Analisi McLaren: la MCL33 ha un'inedita sospensione posteriore!
La monoposto di Woking sembra una realizzazione basica, in realtà incorpora alcune soluzion inedite molto interessanti: oltre al "diapason" nel braccio superiore della sospensione dietro, colpiscono i due lunghi soffiaggi nel fondo.
Foto di: McLaren
La McLaren MCL33 colpisce per l’estrema pulizia delle sue linee: al primo colpo d’occhio sembra una macchina molto basica, una banale evoluzione della deludente vettura motorizzata Honda dello scorso anno, ma andando a curiosare nei singoli particolari si scoprono alcune soluzioni certamente interessanti che indicano una specifica linea di sviluppo dettata dal capo degli aerodinamici Peter Prodromou.
A Woking il direttore tecnico Tim Goss e Matt Morris credono di poter tornare nelle posizioni che competono a un team blasonato che ha vinto nella sua storia otto titoli mondiali: hanno scommesso sulla power unit Renault che alla Red Bull nel 2017 ha permesso di vincere tre GP, per cui mettersi come obiettivo l’idea di tornare al successo non è affatto una follia, tenuto conto che i motoristi di Viry Chatillon nell’allestire il propulsore 2018 hanno fatto un grande salto di qualità nel packaging fra telaio e motore, tanto da non far rimpiangere l’unità Honda che, almeno nell’installazione in macchina, era un piccolo capolavoro.
La “papaya” è abbastanza “scolastica” nell’interpretazione delle regole FIA, ma ha due o tre aspetti che la rendono sicuramente unica: il più attrattivo è certamente il braccio superiore della sospensione posteriore che nell’unica foto vista dall’alto sembra una sorta di diapason che la Mercedes aveva sperimentato già sulla W07 nel triangolo anteriore inferiore, soluzione che ha abiurato quest’anno sulla W09 per ragioni di ingombro e di peso.
Sospensione posteriore col "diapason"?
La McLaren, dunque, mostra nel retrotreno un bracket molto sporgente dal porta mozzo che poi si attacca a due bracci paralleli molto vicini. Il tirante dello schema pull rod non si infulcra al porta mozzo, ma a metà di questo braccio in carbonio che diventa una sorta di profilo aggiuntivo in un’area dove in passato c’era l’ala più bassa oggi vietata dalle regole.
La "tapparella" non aveva funzionato
Bisogna ammettere che a Woking sono stati sempre creativi in materia di sospensione posteriore (non si sarà certo dimenticata la “tapparella” della MP4-29 ideata da quel Doug McKiernan che oggi è il capo degli ingegneri della Williams).
L’attuale soluzione è molto ricercata perché mostra anche un certo disassamento fra il triangolo inferiore e la grande leva superiore, alla ricerca di un effetto anti dive utile a trovare una maggiore trazione in uscita dalla curve lente e a preservare le nuove gomme Pirelli che hanno una mescola più morbida.
Due soffiaggi lunghissimi sul fondo
L’altro aspetto innovativo è il fondo che è caratterizzato da due soffiaggi lunghissimi che iniziano in prossimità dei deviatori di flusso laterali e arrivano dove la zona a Coca Cola si stringe di più. Si notano almeno due fissaggi che dovrebbero evitare la flessione della “lancia” perché altrimenti si aprirebbe un’enorme feritoia utile a energizzare il flusso sotto al fondo.
Pensiamo che questa soluzione farà certamente discutere nel paddock di Barcellona, perché l’evoluzione di questa idea potrebbe portare a certe esasperazioni che alla FIA non piacciono.
Le pinnette sulla pancia fanno da convogliatore
Un’altra curiosità è visibile sopra alle pance: la McLaren ha pance molto tradizionali e non si è dotata di un convogliatore di flusso come la Ferrari, ma non rinuncia a deviare i flussi per farli andare oltre la gomme posteriori per evitare il bloccaggio aerodinamico della ruota..
Gli aerodinamici, infatti, hanno sviluppato un concetto che in modo embrionale si era già visto nel 2017: oltre a un piccolo flap orizzontale vicino all’abitacolo si notano due file di piccole pinnette arcuate che sono posizionate in modo tale da orientare i flussi che investono la pare superiore della fiancata verso l’esterno.
Per il resto la MCL33 è un’onesta evoluzione della macchina di Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne dello scorso anno.
Tre slot nei piloni dell'ala anteriore
L’ala anteriore, che è vecchia, è caratterizzata dal colore blu degli upper flap: le prime evoluzioni le vedremo nei test di Barcellona. I piloni di sostegno dell’ala hanno mantenuto i tre soffiaggi dello scorso anno e il muso è rimasto con lo stesso lay out.
C’è l’ormai immancabile S-duct che pesca l’aria sotto al muso con due protuberanze che sporgono dal naso in prossimità delle telecamere, mentre lo sfogo superiore è ancora chiuso e deve essere ancora aperto.
La sospensione anteriore ha mantenuto il disegno della MCL32: il puntone del push si articola al telaio piuttosto in alto, mentre i due triangoli non sono particolarmente rialzati. Ridisegnata è la presa d’aria dei freni un po’ in stile Ferrari, che è preceduta da una pinnetta orizzontale che si integra alla palpebra in carbonio.
Turning vanes, bargeboard e deviatori di flusso laterali a Esse sono figli delle esperienze dello scorso anno, ma nella parte centrale la McLaren sembra fin troppo scarna, per cu aspettiamoci qualche soluzione creativa da Prodromou.
I fianchi sono piuttosto larghi
Le bocche dei radiatori, molto alte, sono piuttosto generose, mentre lo scavo nella parte inferiore è evidente: la fiancata si allarga con un andamento triangolare nella parte centrale per impacchettare i radiatori, ma si stringe in modo meno drastico di altre vetture viste in questi giorni con uno sfogo di aria calda in coda certamente importante.
L'airbox è piccolo: respira il motore Renault?
L’Halo si integra piuttosto bene sopra all’abitacolo: colpisce quanto piccolo sia l’airbox del motore Renault che non mostra aperture aggiuntive, quasi non avesse fame d’aria. Il cofano motore pertanto è molto stretto, specie a confronto con quello mastodontico della Renault a parità di motore e arriva in coda a collegarsi con il mono pilone che sorregge l’ala posteriore.
Mono pilone per l'ala posteriore
La carenatura che avvolge anche lo scarico centrale fa pensare che il supporto dell’ala passi attraverso il terminale per evitare l’adozione del “cerchiello” in metallo che è piuttosto pesante. Ovviamente sul cofano troneggia anche la deriva verticale blu.
L’ala posteriore è ancora standard così come le complicatissime paratie laterali già viste l’anno scorso. I cerchi sono scuri e davanti si può vedere la conferma del mozzo forato un must di Woking
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