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Curiosità

Tupiza, il girone dantesco boliviano della Dakar

Il bivacco improvvisato in Bolivia ha creato non pochi problemi a tutti gli addetti ai lavori (e non): ecco cosa è accaduto mentre si cercava di ripartire per raggiungere l'Argentina.

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Elisabetta Caracciolo

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Shane Esposito, KTM #103
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Detriti carbonizzati
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Tatra #541:  Pavel Vrnak, Peter Lesak, Filip Skrobanek
Lavori di riparazione sulla Yamaha #18 di Alessandro Botturi e sul furgone di assistenza
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Alessandro Botturi, Yamaha
Meccanico
Alessandro Botturi, Yamaha
#123 KTM: Sebastian Cavallero

Difficile crederci. Se non l'avessi visto con i miei occhi non ci avrei creduto. Il bivacco virtuale di Tupiza ieri sera assomigliava ad un girone dantesco. Quello degli smarriti, se solo fosse esistito, e se solo il Sommo Poeta avesse conosciuto la Dakar.

Dopo una intera giornata senza pioggia, la prima in Bolivia, alle 8 di sera l'organizzazione ha cominciato a lasciare Tupiza in direzione di Salta. Un viaggio di 545 chilometri da coprire in otto ore circa di pullman, passaggio alla frontiera compreso.

Così intorno alle 20 appunto, i pullman hanno cominciato a muoversi per sistemarsi uno di fianco all'altro, pronti a partire a fasce orarie, le 21, le 22, le 23 e infine le 24.
La manovra di parcheggio avveniva lungo una 'statale' larga circa cinque metri – una sottile fascia d'asfalto - che era già quasi completamente occupata dai camion assistenza.
Inoltre stavano arrivando dal trasferimento dopo la speciale i camion e le auto a fine tappa e nell'altro senso c'erano piloti e camion assistenza che stavano partendo invece verso Salta.

Il tutto nello stesso momento! E coordinato da una unica persona dell'organizzazione, improvvisatasi vigile, con tanto di paletta luminosa in mano. Come se non bastasse il rifornimento di carburante, fornito da due autobotti, era stato sistemato a ridosso della strada, verso l'interno.

Quindi pullman che si incrociavano con camion che stavano andando a far benzina, camion assistenza che ripartivano verso Salta, piloti moto e quad che in maniera folle si mettevano in viaggio verso Salta già con il buio e auto e camion da gara che rientravano dalla tappa. Tutto nello stesso momento, tutto nello stesso spazio.

E ovviamente il tutto tenendo conto anche del traffico locale che si era ritrovato spodestato dalla sua strada statale di collegamento.

Decisamente la Dakar deve essere sembrata una gabbia di matti ai boliviani che passavano per la strada in quel momento, magari tornando dal lavoro, o magari mettendosi in viaggio verso l'Argentina.

Il silenzio della notte squarciato dai bip delle retromarce di camion e pullman, il buio setacciato da centinaia di fari che provenivano da tutte le parti e in tutto questo non dimentichiamo le persone a piedi avvolte nelle nuvole di polvere sollevate dai mezzi.

Piloti storditi che cercavano di capire quello che dovevano fare, personale dell'organizzazione che cercava il proprio pullman – tutti riconoscibili con un foglio e una denominazione – meccanici allo sbando, personale della frontiera che timbrava i passaporti per facilitare poi le operazioni doganali sul posto, giornalisti che cercavano prese elettriche inesistenti per ricaricare i propri PC.

In tutto questo via vai alcuni piloti sono tornati indietro perchè si erano attardati troppo in assistenza. Alessandro Botturi è stato il più veloce perchè alle 16 era già ripartito da Tupiza verso Salta. Livio Metelli e Alberto Bertoldi lo hanno seguito intorno alle 18. Maurizio Gerini e Alessandro Ruoso erano già vestiti e pronti a partire ma poi si sono resi conto che era troppo tardi e ci hanno ripensato ritornando sui loro passi.

Gli ultimi, Toyota e Peugeot comprese, sono partiti stamattina alle 7 da Tupiza diretti a Salta, molti camion invece, Tatra e Maz, si sono messi in viaggio verso le 21 di ieri. L'appuntamento per tutti sarà stasera alle 20 al briefing.

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