E' finita l'avventura
Pandakar. Prima del traguardo, purtroppo, anche quest'anno. L'undicesima tappa è stata quella che ha distrutto i sogni dell'
Orobica Raid. Giulio Verzeletti ed Antonio Cabini, e con loro tutto il resto del gruppo, fra meccanici e "camionisti" si sono dovuti arrendere ad una evidenza che fino ad oggi erano riusciti a combattere e a contrastare.
Ieri mattina hanno ceduto, dopo 60 ore ininterrotte di guida, senza sonno, né loro sulla
Panda né gli equipaggi sugli
Unimog. Il cedimento era cominciato già alla mattina, al traguardo di
Antofagasta che la
Fiat Panda aveva tagliato alla mattina alle 7. I commissari avevano aspettato i due camion al seguito e mentre
Calubini era riuscito ad arrivare in tempo,
Marino Mutti con il suo equipaggio era arrivato con 20 minuti di ritardo. Troppi purtroppo per il regolamento.
Dichiarato fuori tempo massimo il camion è stato messo fuori gara. Così l'
Unimog di Mutti ha preso la strada del trasferimento ed è andato ad El Salvador mentre la
Panda e
l'Unimog di Calubini-Calabria sono ripartiti subito per il trasferimento e poi la prova speciale, la più lunga della Dakar, di 605 chilometri. Partiti tranquilli i due avevano affrontato i primi chilometri con la loro andatura, ma dopo il CP1, a 177 chilometri hanno rotto un mozzo della ruota.
Si sono fermati ad aspettare l'assistenza sul camion ma quando Calubini è arrivato si è accorto di non avere il ricambio con lui. Era rimasto fra i ricambi del camion ritirato dalla gara poche ore prima. Un incubo che purtroppo è rimasto tale. Erano già le 4 di pomeriggio e non si poteva fare più nulla. I meccanici hanno tentato di ripararlo, ma poi il camion è ripartito perchè non poteva rischiare di arrivare fuori tempo massimo visto che è condiviso con un altro equipaggio in gara, e
Verzeletti e Cabini sono rimasti soli in speciale.
Ormai erano le 19 e il cielo cominciava a scurirsi e davanti a loro restavano più di 400 chilometri di speciale da fare da soli, senza angelo custode a vegliare su di loro. E senza contare la stanchezza accumulata negli ultimi 3 giorni. A quel punto la scelta è stata dettata quel briciolo di lucidità che ancora l'equipaggio aveva. Si sono ritirati, sono tornati sull'asfalto ed hanno raggiunto il bivacco di El Salvador via strada arrivando intorno a mezzanotte, pochi minuti prima di
Calubini che aveva fatto la speciale.
Resta una magra consolazione: mai la
Panda era andata così avanti alla
Dakar. Non aveva mai superato il giorno di riposo e quindi la conquista di dieci tappe ha già, di per sé, dell'eccezionale. "
Ma non era questo l'obiettivo" commenta amaramente
Giulio Verzeletti, patron del
team Orobica Raid e pilota della piccola eroina di questa
Dakar 2014.
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