Analisi tecnica: le modifiche Ferrari che hanno rilanciato la SF16-H
Giorgio Piola e Matt Somerfield ci mostrano quali sono stati gli interventi che sono stati fatti sulla Ferrari e sulla Renault in Canada: la Rossa ha beneficiato delle novità tecniche sfidando a viso aperto le Mercedes.
Foto di: Giorgio Piola
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
Ferrari
La Ferrari in Canada ha fatto debuttare un nuovo sistema di sovralimentazione che è costato due gettoni di sviluppo, ma la squadra del Cavallino nel tentativo di avvicinare le prestazioni della Mercedes non ha esitato a introdurre anche delle soluzioni aerodinamiche.
Ala anteriore
Sulla SF16-H è stata modificata la paratia all'esterno della bandella laterale dell'ala anteriore: nell'immagine è indicata in verde il flap orizzontale che mostra un soffiaggio in coda, mentre in precedenza era arcuato e con due attacchi alla paratia laterale ai bordi. Si osservi anche il flap verticale più interno sul profilo principale: mostra il piccolo incavo che si era già visto a Sochi.
Presa d'aria anteriore
La Ferrari ha lavorato anche sulla brake duct anteriore: ha mantenuto la presa d’aria grande introdotta in Spagna, ma poi ha modificato alcuni elementi aerodinamici: nell’immagine è possibile osservare la nuova paratia curva (evidenziata in giallo) che lavora in tandem con quella che c’è più indietro cambiando il flusso d'aria che lambisce il pneumatico. Sopra alla presa si nota anche una piccola deriva (colorata di verde).
La carrozzeria della pancia è più stretta
La squadra del Cavallino ha lavorato alla ricerca dell’efficienza aerodinamica: le pance sono state allungate in coda. L’aspetto più appariscente è che gli sfoghi dell’aria calda sono stati ridotti in modo significativo considerata l’elevata velocità media del tracciato di Montreal che permette una buona evacuazione del calore. Si tratta di interventi che hanno permesso di cercare una migliore efficienza aerodinamica riducendo la resistenza all’avanzamento.
Sopra, ecco una comparazione con la carrozzeria precedente che arrivava a filo del braccio della sospensione posteriore.
Cestello posteriore
A Maranello stanno cercando di tenere sotto controllo le pressioni delle gomme posteriori: sul tracciato dell’Ile de Notre Dame si è visto un nuovo cestello posteriore che degli sfoghi dell’aria calda radiali, utili a scaldare i cerchi e, di conseguenza, gli pneumatici, specie nel giro secco. Le modifiche devono aver dato dei risultati positivi dal momento che la Rossa è arrivata in qualifica a poco più di un decimo dalla Mercedes in pole, segno che il lavoro svolto dopo Montecarlo ha funzionato.
Il cestello dei freni posteriore che a Montecarlo (nel riquadro) era completamento chiuso, in Canada ha mostrato degli sfoghi di aria calda grazie a delle nervature del carbonio che hanno permesso di irradiare l'aria calda al cerchio e, di conseguenza, alla gomma, innescando l'entrata in temperatura del pneumatico nella finestra di utilizzo che ha permesso alla Rossa di ben figurare in qualifica, arrivando a poco più di un decimo dalla Mercedes.
Renault
Il rientro della Renault nel mondo dei GP come Costruttore si sta rivelando più duro del previsto: del resto il team di Enstone ha deciso di adeguare la monoposto dello scorso anno alla power unit francese, mentre la squadra sta rivoluzionando la struttura e ricostruendo lo staff tecnico che si è depauperato negli ultimi anni della crisi Lotus.
La Renault è consapevole di dover soffrire quest’anno, ma l’esperienza di quest’anno sarà molto utile a costruire un 2017 migliore, anche se i primi segni di risveglio si sono visti in Canada, dove il team ha fatto uno sforzo nel tentativo di sfruttare in modo più efficace le gomme.
Come sappiamo le gomme Pirelli sono particolarmente sensibili alle variazioni di temperatura, per cui è fondamentale fare lavorare gli pneumatici nella finestra corretta di funzionamento.
La Renault a Montreal ha portato delle “termo coperte” che sono state montate ai cestelli anteriori e posteriori durante le prove libere per capire se è possibile riscaldare i cerchi e poi le gomme irradiando il calore raccolto dal disco e dalla pinza dei freni. Nell'immagine sopra, si nora anche la modifica del fondo in prossimità della ruota posteriore.
Sembra che questo metodo di portare in temperatura gli pneumatici non sia stato l'unico esperimento che è stato fatto a Montreal, visto cha Kevin Magnussen, spiegando il suo incidente durante l’ultimo turno di prove libero che lo ha costretto a rinunciare alle qualifiche, sarebbe stato causato dalle gomme non adeguatamente riscaldate nelle termo coperte.
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