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Arrivabene: "Cambiamenti nell'organigramma? Solo stupidaggini!"

Non doveva parlare, ma il team principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene, ha preferito spiegare il difficile week end della Scuderia ad Austin. A Vettel, quarto alla fine, si stallava l'ala posteriore per la gomma che aveva ostruito uno slot.

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari

XPB Images

Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
(L to R): Sebastian Vettel, Ferrari and team mate Kimi Raikkonen, Ferrari in qualifying parc ferme
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Mattia Binotto, Ferrari Chief Technical Officer

Non doveva parlare, ma alla fne Maurizio Arrivabene ha preferito metterci la faccia. La Ferrari vista ad Austin non era quella di Suzuka, per cui il team principal ha voluto spiegare come effettivamente sono andate le cose in una gara che ha regalato solo un quarto posto a Sebastian Vettel, mentre Kimi Raikkonen è stato costretto al ritiro per un unsafe release che è costato alla Scuderia una multa di 5 mila euro.

Come giudichi le performance di questo weekend? E’ sembrato un passo indietro rispetto a Suzuka...
“Questa è una pista ad alto carico aerodinamico, che non è paragonabile a Suzuka, le caratteristiche sono diverse e così sono stati anche i dati che abbiamo avuto. In gara i riscontri sono stati migliori rispetto a quanto visto nelle prove, ma comunque non come speravamo".

Cosa ha causato il ritiro di Raikkonen al pit-stop?
“Il problema è stato un dado spanato. Avevamo avuto un inconveniente simile nel Gran Premio d’Austria, ma eravamo riusciti a rimediare prima che la vettura ripartisse. E’ questioni di dettagli, a volte basta che l’angolo con cui viene inserita la pistola di fissaggio sia un po’ diverso, o altri particolari simili. Durante le prove di pit-stop vediamo che sono problemi frequenti”.

Vettel in gara ha lamentato un problema all’ala posteriore. Di cosa si è trattato?
“Un pezzo di gomma è finito tra i profili dell’ala posteriore e stallava. Quando è rientrato ai box abbiamo pulito l’ala e tutto è tornato a posto”.

Cosa porta a casa la Ferrari da questo weekend?
“Delusione, un po’ di rabbia ma anche tanta determinazione. La squadra ha dimostrato di saper sopportare anche i momenti di pressione, dimostrando spalle grosse”.

Cosa pensi della decisione di rinunciare al Bahrain come sede dei test pre-campionato?
“Se le motivazioni sono realmente economiche, ovvero per aiutare i team minori, allora va bene. Sappiamo però che la Pirelli non avrà a disposizione i dati che avrebbe avuto in Bahrain, ma ci adeguiamo. Se invece dietro questa scelta c’è la volontà di chi magari ha dei sistemi capaci di simulare il comportamento della monoposto con alte temperature, allora non è proprio l’ideale”.

Nelle ultime settimane sono emerse voci relative ad avvicendamenti nell’organigramma della squadra. Come commenti?
“La risposta che si può dare è concentrarsi sul lavoro per puntare a buoni risultati. Per il resto è sicuramente un’operazione di destabilizzazione, ma se lo sai ti comporti di conseguenza e certe stupidaggini le lasci a chi le mette in giro”.

La classifica 2016 sembra sempre più definita. Le ultime gare a questo punto saranno usate il più possibile come test in vista del prossimo campionato?
“Tecnicamente siamo ancora in corsa per il secondo posto nella classifica costruttori. Detto questo, credo che tutte le squadre useranno le prossime gare per portare in pista delle soluzioni che servono in vista della prossima stagione”.

Vedremo delle novità in pista?
“Anche qui ad Austin venerdì abbiamo portato parti nuove. Il ritmo degli sviluppi è migliorato. Con il lavoro che sta portando avanti Mattia Binotto insieme al gruppo di aero, vedo molta più velocità negli sviluppi. Vedo un gruppo motivato, veloce, e che sa prendersi anche le proprie responsabilità quando ci sono delle scelte da fare".

Confermerete i piloti ufficiali nei test Pirelli che sosterrete ad Abu Dhabi?
“Sono prove molto molto importanti, e chi dice il contrario finge. Per questo vogliamo che siano i nostri piloti ufficiali ad essere in pista in queste prove, senza nulla togliere ai test-driver. Quello che chiediamo è una certa consistenza. Oggi, ad esempio, con Kimi abbiamo visto che il primo set di soft non ha funzionato come il secondo. Anche per questo motivo se vogliamo aiutare a sviluppare un buon prodotto dobbiamo dare tutti una mano”.

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