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Analisi Ferrari: ecco come la SF71H è diventata veloce sui rettilinei di Montreal

Le modifiche che vengono portate sulla Rossa gara dopo gara funzionano, dimostrando che lo sviluppo prodotto dal Reparto Corse è l'arma che ha permesso a Vettel di tornare in testa alla classifica del mondiale piloti. Scopriamo le singole novitò canadesi.

Ferrari SF71H bargeboard, GP del Canada

Ferrari SF71H bargeboard, GP del Canada

Giorgio Piola

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La Ferrari non ha solo una monoposto molto competitiva, ma in Canada ha dimostrato di essere una squadra molto solida che ha saputo reagire a un venerdì di prove libere difficile con lucidità e freddezza, mettendo in luce le qualità di un pacchetto aerodinamico che viene continuamente aggiornato GP dopo GP.

La squadra del Cavallino, quindi, riesce a sfruttare al meglio anche le qualità di una factory che ha cambiato il suo modo di lavorare potendo sfornare pezzi nuovi a ogni appuntamento. Sebastian Vettel ha beneficiato anche del debutto del motore 062 EVO/2. Dispone di una testata alleggerita, ha una camera di combustione rivista che ha permesso un incremento di potenza di una decina di cavalli e un risparmio di carburante.

Nuove barge board

 

Sulla SF71H a Montreal sono state introdotte delle barge board modificate frutto di un accurato lavoro di sviluppo svolto al CFD da David Sanchez e Enrico Cardile. Per la veloce pista canadese sono stati ingranditi i tre elementi principali (ora più alti) e con soffiaggi più marcati.

Nel tratto di collegamento con le paratie laterali si è notata la comparsa di tre piccoli flap che sono dei generatori di vortice utili ad alimentare il flusso che deve essere incanalato sotto al fondo.

Cambio del bargeboard e del fondo sulla Ferrari SF71H di Kimi Raikkonen

Cambio del bargeboard e del fondo sulla Ferrari SF71H di Kimi Raikkonen

Photo by: Giorgio Piola

Anche sul pavimento della barge board ci sono stati dei cambiamenti con sette coltelli che hanno il compito di ripulire il flusso che è stato perturbato dalle turbolenze generate dalla ruota anteriore e di conseguenza è cambiata la spaziatura fra i singoli deviatori di flusso verticali che hanno un ricercato disegno verticale.

Sul fondo ci sono le... mazze da golf!

Ferrari SF71H, dettaglio del fondo

Ferrari SF71H, dettaglio del fondo

Photo by: Giorgio Piola

Un’importante modifica è stata fatta nella parte anteriore del fondo: ai lati dello splitter e davanti al vistoso rialzo del bordo d’entrata del lungo pavimento, sono apparsi tre nuovi elementi di disegno uguale, ma di dimensioni crescenti (freccia blu). A guardarli questi profili hanno la forma delle mazze da golf e sono stati particolarmente utili nel migliorare l’efficienza aerodinamica della Rossa.

Niente T-wing per migliorare le velocità massime

 

La Ferrari, per la prima volta quest’anno sulla SF71H, ha rinunciato alla T-wing bassa ad arco: anche se il profilo non produce molto drag, il team lo ha rimosso in Canada, alla ricerca di una maggiore velocità massima sui lunghi rettilinei: Sebastian ha ottenuto in qualifica i 326,4 km/h alla speed trap facendo meglio delle Mercedes

Per la Rossa quattro staccate senza problemi

Ferrari SF71H, brake duct anteriore

Ferrari SF71H, brake duct anteriore

Photo by: Giorgio Piola

Uno degli aspetti determinanti nella prestazione canadese di Vettel è stato certamente la frenata, visto il circuito intitolato a Gilles Villeneuve ha quattro staccate molto severe (alle curve 6, 8, 10 e 13). I tecnici della Brembo hanno evidenziato che, con ali molto scariche, l’effetto frenante dovuto all’aerodinamica è venuto meno, per cui la decelerazione violente è stata lasciata a pinze e dischi.

La Ferrari non ha rinunciato all’uso del mozzo forato nell’anteriore che necessita di essere alimentato da uno specifico flusso che rende più grande la presa dei freni, ma consente di ridurre all’esterno della ruota anteriore gli effetti negativi della sua rotazione.

È evidente, quindi, che l’aria per il raffreddamento dei freni ha delle prese che stanno fra la palpebra in carbonio della brake duct e la ruota, con condotti specifici che portano l’aria fresc ai dischi e alle pinze.

Il cestello in carbonio presentava numerose aperture per rilasciare il calore generato dai freni e utilizzarlo per scaldare le gomme nel giro di lancio attraverso il warm up dei cerchi. A Montreal si sono viste le tre aperture tradizionali a ogiva nella parte frontale ed è stato lasciata scoperta la parte superiore del disco.

Vettel, a differenza di Lewis Hamilton che ha fatto diversi bloccaggi al tornantino, ha potuto fare affidamento su una staccata precisa e puntuale per tutta la corsa.

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