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Farfus: "BMW pronta per il titolo entro due anni"

Il brasiliano ci ha raccontato le aspettative per il programma DTM della Casa bavarese

Farfus:
Dopo 20 anni di assenza, la BMW si appresta a fare il suo rientro nel DTM nella stagione 2012. La Casa bavarese ha allestito un vero e proprio squadrone, formato da sei piloti tutti talentuosi e dotati anche di un curriculum molto importante. Tra questi c'è anche Augusto Farfus, uomo BMW ormai dal 2007, con esperienze nel WTCC e nel GT, ma ancora a caccia del suo primo titolo al volante di una berlina tedesca. Questa nel DTM quindi per lui potrebbe essere l'occasione giusta, anche se il brasiliano per ora preferisce non fare grandi proclami. La BMW debutta nel DTM in una fase di cambiamento delle regole che porta tutti a ripartire dallo stesso livello, siete in grado di sfidare subito Mercedes e Audi? "E' difficile, ma stiamo lavorando duramente per essere competitivi fin dalla prima gara. Però siamo anche realisti perchè Audi e Mercedes, pur partendo con delle vetture nuove che dovrebbero favorire i rookie come noi, hanno anni di esperienza nel campionato e con le piste. L'obiettivo chiaramente è provare ad essere al loro livello, ma sappiamo che sarà molto difficile. Sicuramente se riusciamo a fare qualche bel risultato sarà già una vittoria, perchè l'obiettivo è essere pronti per lottare per il titolo entro due anni". Qual'è il miglior pregio della BMW? "Siamo una squadra molto unita, che sta lavorando molto bene insieme per poter creare una squadra forte. Lo scambio di informazioni tra noi piloti è molto sincero. L'arrivo di Martin (Tomczyk, ndr) e Bruno (Spengler, ndr) dall'Audi e dalla Mercedes ci è di grande aiuto perchè loro sanno cosa serve per essere competitivi. Secondo me è difficile dire quello che potrà essere il nostro punto di forza: le uniche cose che mi vengono in mente sono l'unione e la mentalità vincente che hanno sempre fatto parte della tradizione BMW". Arrivi dal GT dopo aver corso per tanti anni del WTCC. Quali sono le differenze tra queste categorie e quali invece le affinità? "La differenza principale è il target: nel WTCC parliamo di gare sprint, quindi hai bisogno della prestazione immediata. Nel GT affronti delle gare endurance, quindi è più importante la costanza. Le gare di endurance degli ultimi anni però si sono avvicinate molto a quelle sprint a livello prestazionale. Come ha dimostrato la 24 Ore di Le Mans dell'anno scorso, non hai più margini o tempi di attesa, devi sempre spingere al limite. Nel GT però devi anche trovare un compromesso a livello di assetto, perchè dividi la vettura almeno con un altro pilota. Nel WTCC, come sarà anche nel DTM, il tuo ingegnere lavora esclusivamente per te, cercando di spingere la macchina al limite in tutti gli aspetti in base alle tue caratteristiche. Dall'esperienza nel GT però devo dire che sia io che la squadra abbiamo imparato davvero tanto anche dal punto di vista dello sviluppo delle gomme e credo che questo ci potrà essere molto utile in questa nuova esperienza nel DTM per comprenderne meglio il comportamento. Lavorare in diverse categorie, dunque, ha reso il nostro approccio al lavoro più aperto e completo". Secondo te qual'è la vettura più divertente da guidare tra una GT, una WTCC e una DTM? "E' difficile fare un confronto di questo tipo pensando solo alla vettura. Credo che serva una valutazione dell'intero pacchetto del campionato. Guardando esclusivamente alla vettura, la migliore è quella del DTM perchè è più veloce sia di una WTCC che di una GT, ha i freni in carbonio e davvero tanta downforce. E' una vettura che ti da tante soddisfazioni. Come concetto di gara però mi piace molto quello del GT perchè devi fare "squadra" per rendere al massimo e questo è molto bello. Nel WTCC invece le vetture non sono troppo prestazionali, ma vivi delle gare di 30 minuti intense e molto dure". Ti preoccupa un po' l'arrivo in squadra di due specialisti del calibro di Martin Tomczyk e Bruno Spengler (campione e vice-campione 2011, ndr)? "Tutt'altro. Credo che sia stato fondamentale. Uno dei nostri suggerimenti come piloti è stato proprio quello di provare a portare in squadra dei colleghi che conoscessero già il campionato. E' importante perchè noi non abbiamo esperienza ed avere il parere di chi invece lo è può aiutarci molto a crescere". C'è qualche rimpianto per aver lasciato le monoposto forse troppo presto? "La verità è che non avevo i soldi per continuare. Se guardo a tanti altri ragazzi che hanno spinto per provare ad arrivare a tutti i costi in Formula 1 e ora sono rimasti fuori dal giro, penso di aver fatto la scelta giusta. Non ho rimpianti perchè sono un pilota ufficiale BMW e vivo di quello che mi piace fare, che è già tanto".

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