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Dakar: un trasferimento quasi più duro della speciale per le moto

I protagonisti delle due ruote hanno dovuto percorrere ben 457 km di trasferimento per arrivare a La Paz, in Bolivia, facendo i conti con freddo e sbalzi termici. Gli italiani però sono ancora tutti in gara alla giornata di riposo.

Piloti impegnati nel trasferimento tra Arequipa e La paz

Foto di: Elisabetta Caracciolo

Atmosfera
Jacopo Cerutti, Husqvarna #52
Arrivo a La Paz
Atmosfera
Gabriele Minelli si scalda al fuoco con tifosi locali
Alberto Bertoldi, KTM
Piloti impegnati nel trasferimento tra Arequipa e La paz

Per cercare di recuperare qualche ora di sonno, Jacopo Cerutti (Husqvarna) ieri sera era andato a dormire presto, verso le 20,30. Non aveva quindi sentito il briefing e gli uomini del suo team quando aveva chiesto se erano state dette cose importanti gli hanno risposto di no.

Così solo stamattina, alle 3,30 (che sarebbero poi diventate in Bolivia le 4,30 perchè l'organizzazione ha fatto spostare a tutti l'orologio avanti già durante la notte) mentre faceva colazione, ha scoperto del trasferimento dei 457 chilometri che ha modificato la sesta tappa della Dakar 2018 per le moto.

"Sapevo che avevano cancellato la prima prova speciale, ma non avrei mai pensato che ci avrebbero fatto fare così tanta strada". A quel punto è andato subito a cercare le modifiche da apportare al suo road book e dopo essersi preparato è partito per la lunga giornata che ha spostato la carovana della Dakar 2018 dal Perù alla Bolivia.

Al briefing della sera prima il direttore sportivo della Dakar, Marc Coma, aveva annunciato un gran freddo e così tutti i piloti stamattina si sono coperti benissimo, con pantaloni da sci, doppio piumino, muffole imbottite, ma nonostante questo il trasferimento è stato massacrante.

Più pianeggiante rispetto ai giorni scorsi, la strada ha gradualmente portato i piloti moto e quad dai 2.000 metri di Arequipa ai 2.800 metri della frontiera in un miscuglio di climi da spavento. Partiti con 13 gradi i piloti sono saliti in altura fino a scendere a 3° e trovando sole, pioggia, poi ancora sole e arrivando addirittura ai 10 gradi dell'entrata dell'unica speciale che dovevano disputare oggi da 194 chilometri. Per affrontare il lungo trasferimento l'organizzazione aveva concesso addirittura otto ore visto che negli ultimi cento chilometri avrebbero anche passato la frontiera con i controlli doganali fra i due Paesi.

Diversi piloti moto si sono fermati durante il trasferimento per il freddo e come sempre gli abitanti del Perù sono stati ospitali e gentili, invitandoli a riscaldarsi anche presso dei fuochi accesi accanto alle strade e cucinando anche per loro qualche cosa di caldo.

Ne hanno approfittato i nostri Alberto Bertoldi e Livio Metelli, partiti un po' più indietro stamattina. Metelli ha una brutta influenza, con 39 di febbre da due giorni, e nonostante i medicinali non riesce a uscirne, mentre Bertoldi ha messo in atto la giusta strategia e ha rallentato un po' il ritmo perchè la sua ambizione, in questa sua prima Dakar è raggiungere il traguardo. Intanto, non con poca soddisfazione, a La Paz, quindi a metà gara ci sono arrivati tutti gli italiani in moto, ed era da qualche anno che non succedeva.

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