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Mosley: “La vicenda Briatore non è ancora finita”

L'ex presidente della FIA è convinto che il verdetto può essere ribaltato ancora

Anche se il Tribunal de la Grande Istance di Parigi gli ha dato ragione, e lo stesso Flavio Briatore ha spiegato di essere ricorso in appello più per una questione morale che per una reale voglia di tornare a lavorare nel Circus della Formula Uno, la riabilitazione della sua immagine sembra sarà più dura di quanto potesse immaginare. La FIA infatti ha già minacciato di presentare un ulteriore appello, ma anche Max Mosley, ex presidente della Federazione, che secondo i legali di Briatore era stato il burattinaio della sua squalifica a vita (dovuta all'incidente causato volontariamente da Nelsinho Piquet nel Gp di Singapore del 2008 per favorire Fernando Alonso), è tornato all'attacco rilasciando un'intervista al Telegraph, nella quale si dice convinto che la vicenda non sia finita qui. “Per quanto riguarda la FIA, vorrei veramente sentire cosa ha detto la corte superiore, poi sarei pronto ad ammettere che i consigli che abbiamo ricevuto da alcuni avvocati esterni erano sbagliati” ha spiegato Mosley. “L'idea di non poter bandire persone non licenziate però è molto grave perchè, per esempio, ci avrebbe impedito di farlo con quei tifosi che a Barcellona nel 2008 rivolsero cori razzisti a Lewis Hamilton, presentandosi davanti a lui con la faccia tinta di nero”. L'ex presidente è convinto che possa bastare una modifica al regolamento della Federazione per tornare a fare chiarezza sulla vicenda: “In ogni caso la FIA può cambiare le sue regole per andare incontro a quello che ha detto la corte. Hanno spiegato che non può bandire dei soggetti non licenziati. La FIA però può sempre introdurre una regola che le permetta di farlo a certe condizioni. Una cosa comunque è certa, la vicenda è molto lontana dall'essere conclusa”.

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