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Intervista

Alonso: "La Formula 1 negli anni 80 era decisamente noiosa"

Il due volte campione del mondo critica il periodo storico in cui Senna e Prost hanno dato luogo a battaglie leggendarie e loda gli anni 2000 quale miglior momento per la Formula 1. Nel 2017, per Alonso, si tornerà ad una F.1 più divertente.

Fernando Alonso, McLaren

McLaren

Fernando Alonso, McLaren on the grid.
Fernando Alonso, McLaren MP4-31
Fernando Alonso, McLaren F1
Fernando Alonso, McLaren con Kimi Raikkonen, Ferrari nella parata dei piloti
Fernando Alonso, McLaren MP4-31
Fernando Alonso, McLaren
Fernando Alonso, McLaren
Fernando Alonso, McLaren MP4-31
Fernando Alonso, McLaren
Fernando Alonso, McLaren
Fernando Alonso, McLaren MP4-31
Fernando Alonso, Sauber C35

La Formula 1 ha raggiunto il suo apice negli anni 2000, mentre l'era delle lotte tra Senna e Prost può considerarsi noiosa, parola di Fernando Alonso.

Il due volte campione del mondo ritiene infatti che le le gare degli anni 80 siano state sopravvalutate ultimamente, mentre le problematiche regolamentari inerenti gli anni dal 2014 al 2016 hanno indotto molti a considerare il periodo attuale poco felice.

"La Formula 1 di quel periodo era molto noiosa" ha dichiarato Fernando Alonso riferendosi all'epoca di Senna e Prost.

"Se guardate adesso in tv le gare del 1985, del 1988 o del '92, vi addormenterete perché c'erano solo quattro auto davvero competitive che doppiavano tutti e tra ogni vettura c'era un gap di 25 secondi. Inoltre, a causa della scarsa affidabilità, circa dieci auto non riuscivano a completare la gara".

"Gli spettatori attualmente stanno diminuendo proprio come negli anni 80, quando Senna, Prost e gli altri piloti erano costretti a risparmiare carburante, a non consumare eccessivamente gli pneumatici e cose simili. Attualmente ci troviamo di fronte allo stesso livello di noia di quel periodo".

Per lo spagnolo il periodo migliore vissuto dalla massima formula si è vissuto negli anni 2000, grazie anche all'elevato numero di costruttori presenti in griglia.

"Credo che la Formula 1 sia cresciuta molto in quel periodo. Abbiamo visto la presenza di numerosi costruttori quali Toyota e BMW, ed anche il numero di spettatori in circuito e davanti la tv è aumentato".

"Abbiamo aperto le porte della Formula 1 a nuovi mercati. Abbiamo corso in Corea, India, Singapore, siamo riusciti anche a disputare due gare in Spagna. E' stato il momento migliore per la categoria".

"Poi non siamo più riusciti a gestire il tutto. I costi sono diventati proibitivi, le tecnologie utilizzate estreme ed alcuni costruttori hanno deciso di abbandonare".

Alonso è poi intervenuto riguardo il cambio di opinione dei fan nei confroni dei piloti dopo il ritiro.

"Quando smetti di correre diventi un idolo, mentre quando sei ancora al volante della monoposto le critiche ti piovono sempre addosso. Abbiamo visto quanto siano stati idolatrati Massa e Webber una volta appeso il casco al chiodo".

"I piloti degli anni 80 sono dei grandi campioni, degli idoli. Lo stesso avverrà per Lewis o Sebastian quando si ritireranno, diventeranno gli idoli dei ragazzi che adesso corrono in kart".

Lo spagnolo ha poi esternato la propria frustrazione per le attuali regole adottate in Formula 1 che impediscono di sfruttare al massimo la tecnologia esistente.

"Le risorse, i budget e le tecnologie che siamo in grado di applicare sulle vetture sono incredibili, ma non abbiamo la sensazione di guidare qualcosa di estremamente avveniristico. Abbiamo delle auto troppo lente e con poco grip".

"Siamo seduti all'interno di monoposto ma la sensazione è di trovarsi alla guida di un GT".

Nonostante le critiche, Alonso rimane ottimista circa il 2017. Per il campione del mondo 2005 e 2006 le nuove regole, che consentiranno di avere vetture più veloci di cinque secondi al giro, faranno tornare la Formula 1 al suo ruolo di categoria di riferimento.

"Credo che queste regole consentiranno a noi piloti di tornare ad essere eccitati alla guida. Saremo vogliosi di guidare dato che avremo un maggior grip e quindi potremo percorre le curve a velocità decisamente superiore".

Articolo di Ian Parkes e Matt Beer

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