Analisi Mercedes: la chiave della sconfitta non è solo nelle gomme
La W08 è una monoposto complessa che non ha ancora trovato l'ideale messa a punto per una serie di piccoli problemi che l'hanno resa vulnerabile in Australia nella sfida con la Ferrari di Vettel. Ma cosa ancora manca ai campioni del mondo?
Foto di: LAT Images
Ferrari vince, Mercedes perde. Il responso del GP d’Australia ci apre a un mondiale di Formula 1 con uno scenario molto diverso da quello al quale ci eravamo abituati. L’era ibrida, dal 2014 a ieri, è stata letteralmente dominata dalle frecce d’argento.
Melbourne come crocevia di un cambiamento? La SF70H è sicuramente una monoposto molto competitiva che nella gara del debutto ha confermato il buono che aveva mostrato nei test di Barcellona, ma è prematuro dare per spacciata la Mercedes.
Si è detto che Lewis Hamilton non abbia saputo gestire le gomme ultrasoft, inducendo il muretto di Brackley a cambiare strategia di gara, anticipando il pit stop per prevenire un possibile undercut della Ferrari.
Muretto che sbaglia sotto pressione
L’inglese via radio si è lamentato della mancanza di grip e, quando l’ingegnere di pista gli ha chiesto di aumentare il passo per girare in 1’28”, ha risposto che non ce la faceva. È stato il britannico a portare fuori strada il team campione del mondo? Non ne siamo convinti, anche se è assodato che, quando il muretto argentato viene messo sotto pressione, commette degli errori. Lo si era notato, per esempio, in Malesia nel 2015, ma non solo.
E allora? Torna alla ribalta che la W08 è una monoposto molto complessa che non ha ancora trovato la messa a punto ideale. Ha sofferto nei test spagnoli e non sembra aver trovato la soluzione dei suoi problemini in Australia.
Ma cosa sta succedendo? La Mercedes ha un potenziale enorme, ma è “acerba”. Non ha un difetto, ma tanti piccoli guai che devono essere messi a posto. Ha bisogno di tempo, ma è pensabile che possa diventare temibile una volta che il “puzzle” verrà completato di tutte le sue tessere. Proviamo a capire cosa può essere successo, analizzando diversi punti…
Il passo lungo costa in peso
Aldo Costa e i tecnici di Brackley hanno puntato sul passo lungo: c’è chi ritiene che la freccia d’argento si sia allungata di 260 mm rispetto alla W07 Hybrid (200 dietro e 60 mm davanti) arrivando a un interasse di 3.760 mm, mentre a noi risulta che sia di 3.691 mm, vale a dire 200 mm più del 2016 e sono tanti lo stesso. Al punto che, mentre altre monoposto dispongono di molta zavorra utile ad abbassare il baricentro, sembra che la Mercedes si porti dietro qualche chilo in più fra fondo, carrozzeria e cambio più lunghi.
La sospensione 2017 non è stata usata
La Mercedes, dopo il chiarimento regolamentare della FIA sulle sospensioni idrauliche, ha deciso di non montare a Melbourne il sistema che era stato progettato per la macchina 2017, preferendo proseguire con lo schema che aveva reso imbattibile la W07 Hybrid.
Può darsi che la freccia d’argento nel cambiamento ci abbia lasciato qualcosa, ma non tanto quanto la Red Bull che pare aver accusato gli effetti della letterina di Simone Resta, il chief designare, che a dicembre aveva chiesto che si definisse con precisione cosa fosse vietato e cosa no nella sospensione idraulica. Sta di fatto che la “tradizionale” Ferrari SF70H consuma le gomme meno della W08.
La power unit ha bisogno di aria?
Nessuno ne parla, ma la sensazione è che anche la power unit non abbia più il vantaggio mostrato l’anno scorso sul motore Ferrari. È vero che il propulsore 062 del Cavallino ha fatto un importante salto di qualità, ma è altrettanto vero che tanto nei test invernali che a Melbourne si è vista una Mercedes guardinga nello sfruttamento del 6 cilindri turbo. Le rilevazioni fonometriche svolte in Australia parlano di una potenza in gara di 940 cavalli, in linea con la power unit Ferrari, ma la W08 ha dovuto ricorrere alla pinna con la vistosa feritoia in cima per evitare i possibili surriscaldamenti, allargando anche lo sfogo d’aria sopra allo scarico, mentre è sempre stata una delle macchine in grado di andare più chiuse di tutte.
Non funziona più il “bottone magico”?
Già in qualifica non si era visto il solito gap frutto del famigerato “bottone magico”: è da vedere quanto sia dovuto alla Ferrari che ha capito anche lei dove intervenire non solo in termini di mappatura, ma anche di sfruttamento dell’olio da… bruciare e quanto all’impossibilità di trarre tutta la potenza che il cuore di Brixworth sarebbe capace di dare (nei test ci sono state noie alla MGU-K).
Non si dimentichi che quest’anno in gara bisogna anche fare i conti con i consumi per la maggiore resistenza all’avanzamento delle monoposto per effetto delle gomme larghe e per il fatto che si percorre una percentuale maggiore del giro con l’acceleratore a tavoletta (il 78% con un aumento del 9% rispetto all’anno scorso).
La mancanza di Rosberg, tester sopraffino
Ultima annotazione: la Mercedes forse sente la mancanza di Nico Rosberg, un collaudatore che a Brackley hanno considerato sopraffino e che ha accompagnato l’avventura della Stella dal giorno del rientro in Formula 1 fino al titolo mondiale 2016.
Il ritiro del tedesco può aver avuto un peso nella messa a punto più lenta della W08: Valtteri Bottas è appena arrivato in squadra e ne sta ancora prendendo le misure, mentre Lewis Hamilton è notoriamente un “animale” da gara, che sa sopperire con il talento puro alle piccole carenze nella messa a punto. Fintanto che la freccia d’argento è stata nettamente superiore, questo aspetto è rimasto un po’ sotto traccia, ma ora che c’è bisogno di contrastare questa Ferrari nata bene, conta tutto…
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