Analisi Red Bull: la RB15-Honda è pronta per fare delle scintille mondiali?
Il primo podio della Honda nell'era ibrida ha alimentato un grande entusiasmo anche nel team di Milton Keynes: Helmut Marko inserisce anche la Red Bull fra i team che puntano al titolo iridato, anche se la RB15 ha pagato un distacco dalla Mercedes di oltre 22 secondi.
Pierre Gasly, Red Bull Racing RB15, fa scintille
Joe Portlock / Motorsport Images
Helmut Marko gongola per il primo podio che la Red Bull ha regalato alla Honda nell’era ibrida. La squadra di Milton Keynes, quindi, si è tolta qualche sassolino dalla scarpa dimostrando alla Renault che anche con la motorizzazione giapponese è in grado di raggiungere oggi dei risultati che solo l’anno passato erano impensabili.
Helmut Marko festeggia il terzo posto della Red Bull Honda a Melbourne
Photo by: Steven Tee / LAT Images
Quello che stupisce è il fatto che il consulente austriaco insista nel dire che “…per il mondiale ci siamo anche noi”. Un auspicio che dovrebbe fare contento Max Verstappen. L’olandese di 21 anni aspetta da qualche stagione di avere per le mani una macchina con cui ambire al titolo iridato, perché per quanto sia ancora giovanissimo, i campionati passano e il tempo scorre.
Un membro del team Red Bull Racing team al avoro sullo specchietto della monoposto di Max Verstappen, Red Bull Racing RB15
Photo by: Erik Junius
Marko è dall’inizio dell’inverno che fa rullare i tamburi Red Bull sostenendo che la partnership con la Honda darà risultati straordinari, niente a che vedere con quanto si è visto nel quinquennio Renault: “Adesso possiamo disegnare la macchina ideale – ha detto alla Gazzetta dello Sport – poi ci sediamo con i motoristi per studiare come fare con il raffreddamento, prima ci arrivava il motore e dovevamo adattare la macchina”.
Insomma Helmut ha voluto sottolineare quale sia stato il passaggio da essere team clienti a squadra ufficiale: nella storia dei “bibitari” è la prima volta che succede e, sicuramente, avrà un grande impatto, ma al netto del podio di Verstappen che si è meritato tutti i peana che ha generato, c’è da chiedersi se la RB15 sia davvero una monoposto vincente.
Max Verstappen, Red Bull Racing, festeggia a Melbourne il primo podio Honda dell'era ibrida
Photo by: Jerry Andre / Sutton Images
Non tanto per vincere qualche Gran Premio (l’anno scorso la RB14 con power unit Renault ne ha conquistati quattro), quanto per lottare per il mondiale. Perché al netto della debacle Ferrari è da vedere che la Red Bull sia davvero la sfidante della Mercedes.
Dando per buono che la Scuderia ha totalmente sbagliato l’approccio a Melbourne deliberando una monoposto “sbagliata” per l’Albert Park, c’è da chiedersi come possa puntare al mondiale una squadra che alla prima gara ha pagato un distacco dal vincitore Valtteri Bottas di oltre 22 secondi, che non sono… noccioline, e Max Verstappen con una monoposto in perfetta forma non è riuscito a superare Lewis Hamilton che disponeva di una W10 fallata nel fondo davanti alla ruota posteriore sinistra.
La Red Bull non va presa sotto gamba, ma al momento non sembra avere gli strumenti per mettere paura alla Mercedes: lo scenario potrebbe cambiare nel corso della stagione quando i giapponesi porteranno in pista le evoluzioni di motore con l’atteso incremento di potenza.
Red Bull Racing RB15, dettaglio del motore RA619 Honda
Photo by: Giorgio Piola
Alcuni media, nell’euforia del podio fra i canguri, hanno stimato che il 6 cilindri nipponico sia arrivato a una potenza di 10 cavalli dal nuovo propulsore Mercedes: il dato, francamente, ci sembra molto ottimistico.
Che ci sia stato un sorpasso con l’unità Renault è quanto mai possibile, ma dire che sia meglio dello 064 Ferrari francamente ci fa sorgere qualche sospetto e che sia prossimo al Mercedes ancora di più. Questo non significa che l’interessante RA619H possa evolvere con l’omologazione del motore 2 o 3.
Red Bull Racing RB15
Photo by: Erik Junius
Per contro la Red Bull sta spingendo nello sviluppo della RB15: superato il problema dell’ennesima perdita di benzina nel serbatoio, con la sostituzione del telaio di Verstappen in Australia, la monoposto curata da Adrian Newey sembra nata bene, con alcune soluzioni aerodinamiche molto interessanti.
Red Bull RB15: ecco il nuovo bargeboard con il profilo dotato di due soffiaggi collegato ai debiatori di flusso
Photo by: Mark Sutton / Sutton Images
A Milton Keynes hanno portato avanti lo sviluppo dei bargeboard che si collegano ai deviatori di flusso ai lati delle fiancate: a Melbourne si è vista la soluzione provata a Barcellona prima che Pierre Gasly sbattesse nei test invernali. Non sfugge anche all’occhio meno allenato il profilo con due soffiaggi che è comparso davanti ai due elementi verticali soliti.
Red Bull RB15: la parte frontale del telaio senza la carrozzeria
Photo by: Giorgio Piola
Molto accurato anche il lavoro di affinamento svolto sull’S-duct. Alla presentazione della monoposto aveva destato curiosità il soffiaggio che era comparso sullo sfogo d’aria nella parte superiore del telaio, mentre in Australia si è potuto osservare come sotto al telaio sia comparsa una culla che riprende il concetto della chiglia nella quale si notano le prese d’aria per il raffreddamento dell’elettronica, mentre più in alto si vedono i due condotti dell’S-duct.
Red Bull Racing RB15 dettaglio della paratia laterale dell'ala anteriore tagliata
Photo by: Giorgio Piola
Nell'anteriore non è sfuggito il taglio nella parte superiore del bordo di uscita della paratia laterale: anche in Red Bull si stanno convertendo all'idea Ferrari che sia meglio far passare l'aria all'esterno delle ruote anteriori (outwash) piuttosto che all'interno (inwash).
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