Dalla MotoGP alla Dakar: Luca Filippin, il fisio di Franco Picco
Il salto dalle paddock della MotoGP al bivacco della Dakar è grande, ma Luca Filippin si sta appassionando a questo nuovo mondo, seguendo in questa avventura il veterano Franco Picco ma non solo...
Foto di: Maria Guidotti
Ha fatto fatica ad abituarsi alla polvere e alla sabbia Luca Filippin. La Dakar non è esattamente come il mondo dorato della MotoGP o del Campionato del Mondo Superbike dove tutto è sterilizzato e si lavora in ambienti climatizzati.
Appassionato di corse, Luca ha iniziato a lavorare alla scuola del mitico Dottor Claudio Costa. "Galeotto fu il Motorshow a Bologna, un appuntamento imperdibile ai tempi per tutto gli amanti dei motori. Incontrai Claudio e iniziammo a parlare. Lavorare in clinica era il mio sogno".
Una telefonata ha cambiato la sua vita. "Mi chiamò Costa e mi chiese se volessi andare a Phillip Island. Erano i primi Anni 2000. Così è iniziata un’avventura durata più di 15 anni".
In Superbike con il Dott. Corbascio, Filippin ha lavorato con tutti i grandi, da Troy Bayliss a Neil Hodgson, James Toseland e James Rea. In MotoGP, un nome su tutti: Marco Simoncelli.
La foto che lo ritrae con il Sic è appesa oggi alle pareti del suo ambulatorio a Vicenza, dove lavorano ben 18 persone. Al seguito di Franco Picco, vicentino come lui, Luca ha scoperto la grande maratona rally raid.
"Adesso mi sto abituando e appassionando, ma all’inizio è stato strano fare massaggi e bendaggi sotto una tenda tra la polvere, il caldo durante il giorno e le rigide temperature appena cala il sole", racconta Luca.
A supporto di Picco e del team RS Moto di Simone Agazzi, la tenda di Luca è diventata presto un punto d’incontro per i piloti italiani e non solo. Anche perché è molto bravo e la voce si è sparsa al bivacco, che alla fine è un villaggio itinerante di 3.500 persone.
"Stavo già lavorando con Picco per quel che riguarda la preparazione per cui sono stato curioso di venire a vedere con i miei occhi il mondo di questi avventurieri", racconta Filippin.
A 66 anni Franco Picco è un eroe. "E’ incredibile. In moto sembra un ragazzino di 20 anni, ma poi vedi che ha i suoi acciacchi. Un palmares di 28 Dakar è invidiabile. Lo scorso anno addirittura in malle moto, senza assistenza. Lo risente ancora oggi".
Abituato alla MotoGP, dove il fisioterapista è la persona più vicina al pilota, Luca coccola Franco sin dal mattino quando gli prepara la colazione o il casco. "E’ contento come un bambino", sorride Filippin. Oltre a Picco, Luca tratta ogni giorno anche i piloti del team RS Moto come Catanese e Gritti, ma ogni tanto arriva anche qualche altro italiano, vedi Paolo Lucci, di Castiglion Fiorentino.
"La Dakar è una corsa incredibile. Mai visto tanta passione. Se tornerò? Intanto mi sto godendo l’avventura", racconta Luca, che come tutti accusa i lunghi trasferimenti (750 km oggi) e le sveglie all’alba. Ma La Dakar è la Dakar e si può apprezzare veramente nella sua unicità solo una volta tornati a casa.
Paolo Lucci
Photo by: Maria Guidotti
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