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Andretti: "Razzismo? Hamilton crea un problema che non esiste"

Il "Piedone" ha dichiarato apertamente che sport e politica non debbono mischiarsi, ma Lewis risponde dicendo che dovrebbe imparare dalle nuove generazioni.

Mario Andretti

Mario Andretti

Ferrari

Mario Andretti si è posto contro la politica nello sport, in particolar modo per quanto sta facendo Lewis Hamilton in Formula 1 con la sua campagna antirazzismo.

Dopo le morti di George Floyd e Breonna Taylor per mano della polizia, il movimento #BlackLivesMatter ha preso piede in tutto il mondo e il Campione del Mondo della Mercedes è stato subito in primissima linea, così come Darrell “Bubba” Wallace in NASCAR.

Quest'ultimo era stato anche al centro di una indagine della FBI quando a Talladega nel suo box era apparso un cappio, che poi si è scoperto essere una corda per tirare il portellone del garage, mentre Hamilton ha dato via alla protesta in tutti i Gran Premi inginocchiandosi come la star della NFL, Colin Kaepernick, prima di ogni partenza.

Andretti, sentito dal quotidiano El Mercurio, ha ribadito la sua posizione, preferendo tenere separate le due cose.

"Ho sempre desiderato che politica e sport restassero divisi, c'è sempre un momento o un posto in cui esprimere le proprie opinioni - ha detto il "Piedone" - Quello che è successo in NASCAR con Bubba Wallace è stato reso più grande di quello che realmente era, ossia che alla fine non era la situazione così terribile che tutti avevano ipotizzato. E' stato ingigantito in maniera spropositata e questo succede quando c'entra la politica".

"Riguardo ad Hamilton, la situazione è la medesima. Ho molto rispetto per Lewis, ma perché deve diventare un militante? E' sempre stato accettato e si è sempre guadagnato il rispetto di tutti. Credo che qui la faccenda stia diventando un po' troppo pretenziosa, creando un problema che non esiste".

“Ridipingere la Mercedes F1 di nero lasciando da parte il tradizionale argento delle "Frecce" non so quanto sia positivo e a cosa serva. Nelle gare ho sempre incontrato piloti con diverse radici e ho sempre accolto tutti a braccia aperte. Nel motorsport non conta di che colore sei, devi guadagnarti il posto coi risultati e la cosa vale per tutti".

E sulla poca presenza dei piloti di colore nel mondo delle corse, Andretti ha aggiunto: "Sì, sono in minoranza, ma non vuol dire che non siano i benvenuti. Non so come spiegarlo, ma ci sono già stati piloti neri in IndyCar e NASCAR, e sono sempre stati accolti bene. Sono rimasto loro amico anche oggi, quindi non so cosa ci sia di sbagliato. Forse qualche piccola diversità c'è, ma non è legata alla discriminazione, questo è il punto".

Hamilton ha poi risposto ad Andretti tramite i suoi social media.

“E' sicuramente deludente, ma la realtà è che alcune generazioni, i più anziani, che ancora oggi hanno voce in capitolo, non riescono a togliersi di mezzo e riconoscere che c'è un problema - scrive l'inglese - Ripeto, è pura ignoranza, ma questo non mi impedirà a spingere per un cambiamento. Non è mai troppo tardi per imparare e spero che quest'uomo, che ho sempre rispettato, possa trovare il tempo per farlo".

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