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Analisi Red Bull: ecco perché la RB14 è stata imprendibile a Monaco

L'inusuale forma delle pance che ha permesso la riduzione nella resistenza all'avanzamento, insieme al passo più corto rispetto alla Mercedes e all'ala posteriore da alto carico con la T-wing bassa e il Monkey seat ha reso vincente Ricciardo.

Red Bull Racing RB14, dettaglio dell'ala posteriore

Red Bull Racing RB14, dettaglio dell'ala posteriore

Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

 

La Red Bull sapeva che Monaco aveva una chance per tornare a vincere e Daniel Ricciardo è stato bravo a non sprecare l’occasione: sul tortuoso circuito del Principato la potenza del motore non è certo uno dei requisiti più importanti, per cui sono state esaltate le qualità del telaio e dell’aerodinamica della RB14 che ha mostrato alcune caratteristiche proprie nel confronto con le altre monoposto.

La macchina di Milton Keynes ha raggiunto delle prestazioni assolute perché la sezione frontale è la più contenuta fra le monoposto top. Adrian Newey, infatti, ricollocando gli accessori della power unit in modo diverso intorno al 6 cilindri, è riuscito a ridurre in modo molto evidente la resistenza all’avanzamento.

L’inglese ha disegnato delle pance che non solo si stringono molto nella zona a Coca Cola, ma hanno anche meno superficie, come ben si può vedere nel video qui sopra che mette a confronto la RB14 alla RB13 e alla Mercedes W09.

Un altro fattore importante nella prestazione monegasca è il passo della Red Bull che è molto più corto della Mercedes W09 che si conferma la monoposto con l’interasse più lungo della stagione: la RB14 disegnata da Adrian Newey, dunque, si è dimostrata molto agile nelle strette strade di Monte Carlo.

La macchina di Milton Keynes ha beneficiato del pacchetto aerodinamico che ha fatto il suo debutto in occasione del precedente Gran Premio di Spagna, ma è indubbio che le sue doti si siano esaltate a Monaco con un adeguamento della monoposto alle soluzioni da alto carico aerodinamico.

Red Bull RB14, dettaglio dell'ala posteriore
Red Bull RB14, dettaglio dell'ala posteriore da alto carico con la T-wing e il Monkey seat

Photo by: Giorgio Piola

La Red Bull nel retrotreno ha introdotto un'ala posteriore a corda molto lunga e con un flap mobile ad alta incidenza con la forma a V nella parte centrale. Le paratie laterali avevano ben quattro soffiaggi orizzontali nella parte superiore per avere un buon riempimento che facesse lavorare al meglio il profilo principale.

Per la prima volta quest’anno la Red Bull ha montato una T-wing bassa che è stata ancorata nel supporto che collega la pinna verticale al cofano motore con il mono-pilone dell’ala posteriore.

Questo profilo aveva un bordo svergolato nella parte più interna seguendo un po’ il disegno del profilo principale dell’alettone posteriore. Da segnalare anche il ritorno di una sorta di Monkey seat: il regolamento consente di introdurre dei flap a patto che non vadano a sbalzo rispetto allo scarico principale.

I due profili hanno lavorato in maniera sinergica: oltre ad aumentare il carico i tecnici di Milton Keynes hanno cercato di migliorare anche il soffiaggio degli scarichi per aumentare l’efficienza del profilo principale

Queste modifiche insieme alle novità all’ala anteriore, al fondo, ai deviatori di flusso e all’airbox che erano già state introdotte a Barcellona hanno reso la Red Bull dominante a Monaco.

Daniel Ricciardo è stato il più veloce in ogni sessione e ha vinto la gara, nonostante mancassero al motore Tag Heuer (Renault) circa 160 cavali dopo che c’è stato un problema all’MGU-K.

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