmo dovuto coprire una distanza maggiore – ha commentato Seb – ma stiamo recuperando. Nel complesso siamo abbastanza soddisfatti di essere dove siamo. Non sono preoccupato per l’affidabilità, anche se ovviamente ogni problema accusato nei giorni scorsi non ha fatto piacere ed è costato del tempo. Ma se succede qui nei test non è una tragedia. Sempre meglio che ritrovarsi in questa situazione tra due settimane a Melbourne”.
Una breve pausa, un pasto veloce, e Seb è tornato subito in pista aggredendo nuovamente la pista. A dar manforte al pilota tedesco è stato Maurizio Arrivabene, che già in mattinata aveva rimandato al mittente le ipotesi di un allarme affidabilità che sarebbe suonato nel box rosso. Una voce che secondo diversi addetti ai lavori avrebbe messo in giro di proposito una squadra rivale.
“L’unico allarme che ho sentito – ha commentato col sorriso Arrivabene - è quello che suona quando entrano le macchine in pit-lane. Mi vedete agitato? Abbiamo detto più volte che non vogliamo essere arroganti, che vogliamo mantenere i piedi per terra e a testa bassa".
"Non sono assolutamente allarmato, una monoposto attuale di Formula 1 è composta da 40.000 componenti contro i 4/5.000 di un auto di serie. La macchina è nuova, quindi ci può anche stare che nei primi test qualcosa vada messa a punto. Ma vi confermo che il motore è okay, alla faccia dei gufi”.
“Stamattina abbiamo girato come dei… criceti, utilizzando sempre la mescola medium – ha confermato il team principal di Maranello - Seb si è detto soddisfatto della macchina, e la volontà è quella di proseguire a macinare chilometri. I tempi non sono il nostro obiettivo, vedremo poi nei prossimi giorni se spingere al massimo o no".
"I test sono anche una partita a scacchi, dove ogni squadra fa le sue mosse cercando di non scoprirsi. Sappiamo che la Mercedes è la prima della classe, ma solo in Australia avremo una vera scala di valori in campo”.
A proposito di Australia, c’è un po’ di pressione psicologica a causa degli obiettivi molto ambiziosi fissati dal Presidente Sergio Marchionne?
“Il compito di tutti i presidenti è quello di fissare dei traguardi i nostri piani. Il nostro ruolo è come quello degli allenatori di calcio: se vai bene sei un fenomeno, altrimenti un idiota. Le pressioni e le tensioni in un certo senso fan bene alla squadra, ricordano quali sono gli obiettivi. Ma ripeto: aspettiamo che tutti escano allo scoperto a Melbourne, poi si vedrà. L’importante è tornare a casa dall’Australia col sorriso”.
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